Sanità, Palermo, arrestati primario, infermieri e informatore scientifico - QdS

Sanità, Palermo, arrestati primario, infermieri e informatore scientifico

Sanità, Palermo, arrestati primario, infermieri e informatore scientifico

giovedì 23 Gennaio 2020

Truffa al Servizio sanitario regionale sulle protesi mediche e i ricoveri. Complessivamente nell'inchiesta sono coinvolti quindici indagati. L'organizzazione falsificava documenti e registri di carico e scarico del materiale

Un primario, due infermieri e un informatore sanitario sono stati arrestati a Palermo per truffa nell’ambito di un’indagine dei carabinieri del Nas.

Nei confronti di Natale Francaviglia, direttore dell’unità complessa di Neurochirurgia dell’ospedale Civico, degli infermieri Santo Montemurro e Michele Bruno e dell’agente della società Servizi Medicali srl Francesco Tarallo, sono stati disposti i domiciliari.

Tutti sono accusati di truffa aggravata continuata e falsità ideologica aggravata continuata. Il provvedimento è stato emesso dal gip Maria Cristina Sala.

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal pm Laura Siani, riguardano l’utilizzo di protesi mediche e di ricoveri in ospedale.

Complessivamente nell’inchiesta sono coinvolti 15 indagati tra medici e infermieri.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotte dal Nas del capoluogo, con servizi di osservazione e pedinamento, ispezioni e intercettazioni, hanno permesso di scoprire un’organizzazione finalizzata a perpetrare truffe ai danni del servizio sanitario regionale.

L’organizzazione falsificava documenti e registri di carico e scarico del materiale protesico utilizzato negli interventi di chirurgia cranica e della colonna vertebrale, in particolare dichiarando l’uso di dispositivi medici in numero superiore rispetto a quello realmente impiantato sui pazienti nel corso degli interventi chirurgici.

Inoltre il primario, con la collaborazione di altri medici ed infermieri, dalla sua Unità Operativa, avrebbe fatto bypassare ai propri pazienti privati, paganti, le liste d’attesa per gli interventi chirurgici, facendoli figurare come se avessero seguito le normali procedure istituzionali di ricovero.

Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo, per equivalente, della somma di oltre 43 mila euro, quale profitto di reato, da eseguirsi, oltre che nei confronti degli arrestati, anche nei confronti di altri due soggetti non colpiti da provvedimento restrittivo, Carmela Lombardo infermiera dello stesso ospedale e Gianmarco Randazzo amministratore della società fornitrice dei dispositivi medici.

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