Infrastrutture immateriali
Il nostro ministro Matteo Salvini gestisce le Infrastrutture e i Trasporti. Quando si parla delle prime ci si riferisce sempre a quelle legate alla terra, che sono importantissime. Quando ci sono guasti o incidenti nel sistema ferroviario succede il caos, con danni rilevanti perché ritardano i movimenti delle persone e delle merci. La puntualità dei traffici ferroviari, aerei e stradali è una condizione essenziale per fare funzionare l’economia del sistema-Paese.
Scritto quanto precede, dobbiamo richiamare la vostra attenzione sulle altre infrastrutture, quelle immateriali: sul sistema dei satelliti che gestisce la rete delle comunicazioni, sui dati e in genere sulle informazioni gestite da un sistema sempre più avanzato, fra cui l’Intelligenza artificiale (Ia), capace di miliardi di elaborazioni al secondo. La conseguenza è che chi gestisce questo nuovo versante delle informazioni ha notevoli possibilità di influenzare l’opinione pubblica e quindi le preferenze elettorali di quest’ultima.
Il gruppo imprenditoriale di Elon Musk possiede già una rete di settemila satelliti a bassa orbita e il suo programma è quello di lanciarne almeno altri cinquemila e forse più, in modo da consentire a qualunque angolo della Terra di accedere alla rete. Certo, questa sua iniziativa è tutt’altro che democratica, perché molti dovranno collegarsi ai suoi satelliti.
Va da sé che chi possiede uno strumento del genere gestisca un potere enorme, perché può influenzare coloro che sono collegati alla rete (cioé tutti) e comunicare con questi: quindi fornire loro informazioni. Queste ultime possono essere vere o manipolate e spesso sono manipolate perché le stesse informazioni danno potere, orientando chi le riceve in una direzione piuttosto che in un’altra. In quale direzione? In quella favorevole ai riceventi o a coloro che le inviano? Conoscendo i personaggi, non abbiamo dubbi che siano i secondi a ottenerne l’utilità.
Vi è un’altra questione che va evidenziata e riguarda quell’immenso tesoro costituito dai dati. Conoscere abitudini, modi di fare, usi e costumi dei popoli significa anche orientare l’economia e la politica verso indirizzi di varia natura.
Vi sono quelli commendevoli, di interesse generale, secondo i quali chi opera lo fa per il bene comune, perché osserva gli eterni principi etici.
Purtroppo questo non avviene sempre; vi sono tanti egoisti che cercano, al contrario, di fare prevalere l’interesse personale su quello generale. Costoro accumulano ricchezze, non solo finanziarie, ma anche quelle nuove, che sono appunto dati, informazioni, software velocissimi, reti satellitari e altre, come quella 5G.
Il nostro ministro Salvini dovrebbe porre ancora di più la sua attenzione su queste infrastrutture, evitando di subire aggressioni simulate dall’estero, che hanno la funzione nascosta di condizionare le istituzioni e la popolazione di un Paese.
L’orgoglio di essere italiane/i e di avere una cultura millenaria deve supportarci nel contrastare le mire egemoniche dei terzi, mentre sono sempre auspicabili le collaborazioni di comune interesse.
Non sembri errato miscelare questioni tecniche con altre di tipo politico-sociale, perché ormai esse sono una componente fondamentale dell’economia internazionale e di quella nazionale. Chi possiede strumenti tecnici materiali e immateriali detiene un potere che è al di sopra di quello politico. Non è da ora che il denaro ha fatto scoppiare rivoluzioni, decapitando classi dirigenti “buone” e facendo assumere il potere ad altre “cattive”. Insomma, l’argent fait la guerre e infatti molte di queste guerre hanno come matrice proprio il denaro.
Sia ben chiaro, la nostra stimolazione nei confronti di Salvini è solo positiva, perché sappiamo che egli ha la capacità per governare questi processi del futuro, anche perché fa parte di un Governo che verosimilmente durerà l’intera legislatura, cioè fino al 2027.
Noi abbiamo il dovere, per la nostra quarantacinquennale attività di direzione, di sottoporre all’opinione pubblica le questioni di fondo, cioè i pilastri della società e del futuro, perché ci sta a cuore che le/i giovani trovino un’Italia forte e consapevole delle sue tradizioni secolari.