Nessuna ipotesi esclusa dal Governo per riportare in aula tutti gli alunni in presenza. Oggi incontri con presidi e sindacati. Nuove proteste contro il Green pass. Segre, "con Shoah paragoni folli"
“Nelle prossime ore valuteremo lo strumento più efficace per far tornare a settembre tutti a scuola in presenza, in sicurezza e senza dad: nessuna ipotesi è esclusa e ci impegneremo, perché la scuola è una priorità”.
Tra le ipotesi non escluse c’è quella dell’obbligo di vaccinazione per i docenti.
Lo ha detto ieri a tarda sera in tv il ministro della Salute Roberto Speranza, sottolineando come la risposta degli italiani alla richiesta di vaccinarsi sia stata “all’altezza delle aspettative”.
Il nodo scuola potrebbe sciogliersi già in settimana, con l’obiettivo di definire le misure prima della pausa estiva e renderle operative per la fine di agosto.
Gli incontri sulla scuola
Nelle prossime ore sono in programma due incontri sulla scuola: uno tra i sindacati e i tecnici della struttura commissariale e l’altro tra organizzazioni e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
L’obiettivo primario è ridurre sensibilmente il numero dei professori e del personale non docente che non è ancora vaccinato, ad oggi 222mila persone.
Nel caso in cui questo zoccolo duro non si sarà assottigliato per il venti agosto, data entro la quale le Regioni devono fornire al commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo la fotografia reale della situazione, è molto probabile che venga introdotto l’obbligo vaccinale.
L’opinione del Comitato tecnico scientifico
Su questo fronte, il Comitato tecnico scientifico è stato molto chiaro nel verbale del 12 luglio. Primo, dicono gli scienziati del governo, è “assolutamente prioritario” evitare la Dad e riportare i ragazzi a scuola.
Secondo, i vaccini sono fondamentali e quindi bisogna “promuovere la vaccinazione nella scuola”.
Non solo: il Cts non parla in modo esplicito di obbligo ma rivolge una “forte raccomandazione” alla politica “affinché sia fatto ogni sforzo per raggiungere un’elevata copertura vaccinale” anche “attraverso l’individuazione delle ulteriori misure, anche legislative”.
Inoltre, nel caso in cui fosse “giuridicamente percorribile”, va ipotizzata la possibilità dell’obbligo del green pass per il personale della scuola. Quanto al distanziamento, il Cts raccomanda che sia mantenuto ma apre alla possibilità che salti.
Maggioranza favorevole all’obbligo
Nella maggioranza c’è un sostanziale via libera – a parte Salvini impegnato a rincorrere le posizioni della Meloni -, i presidi hanno fatto capire d’essere anche loro d’accordo e i sindacati non sarebbero contrari, a patto però di avere prima “dati precisi sull’attuale copertura vaccinale dei prof”.
Ma i problemi non mancano, come dimostra l’ennesima richiesta dell’Associazione dei presidi a Bianchi: “prima devono esser fatte le misure tecniche e le scelte politiche e poi discuteremo del Protocollo di sicurezza” in vista della ripartenza a settembre.
In una lettera indirizzata al ministro i dirigenti scolastici chiedono “indicazioni chiare sull’obbligo vaccinale del personale scolastico e sul distanziamento”. Tante le questioni sul tavolo: dalla quarantena all’utilizzo delle mascherine, fino alla necessità di presìdi negli istituti per lo screening della popolazione scolastica, nuove assunzioni di migliaia di “docenti Covid” per ridurre le classi e orari scaglionati delle lezioni.
“Dobbiamo portare tutti in presenza, non possiamo permetterci un altro anno come quello che abbiamo passato” ha ribadito Figliuolo fissando come obiettivo il 60% dei giovanissimi tra i 12 e i 18 anni vaccinati entro la prima decade di settembre.
Le proteste contro il Green pass
“La politica – ha concluso Speranza, con un evidente riferimento a forze politiche populiste come FdI, Lega e la galassia dell’ultradestra – si può dividere su tutto ma non sul virus e spero che per questo tutti si liberino dalle ambiguità”.
Il precedente delle discoteche sarde
Ed è proprio quella destra – la stessa che si battè lo scorso anno per tenere aperte le grandi discoteche della Sardegna, dalle quali il virus ripartì in tutt’Italia più forte di prima – che ora cerca di muovere le piazze contro l’introduzione del green pass.
Nonostante le prescrizioni contro il contagio si continuano a sognare “adunate oceaniche” e il movimento #IoApro di ristoratori ed esercenti promette di portare oggi a piazza del Popolo, a Roma, “almeno cinquantamila persone”.
Per domani, poi, il “Comitato libera scelta” ha promosso fiaccolate in undici città tra cui Roma e Milano.
Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, sottolineando che le proteste di sabato scorso non erano autorizzate, ha detto che il Viminale “guarda con attenzione alle manifestazioni dei no vax”.
Estremismi in piazza
L’estrema destra, dunque, con l’estrema sinistra, scendono dunque in piazza propugnando assurdi paragoni tra nazismo che sterminò gli ebrei e “dittatura sanitaria” in Italia.
Bollati come “follia” dalla senatrice a vita Liliana Segre e dalle associazioni ebraiche.