Rosario Livatino ucciso 32 anni fa: Agrigento ricorda il "giudice ragazzino"

Rosario Livatino ucciso 32 anni fa: Agrigento ricorda il “giudice ragazzino” VIDEO

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Rosario Livatino ucciso 32 anni fa: Agrigento ricorda il “giudice ragazzino” VIDEO

Irene Milisenda  |
mercoledì 21 Settembre 2022

Alla cerimonia hanno partecipato il Prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, il sindaco di Canicattì Vincenzo Corbo, e le massime autorità civili e militari.

Era il 21 settembre del 1990 quando per mano mafiosa, veniva barbaramente assassinato in contrada Gasena, lungo la strada statale 640 che da Agrigento porta a Caltanissetta, il giudice Rosario Livatino. Definito giudice ‘ragazzino’ per la sua giovane eta’ e per il coraggio misto ad una esperienza davvero inusuale a dispetto dell’eta’, la sua vita è stata e rimane ancora una testimonianza di impegno civico, di aderenza ai valori della Costituzione, di profondo amore verso la legalita’.

Le parole di Don Giuseppe Livatino

“Speriamo di non fermarci al ricordo ma dobbiamo andare oltre, di andare alla memoria, alla raccolta delle testimonianze, è questo che salverà la Sicilia, non commemorare da lontano quelli che sono stai i capisaldi della nostra regione e hanno perso la vita per un futuro diverso per questo Sicilia”. Così Don Giuseppe Livatino, postulatore della causa di beatificazione del giudice Livatino, a margine della cerimonia di commemorazione del trentaduesimo anniversario dell’assassinio del giudice beato Rosario Livatino.

Alla cerimonia hanno partecipato il Prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, il sindaco di Canicattì Vincenzo Corbo, e le massime autorità civili e militari.

La prefetta di Agrigento

“E’ il momento del ricordo che non si deve trasformare in un rito vuoto”, dichiara il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. “Il martirio del giudice Livatino è qualcosa che anche le giovani generazioni hanno il dovere di comprendere e capire. Nella disgrazia delle stragi di Mafia c’è un lievito che piano piano è cresciuto e i giovani stanno avendo la possibilità di leggere i fatti, le vicende dolorose, da un’altra ottica; se la criminalità organizzata ha seminato morte, distruzione, c’è stato chi, in questa provincia, ha lavorato per contrastarla anche con la propria vita”.

Il commento del procuratore

Presente in contrada Gasena, anche il procuratore capo facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella, che ha detto: “Un momento incancellabile per tutti quelli che sono nati da queste parti e per chi ha lavorato da queste parti perchè ci ricorda una storia di coraggio, di passione civile, di dedizione per il lavoro e l’amore per gli Altri e per questa Terra”.

Dell’omicidio fu testimone Pietro Nava, un imprenditore lombardo rappresentante di porte blindate. Le sue dichiarazioni, affidate ai magistrati che indagarono sulla morte del giudice, si rivelarono utilissime per chiudere il cerchio attorno ai killer, che furono arrestati. Uno di essi, Gaetano Puzzangaro, ‘picciotto’ della famiglia di Palma di Montechiaro, dopo essersi pentito e convertito, in questi anni ha dato un contributo importante alla causa di beatificazione di Livatino.

Irene Milisenda

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