Stupore tra i palazzi della politica regionale e le chat dei partiti
Imbarazzo poteva esserci e imbarazzo c’è stato. La notizia – pubblicata ieri da Domani – della presentazione all’Assemblea regionale siciliana di un disegno di legge, da parte di un esponente di Forza Italia, che punta a reintrodurre il reddito di cittadinanza in Sicilia ha destato scalpore tra i palazzi della politica regionale e le chat dei partiti.
I principali interessati sono stati, chiaramente, i vertici del partito fondato da Silvio Berlusconi, chiamati a contestualizzare la proposta partita da Luisa Lantieri. “È un’iniziativa del tutto personale”, ha chiosato ieri il presidente della Regione Renato Schifani, a cui ha fatto eco anche Marco Falcone, fresco di insediamento da eurodeputato e ancora per pochi giorni assessore al Bilancio: “Il reddito di cittadinanza non rientra nei nostri piani”.
La sortita di Lantieri, il cui passato all’Ars è stato all’insegna del Grande Sud di Gianfranco Miccichè, del Megafono di Rosario Crocetta, del Pd e infine di Forza Italia, rilancia però un tema che, polemiche a parte, riguarda tantissimi siciliani: le misure di contrasto alla povertà.
Proprio nei giorni scorsi, l’Inps ha divulgato i primi dati sull’andamento di Adi ed Sfl, l’assegno d’inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro che il governo nazionale ha introdotto in sostituzione del reddito di cittadinanza. I numeri dicono che la fascia di popolazione raggiunta è inferiore a quella ideata dal Movimento 5 stelle al tempo del primo governo Conte. “Ho voluto con questa mia iniziativa sottolineare la necessità che si apra un urgente dibattito sulle soluzioni più adeguate per affrontare l’emergenza sociale determinata dalla crisi economica”, ha commentato nel tardo pomeriggio di ieri Lantieri.
Ddl reddito di cittadinanza in Sicilia, una presentazione fuori dal programma del partito
Sia Schifani che Falcone hanno subito gettato acqua sul fuoco, sottolineando come il disegno di legge, seppur presentato da una esponente del gruppo parlamentare all’Ars di Forza Italia, rappresenta una posizione che non rispecchia il programma del partito. “È una iniziativa del tutto personale, non concordata: anche perché lontana dalle posizioni espresse da Forza Italia su questa misura che non ha dato alcuna risposta sull’avvio al lavoro dei cittadini”, ha dichiarato in una nota il governatore. Parole ferme anche dall’assessore al Bilancio, fresco di seggio a Strasburgo. “Il reddito di cittadinanza non rientra nei nostri piani. Per noi la priorità è creare lavoro favorendo gli investimenti e l’iniziativa privata, l’assistenzialismo inefficiente non è una soluzione. La sortita incauta di qualche deputato regionale in Sicilia non incide sulla linea del partito”, ha commentato Falcone.
A corredo del ddl depositato da Lantieri c’è una relazione in cui si rimarcano gli effetti positivi che erano stati raggiunti dal reddito di cittadinanza e la necessità di trovare soluzioni che possano aiutare i siciliani in difficoltà economica. Una posizione che la diretta interessata ieri ha difeso, pur trovandosi costretta a specificare di non averne discusso con altri colleghi.
“Credo opportuno precisare, come peraltro è evidente dal fatto che sono io unica firmataria del disegno di legge in questione, che la mia proposta di una forma di reddito di cittadinanza è stata formulata a titolo esclusivamente personale, e non coinvolge il gruppo parlamentare di Forza Italia né il gruppo dirigente del partito”, ha detto Lantieri. Per la deputata forzista, comunque, in ballo c’è “una emergenza che rischia di creare nuove povertà e nuova emarginazione” e di fronte alla quale “la politica deve porsi il problema, senza preconcetti ma col solo obiettivo di dare risposte ai cittadini”.
Ddl reddito di cittadinanza in Sicilia, l’affondo del M5s
Il primo a intervenire ieri sulla vicenda è stato Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio e capo politico del Movimento 5 Stelle ha colto l’occasione per lanciare una stoccata al centrodestra. “Il partito del ministro Tajani ammette in sostanza che è stato un errore smantellare il Rdc, una misura che per l’lstat ha permesso a quasi due milioni di persone di uscire dalla povertà assoluta – ha scritto in un post su Facebook l’ex premier – Meglio tardi che mai. Farebbero bene a chiedere scusa per le scelte fatte, per le menzogne dette e per una campagna diffamatoria a reti unificate contro gli italiani in difficoltà”.
Conte ha poi proseguito: “’Per colpa del Reddito non si trovano i lavoratori stagionali’, dicevano. Poi scopriamo dall’Inps che il numero degli stagionali è quasi raddoppiato fra il 2018 e il 2022’”.
A ruota del leader dei cinquestelle è arrivata anche la presa di posizione del gruppo all’Ars. “Il reddito di cittadinanza funzionava e non lo dicono soltanto i dati ufficiali, come testimonia, ad esempio, la recente relazione sulla povertà messa a punto dalla commissione del ministero del Lavoro che ha certificato che, nei quattro anni in cui è stato in vita, questo strumento ha fatto uscire dalla povertà un milione di persone all’anno. In Sicilia se n’è accorta pure la maggioranza che con Luisa Lantieri è arrivata a presentare un disegno di legge per ripristinare lo strumento in Sicilia”, ha affermato il capogruppo all’Ars Antonio De Luca.
De Luca ha poi commentato la presa di distanza da Lantieri da parte dei vertici del partito. “Schifani non è d’accordo con l’iniziativa di un’esponente del suo partito? La cosa non ci meraviglia affatto, pur di andare contro al M5s, il governo nazionale di centrodestra non ci ha pensato due volte ad affamare larghe frange della popolazione, specie in Sicilia. Già lo scorso anno avevamo presentato un’interpellanza al governo per chiedere provvedimenti in grado di dare una mano ai siciliani in difficoltà, ma non è successo nulla. Diamo atto a Luisa Lantieri – concludono i cinquestelle – di avere descritto il reddito di cittadinanza, nella relazione introduttiva del suo ddl, senza il paraocchi dell’appartenenza politica, arrivando ad ammettere che questo strumento ha garantito la dignità della fasce sociali maggiormente vulnerabili del Paese”.
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