In Sicilia gli scarti industriali ammontano a oltre 7 milioni di t l’anno. Se in buona parte vengono riciclati, una quota consistente va inviata fuori dall’Isola. "Ma la Regione non esce un euro"
PALERMO – Discariche piene e impianti insufficienti. È questo il denominatore comune dei rifiuti siciliani, che siano essi urbani o speciali. Una situazione a cui si aggiunge un vero e proprio caos normativo che porta in certi casi ad una scelta che pesa su consumatori e cittadini: l’export. Alcuni tipi di rifiuti, come ci ha confermato il dipartimento Acqua e rifiuti della Regione, vengono esportati già da un anno e mezzo. “La spedizione transfrontaliera dei rifiuti possibilmente è una prassi – ci spiega un funzionario del dipartimento -. Per alcune categorie di rifiuti le discariche sono piene, non ci sono impianti sufficienti e all’estero li richiedono per bruciarli negli inceneritori delle cementerie”. Insomma, le aziende sono costrette a mandare in Grecia, a Malta o anche in Francia i loro rifiuti speciali. Con un decreto, addirittura, il Dar ha autorizzato un’azienda palermitana a fare ben 310 viaggi (anche se alla fine ne sono stati eseguiti solo 150) in un impianto greco per avviare a recupero una determinata categoria di rifiuti.
“Viaggi per cui la Regione non esce un euro”, ci assicura il dirigente generale del Dar, Calogero Foti. Infatti, a pagare le spese per il trasporto e lo smaltimento sono le stesse aziende, che poi ovviamente alzano il prezzo dei loro prodotti. E non si tratta di spese irrisorie. “Solo per avere avviata l’istruttoria – spiega un funzionario del Dar – per essere autorizzate al trasporto dei rifiuti, le aziende pagano una quota alla Regione. Poi pagano anche le spese per la sorveglianza del ministero della Transizione ecologica. A queste spese certe si aggiungono anche i possibili costi delle polizze che possono arrivare anche a 12 milioni di euro”.
Cosa sono i rifiuti speciali
Per capire meglio l’entità del fenomeno, occorre fare un passo indietro. I rifiuti speciali sono tutti quei rifiuti… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI