Verso l’Agenzia delle Entrate. Futuro occupazionale ancora incerto per i lavoratori della partecipata regionale spesso al centro di polemiche. Bilancio 2019, previsto utile da 1,3 milioni. Nell’Isola riscossi 738 milioni, di cui 303 da adesione a definizione agevolata
PALERMO – Tra le tante società partecipate della Regione siciliana, Riscossione Sicilia è certamente quella che più spesso si è trovata al centro di polemiche. La Società si occupa di riscuotere i tributi in Sicilia, sostituendosi all’Agenzia delle Entrate che invece lo fa in tutte le altre regioni d’Italia.
Più volte Riscossione Sicilia ha beneficiato di ricapitalizzazioni per il deficit accumulato e sotto l’Amministrazione del Governatore Rosario Crocetta, l’amministratore unico, Antonio Fiumefreddo, ha attribuito una parte di responsabilità ai contribuenti morosi, tra i quali pare figurassero alcuni deputati regionali.
Fiumefreddo pubblicò allora un elenco di presunti politici morosi, scatenando, ovviamente, una polemica senza fine. A seguito di quanto accaduto, si era addirittura ventilato di chiudere la stessa Partecipata. Pericolo che poi Riscossione Sicilia ha scampato dal momento che ad oggi continua ad esercitare le proprie funzioni.
Oggi alla guida di Riscossione Sicilia c’è l’avvocato Vito Branca, mentre il direttore generale è Ermanno Sorce al quale abbiamo chiesto quali siano le condizioni di salute della Partecipata regionale e se il bilancio 2019 si sia chiuso registrando utili o in rosso. Ma è ancora troppo presto per parlarne. “Il bilancio relativo all’esercizio 2019, ad oggi, non è stato ancora approvato, perché la scadenza di legge è fissata al 30.4.2020 – ha detto Sorce – Sulla base dei dati del bilancio di previsione, vi è un utile (stimato) in 1.335.473 euro”.
Uno dei costi che la Società si trova a dover sostenere riguarda le spese postali per notificare le cartelle. “Riscossione Sicilia – spiega al QdS Sorce – notifica le cartelle (e gli atti relativi alla procedure cautelari/esecutive) a mezzo pec utilizzando gli indirizzi registrati in Ini Pec. In via residuale e nei riguardi dei contribuenti privi di indirizzo Pec, invece, le notifiche sono eseguite tramite messo oppure servizi postali”.
Sulla possibilità, da parte del contribuente siciliano, di vedere la propria posizione debitoria, Sorce precisa che il contribuente può registrarsi sul sito di Riscossione Sicilia, richiedere il pin e poi visualizzare la posizione on line.
Uno dei nodi ancora irrisolti riguarda il nuovo assetto organizzativo di Riscossione Sicilia che dovrebbe essere assorbita dall’Agenzia delle Entrate che così subentrerebbe a Riscossione Sicilia nella riscossione dei tributi nell’Isola.
Il nodo da sciogliere riguarda per l’appunto il futuro occupazionale del personale poiché sulla transizione di quest’ultimo in Agenzia delle Entrate, pare non vi siano ancora certezze.
Prima che esplodesse l’emergenza Coronavirus, i dipendenti di Riscossione Sicilia hanno scioperato e organizzato un sit-in sotto le finestre della Presidenza della Regione siciliana chiedendo che sul loro futuro venga fatta finalmente chiarezza.
A che punto è il dialogo con l’Agenzia dell’Entrate sul fronte relativo al passaggio del personale di Riscossione Sicilia all’Agenzia stessa? “Solo recentemente sono state riavviate le interlocuzioni da parte del Socio Regione con Agenzia Entrate – ha risposto Sorce – con avvio di tavoli tecnici per le conseguenti valutazioni e determinazioni”. Proprio a seguito dello sciopero, una delegazione è stata ricevuta dal presidente della Regione, Nello Musumeci che ha assicurato, a seguito della richiesta delle organizzazioni sindacali, che verranno mantenuti i livelli occupazionali e che il passaggio del personale avverrà senza soluzione di continuità. Musumeci ha indicato il termine di due mesi per la chiusura della transizione del personale. Adesso, però, l’emergenza sanitaria ed economica scatenata dalla pandemia è destinata a rimettere in discussione la tempistica del tanto agognato “passaggio” all’Agenzia delle Entrate.