Senza turismo si rischia un’ecatombe economica - QdS

Senza turismo si rischia un’ecatombe economica

redazione

Senza turismo si rischia un’ecatombe economica

mercoledì 21 Aprile 2021

Le strategie per salvare il comparto degli assessori regionali delle due Isole, Manlio Messina e Gianni Chessa

PALERMO – Distanti, eppure forse mai così vicine. Diverse, ma con una strada comune da dover percorrere per tentare di salvare l’economia regionale e il futuro di migliaia di famiglie che hanno deciso di investire sul comparto turistico. Sicilia e Sardegna si trovano davanti a un bivio storico, che da un lato porta inesorabilmente al baratro socio-economico e dall’altro a un percorso di rinascita che si spera possa essere quanto più veloce possibile.

Pur con tutte le precauzioni del momento, dunque, è indispensabile programmare per non farsi trovare impreparati appena si potrà ripartire. Per questo abbiamo sentito in esclusiva gli assessori regionali al Turismo di Sicilia e Sardegna, rispettivamente Manlio Messina e Gianni Chessa, perché proprio dalle Isole può partire la rinascita di un settore che ha patito pesantemente le conseguenze delle limitazioni legate alla pandemia da Covid-19.

manlio messina
Manlio Messina

Assessore Messina, secondo un report di Studi e ricerche per il Mezzogiorno, puntando con decisione sul turismo interno e preparando già adesso la strada per una riapertura dei viaggi internazionali, la Sicilia potrebbe raggiungere nel 2021 oltre nove milioni di pernottamenti. Anche il presidente di Federalberghi Sicilia, Nico Torrisi, da noi intervistato, ha stimato tra i sette e gli undici milioni di pernottamenti l’obiettivo per il 2021. Come commenta queste cifre?
“Stiamo lavorando con tutte le nostre energie per fare in modo che la Sicilia possa registrare numeri importanti come quelli che si ipotizzano. Purtroppo, oggi siamo ancora in una situazione di incertezza, ma non possiamo che augurarci che la nostra regione, con le riaperture in sicurezza che sono previste per le prossime settimane, a partire dal turismo di prossimità, possa avere rimbalzi positivi. Le nostre imprese turistiche sono pronte”.

Così come avvenuto già nell’estate del 2020, quest’anno sarà fondamentale il turismo interno (o di prossimità). Che strategie state adottando per favorire questa tendenza?
“Con il progetto SeeSicily, e quindi con gli ormai famosi voucher, stiamo mettendo nelle condizioni il mercato siciliano di poter ripartire proprio dal turismo interno, fondamentale in questi mesi di incertezza. È certamente più facile attrarre i nostri connazionali a trascorrere le vacanze in Sicilia, dove possono trovare luoghi che il mondo ci invidia”.

La pandemia ha cambiato il mondo del turismo. Si stanno sviluppando nuove tendenze e fra queste prendono sempre più piede esperienze slow, naturalistiche e legate ai sentieri. Come pensate di valorizzare questo tipo di offerta?
“Proprio in questo campo è stata approvata nella recente Finanziaria un’apposita norma per costruire una Rete di cammini di Sicilia. Intendiamo costruire una politica sia in termini di promozione, sia in termini di conoscenza e di coinvolgimento dei soggetti impegnati nel mondo del trekking, come le guide naturalistiche, per incentivare questo segmento del turismo che anche in Sicilia offre enormi potenzialità, ancora non del tutto sfruttate. Dopo aver avviato un tavolo tecnico sui cammini religiosi, adesso promuoveremo un altro tavolo tecnico con le guide naturalistiche, i parchi e l’assessorato Territorio e Ambiente per dare sostanza alla rete”.

Quali sono, invece, i progetti per la promozione dei borghi siciliani?
“Veniamo dal grande successo del voto popolare che Geraci Siculo, sulle Madonie, ha riscosso in occasione del concorso ‘Il Borgo dei Borghi’ e anche in questo caso voglio sottolineare il sostegno che abbiamo dato come Assessorato alla campagna di promozione. È nostro intendimento a proseguire nel coinvolgimento sia dei singoli borghi sia di tutte quelle iniziative che puntano a costituire reti a supporto di queste destinazioni turistiche, veri e propri tesori ambientali, culturali ed enogastronomici”.

Se la campagna vaccinale procederà così come si spera, è ipotizzabile che per la fine dell’anno si potrà tornare a contare anche sul turismo estero. Quali sono i vostri obiettivi per il mercato internazionale e in particolare per quei Paesi (come Gran Bretagna e Usa) in cui le vaccinazioni anti Covid hanno già interessato un gran numero di cittadini?
“Ci troviamo ancora in una situazione di piena pandemia. Oggi è difficile fare ipotesi per la fine di quest’anno. Possiamo soltanto augurarci che in Sicilia e in Italia si possa al più presto arrivare all’immunità di gregge, quindi con vaccinazioni che coprono la maggior parte della popolazione. Appena esaurite le categorie dei soggetti fragili, ho chiesto espressamente, in vista della stagione estiva, di dare una priorità vaccinale a tutti gli operatori del turismo affinché si possa offrire un’immagine di Sicilia sicura a chiunque desideri trascorrere le vacanze nella nostra Isola. Sul fronte del turismo internazionale non mi sento di ipotizzare numeri sugli arrivi di stranieri. Sappiamo tutti quanto oggi ci sia molta prudenza anche per le vacanze. Tuttavia, restiamo impegnati nel mantenere sempre alta la nostra brand reputation a livello internazionale”.

Per quanto riguarda le Isole minori, avete pensato a una strategia Covid-free sul modello Baleari?
“Abbiamo chiesto di poter fare un percorso Covid free nelle isole minori, ma attendiamo ancora risposte in questa direzione. A questo proposito vorrei sottolineare come il problema Covid free per le isole minori non sia soltanto di natura turistica ma prima ancora di sicurezza sanitaria e logistico: per vaccinare gli abitanti il personale incaricato deve andare sull’isola appositamente, facendo avanti e indietro prima per poche decine di over 80 e poi per gli altri, quando sarebbe più agevole e veloce vaccinare tutti insieme”.

Che tipo di sostegno avete avviato o pensate di mettere in campo per le tante attività del comparto ricettivo messe in ginocchio dalla pandemia?
“Ricordo i 75 milioni che l’Ars ha destinato al progetto See Sicily con i voucher per le diverse categorie degli operatori turistici. Ma mi piace anche sottolineare che è stata abolita la tassa regionale che agenzie di viaggio e tour operator versavano alla Regione Siciliana. Nel frattempo, stiamo predisponendo l’adeguamento dell’impianto legislativo regionale alle nuove esigenze dell’industria turistica lavorando, di concerto con le associazioni di categoria, su nuove norme per strutture ricettive e agenzie di viaggio”.

Anche per recuperare il terreno perduto a causa del Covid, destagionalizzare il turismo diventa fondamentale. Cosa avete in programma per trasformare la Sicilia in una meta da visitare 365 giorni l’anno?
“Stiamo lavorando su grandi appuntamenti che a partire da settembre-ottobre possano aiutare la Sicilia ad avere un turismo tutto l’anno. Mi riferisco in particolare al primo Sicilia Jazz Festival, alla Fiera del Turismo sportivo e a tanti altri grandi eventi che accenderanno i fari sulla nostra Isola al di là dell’estate”.

Gianni Chessa

Dall’internazionalizzazione alle strategie Covid-free

CAGLIARI – A illustrare le strategie turistiche della Regione Sardegna ci ha pensato l’assessore al ramo della Giunta Solinas, Gianni Chessa.

Con la diffusione dei vaccini è ipotizzabile che tra maggio e giugno il comparto turistico possa iniziare un’attesa ripartenza. Quali sono le vostre stime in termini di pernottamenti da qui alla fine dell’anno?
“Non è facile ipotizzare stime sulle presenze e sui pernottamenti dell’imminente stagione turistica, considerata l’incertezza che rende difficile qualsiasi previsione sull’andamento dell’emergenza sanitaria e della campagna vaccinale”.

Così come avvenuto già nell’estate del 2020, quest’anno sarà fondamentale il turismo nazionale. Che strategie state adottando per favorire questa tendenza?
“In questo momento difficile per tutto il comparto economico isolano, in particolare per quello turistico, dobbiamo intensificare la promozione della Sardegna. È verosimile, e i primi segnali sono confortanti, che questa estate il nostro mercato sarà soprattutto nazionale, ma non rinunciamo certamente ad affacciarci anche in quello internazionale, che anche l’anno scorso ci ha garantito numeri importanti. Le azioni tradizionali non sono più sufficienti, perciò stiamo puntando sempre più anche su una strategia digitale che consente di arrivare ovunque, mostrando la Sardegna come una terra capace di affascinare chiunque, grazie a un patrimonio ambientale e paesaggistico eccezionale. Proprio in questi giorni stiamo predisponendo la partecipazione di uno spazio istituzionale della Regione alla Fiera di Dubai, che si terrà a metà maggio. Una presenza necessaria anche per riaffermare che la Sardegna vuole farsi trovare pronta per una stagione certamente difficile, ma decisiva per la ripartenza. Siamo pronti ad accogliere milioni di persone, facendo della nostra Isola una delle mete più ambite dai turisti. Viaggiatori che, grazie alla nostra strategia, possano ammirare la bellezza del territorio, conoscere l’ospitalità dei piccoli centri, gustare il buon cibo e il buon vino, innamorarsi del mito e della grandezza della civiltà nuragica, scoprire la forza degli anziani nella terra dei centenari”.

La pandemia ha certamente cambiato il mondo del turismo, con lo sviluppo di esperienze slow, naturalistiche e legate ai sentieri. Come pensate di valorizzare questo tipo di offerta?
“Già prima della pandemia, la Regione Sardegna aveva cominciato a programmare e declinare i turismi possibili nell’Isola, che potessero promuovere la destinazione sarda non solo per gli amanti delle spiagge e del mare. Possiamo riuscirci proponendo idee e prodotti che riguardino ambiente, storia, cultura e archeologia, un’offerta articolata che esalti i punti di forza e le peculiarità della nostra identità e dei nostri territori. Inoltre, abbiamo realizzato un’intensa programmazione di manifestazioni sportive di indiscusso e riconosciuto prestigio nazionale e internazionale, che contribuiranno alla promozione dell’immagine e soprattutto potranno trasformarla nell’Isola dei grandi eventi sportivi, con l’obiettivo della destagionalizzazione dei flussi turistici. Per andare oltre i consueti mesi estivi, puntiamo anche sulla valorizzazione delle zone interne, ricche di storia e tradizioni, rendendo la Sardegna sempre più competitiva nello scenario mondiale”.

Se la campagna vaccinale procederà così come si spera, è ipotizzabile che per la fine dell’anno si potrà tornare a contare anche sul turismo estero. Quali sono i vostri obiettivi per il mercato internazionale?
“Ovviamente, se la campagna vaccinale andrà avanti regolarmente in tutti i Paesi, in autunno riprenderanno gli eventi e le fiere internazionali. Perciò, rilanceremo massicciamente il nostro marketing e le nostre campagne promozionali per posizionarci in tutte le vetrine importanti, rilanciando l’immagine della Sardegna nel mercato internazionale”.

Che tipo di sostegno avete avviato per garantire la sopravvivenza e sostenere la ripartenza delle tante attività ricettive messe in ginocchio dalla pandemia?
“Come Regione siamo intervenuti, in più occasioni, con risorse destinate a lavoratori e imprese che hanno pagato la crisi legata alla pandemia, consapevoli che il turismo rappresenti un elemento fondamentale per il nostro sistema economico. Inoltre, come assessorato del Turismo abbiamo anche prorogato la validità del bando 2020 per i contributi destinati all’organizzazione di eventi di intrattenimento, come concerti, spettacoli, festival culturali e folcloristici, che quindi si svolgeranno durante il 2021”.

Avete pensato a una strategia Covid-free, sulla falsariga di quanto fatto con il modello Baleari?
“Innanzitutto, l’intensa campagna di screening ‘Sardi e sicuri’ coi tamponi in tutti i territori e l’intensificarsi della campagna vaccinale. L’anno scorso, in tempi non sospetti e osteggiato da tutti, il presidente Solinas parlò di controlli agli arrivi nell’Isola, un ‘passaporto sanitario’ per garantire non solo i cittadini sardi, ma anche i numerosi turisti che si apprestavano ad arrivare. Poi, per l’ostilità del Governo nazionale non se ne fece nulla e tutti sappiamo come è andata. Già da qualche settimana, il Corpo forestale regionale effettua i controlli agli arrivi nei porti e negli aeroporti dell’Isola per verificare la presenza di un tampone negativo effettuato recentemente o, meglio ancora, l’eventuale vaccinazione all’insegna di un semplice slogan: ‘Vieni sano e riparti più sano’. Seppure, il miglior modello, come abbiamo proposto, sarebbe realizzare i controlli negli scali alla partenza. Siamo anche concentrati ad analizzare le condizioni che possono consentire la riapertura in piena sicurezza di tutte le aziende del comparto turistico, per mantenere i livelli occupazionali e contrastare gli effetti deleteri di questa emergenza sanitaria”.

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