“Gianni – ricorda ancora il fratello – si forma con mia madre, e la sua creatività è cresciuta nella sartoria. Tant’è che si definiva sarto, non stilista. Io invece mi sono formato con mio padre. Io e Gianni eravamo due facce della stessa medaglia. Ognuno aveva fiducia nell’altro. Gianni è stato un genio creativo straordinario. Ha creato la moda. Era un rivoluzionario. Ha liberato l’uomo da qualunque codice. Ha rotto tutti i legami, tutti i lacci. Ha avuto successo a Milano e con le star perchè quello che lui faceva era straordinario. Tutte le donne hanno amato Gianni in maniera incredibile. Era l’estro, era il dominatore della scena. Gianni era la sintesi della bellezza, voleva rendere uomini e donne liberi e belli”.
In riferimento all’omicidio del fratello, Santo Versace afferma che “fu una tragedia, e col libro, dopo 25 anni, mi libero da questa angoscia. La notizia della morte fu scioccante, chi se lo aspettava mai. Dopo la morte di mio fratello le banche d’affari ci davano per finite. La tragedia di Miami ha fermato il primo gruppo italiano, quello che aveva cambiato il mondo della moda. C’è chi ha scritto che c’è un prima e dopo Gianni Versace. Anche Armani ha patito la mancanza di Gianni. Questo libro – prosegue l’imprenditore – è anche merito di mia moglie Francesca, per tirarmi fuori da questo trauma, e siccome non abbiamo avuto figli abbiamo deciso con la nostra Fondazione Altagamma di aiutare i fragili”.
“La fondazione per noi rappresenta il figlio che non abbiamo avuto – sottolinea Santo Versace -. Vogliamo aiutare i progetti che ci piacciono, e creare la rete delle Fondazioni virtuose, per acquisire la forza di gruppo e realizzare i progetti che valgono. Quando mi chiedono cosa mi manca di Gianni, rispondo che mi mancano i suoi sorrisi, i suoi abbracci, il suo essere eterno bambino”. Parlando ancora del libro, l’imprenditore afferma che “sarà il primo libro di una serie, io voglio raccontare quello che faccio e quello che faremo. Io non mi sono mai sentito così giovane. La politica? Mi manca relativamente, perchè come cittadino continuo a farla”.
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