Regolarizzazione, il M5s mette a rischio il Governo - QdS

Regolarizzazione, il M5s mette a rischio il Governo

redazione web

Regolarizzazione, il M5s mette a rischio il Governo

mercoledì 06 Maggio 2020

Una fazione pentastellata si oppone e la ministro Bellanova minaccia dimissioni mentre continua il confronto tra ministri. La destra si ribella, ma Emma Bonino ricorda, "fecero lo steso, due volte". Il rischio che i prodotti marciscano in campagna

I problemi interni del M5s sulla regolarizzazione mettono a rischio il governo, con la ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova che stamattina ha addirittura minacciato le proprie dimissioni, affermando: “Non sono qui per fare tappezzeria”.

“Per anni – ha detto – si è fatta passare l’idea che gli immigrati vengono qui a toglierci il lavoro, mentre sono fondamentali per portare avanti alcune attività, non solo in agricoltura se pensiamo alle badanti che assistono tante persone anziane. Ma in Agricoltura rischiamo sperperi enormi per la mancata raccolta e qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di far marcire i prodotti nei campi”.

Ieri le associazioni datoriali avevano sottolineato l’urgenza di far ripartire la raccolta nei campi sottolineando il rischio che, in qualche settimana, i banchi delle rivendite sarebbero rimasti vuoti.

“Puntiamo – ha poi spiegato la ministro entrando nel merito del provvedimento – a un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi, rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che vogliono regolarizzare”.

Pd, Iv e Leu spingono per inserire la misura nel Decreto maggio che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri in settimana e anche la ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, è d’accordo.

Manca però l’ok dei Cinquestelle, che hanno al loro interno un’ala populista che non ha il coraggio di fare ciò che c’è da fare e teme la risalita del centrodestra, tornato su posizioni ideologiche e razzistiche,

Ieri, in videoconferenza, i quattro ministri interessati – la tecnica Luciana Lamorgese, Teresa Bellanova (Iv), Giuseppe Provenzano (Pd) e Nunzia Catalfo (M5s) – hanno tentato di trovare una soluzione.

E stamattina la ministro dell’Interno ha affermato che sull’emersione dei lavoratori in nero c’è “una condivisione di fondo e riguarderà anche tanti italiani oltre che gli stranieri”.

“C’è la necessità – ha ricordato – di far emergere questi lavoratori non solo per garantirne i diritti, ma anche per indispensabili esigenze di sicurezza sanitaria. Stiamo lavorando e spero che nelle prossime ore si riesca ad arrivare ad un testo definito”.

Il confronto continuerà ma le posizioni sono delineate.

Teresa Bellanova è quella che, viste le fortissime richieste del mondo dell’Agricoltura, sta pressando di più e chiede che il provvedimento veda subito la luce per regolarizzare quelli che lei chiama i seicentomila “invisibili”.

Sulla stessa posizione il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, che ha parlato di “emergenza da risolvere non più rinviabile: dai campi arrivano i cibi che consumiamo sulle nostre tavole, dobbiamo ora portare anche nei campi quei diritti negati a chi ci lavora”.

“La regolarizzazione e l’emersione del lavoro nero – ha aggiunto – non solo risponde a un’esigenza di giustizia, ma è anche un incentivo a fare ulteriori passi di modernizzazione al settore agricolo”.

Anche per Provenzano la misura dovrebbe riguardare anche colf e badanti, nonché i lavoratori italiani in nero.

La ministro del Lavoro grillina Nunzia Catalfo vorrebbe invece invece dei paletti che restringessero la platea dei possibili beneficiari.

Tra i pentastellati la corrente del presidente della Camera, Roberto Fico, è favorevole alla misura, ma altri – tra cui a quanto pare i cosiddetti “cinesi” di Dibattista – si oppongono.

Ma resta forte l’allarme che arriva dalle campagne dove mancano le braccia per la raccolta.

Il clima tra i ministri viene comunque definito “costruttivo” e l’obiettivo è dare una risposta in settimana alle urgenze sottolineate dal mondo agricolo.

Matteo Salvini, che per cercare di tornare in auge dopo le batoste nei sondaggi le sta tentando tutte, riprova col razzismo e parla di “maxisanatoria di immigrati clandestini” così come Maurizio Gasparri (Fi), che accusa il governo Conte di essere irresponsabili e Luca De Carlo di FdI.

Ma la leader di Più Europa, Emma Bonino, ricorda la regolarizzazione fu “assunta per ben due volte dai governi del centrodestra con la Lega” e spiega che “oggi, a ragioni di diritto, sicurezza e legalità economica si aggiungono anche ragioni di necessità e urgenza, perché senza lavoratori stranieri, interi settori, a partire dall’agricoltura si fermeranno”.

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