Siccità, il progetto di Siciliacque per prevenire la crisi idrica

Siccità e rischi per la fauna acquatica, il progetto di monitoraggio di Siciliacque nei laghi Ancipa e Fanaco

Siccità e rischi per la fauna acquatica, il progetto di monitoraggio di Siciliacque nei laghi Ancipa e Fanaco

Simone Olivelli  |
martedì 12 Novembre 2024

L'obiettivo è quello di fornire una letteratura scientifica e valutare il carico biologico

Le condizioni dei grandi invasi artificiali che si trovano in più parti della Sicilia è uno dei temi che, in estate e non solo, hanno occupato più spesso le pagine dei giornali. L’attenzione è stata posta sull’abbassamento dei livello dell’acqua in seguito alla siccità. A preoccupare, però, è anche la situazione ecologica al proprio interno, specialmente per ciò che concerne le condizioni della fauna acquatica che si trova in quelli che, per quanto non siano di origine artificiale, sono per molti aspetti equiparabili a veri e propri laghi. A partire dagli animali che – anche in seguito all’immissione di esemplari introdotti dall’uomo – vivono al loro interno.

Un progetto di Siciliacque punta a realizzare un monitoraggio degli invasi Ancipa e Fanaco con l’obiettivo di fornire una letteratura scientifica che finora non è mancata e di valutare il carico biologico e gli interventi da adottare nel caso in cui questi invasi dovessero andare ulteriormente in crisi idrica. “La riduzione dei volumi d’acqua senza la conoscenza delle biomasse presenti potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza dell’intera comunità e dello stesso ecosistema lacustre”, si legge in una relazione depositata alla Regione nell’ambito del procedimento attivato per verificare la necessità di sottoporre il progetto alla valutazione di incidenza ambientale.

L’importanza per l’avifauna

Sia il lago Ancipa sui monti Nebrodi che il Fanaco, nel territorio di Castronovo di Sicilia, sono caratterizzati dalla presenza di varie specie acquatiche e ricadono in aree che fanno parte dei siti protetti della Rete Natura 2000. Pesci e anfibi sono di fondamentale importanza anche per gli equilibri relativi all’avifauna che da decenni ha nei due siti altrettanti punti di riferimento.

Situato a un’altitudine di 1300 metri, il lago Ancipa – nato negli anni Cinquanta per procurare energia elettrica alla Sicilia – si trova tra i comuni di Cerami, Troina e Cesarò. “Ha una elevata importanza per la fauna ornitica e rappresenta un luogo di sosta per l’avifauna acquatica svernante e di transito di specie migratrici”, si legge nella relazione.

Sui Nebrodi sono state censite oltre 150 specie di uccelli, compresa l’unica coppia nidificante di aquila reale, senza dimenticare germani reali, folaghe, tuffetti e grifoni. “Le sue acque nel tempo sono state colonizzate da specie ittiche, immesse artificialmente”, si legge nel documento. Per quanto riguarda il Fanaco, nato nello stesso decennio dell’Ancipa tramite lo sbarramento del fiume Platani, la sua importanza è legata anche alla presenza di anfibi e rettili nei terreni limitrofi, compresa la testuggine lacustre siciliana.

Anche in questo caso la presenza di pesci rappresenta un fattore attrattivo per numerose specie di uccelli, al punto che la zona dei monti Sicani è inserita nel programma di conservazione Iba (Important Bird Areas), con tre coppie nidificanti di aquila reale e altre specie di di estremo interesse. Dall’aquila del Bonelli al falco lodaiolo, dal lanario al falco pellegrino, fino ai predatori notturno come il barbagianni, la civetta, l’assiolo e l’allocco. A ridosso del lago non di rado si avvistano anche specie caratteristiche delle zone umide, come il merlo acquaiolo, l’usignolo di fiume, il picchio rosso maggiore, la capinera o la cinciarrella. 

“La fauna ittica, nonostante la presenza quasi esclusiva di specie alloctone (introdotte dall’uomo) costituisca, anche per quest’invaso, una componente importante, ha un ruolo non indifferente nella regolazione e determinazione della qualità delle acque stesse e contribuisce in modo significativo all’equilibrio dell’ecosistema”, viene sottolineato nella relazione.

La pesca

Il progetto promosso da Siciliacque, che vedrà coinvolta anche l’associazione Macrostigma International di Rosolini, sarà articolato in cinque fasi. Tra queste si segnalano attività di pesca con l’obiettivo di definire una lista tassonomica delle presenze nei due laghi artificiali. “Va detto che l’attività di monitoraggio e caratterizzazione, totale o parziale, delle specie ittiche alloctone nei laghi interni è una procedura che tutela la biodiversità acquatica ed è prevista dai piani di gestione di tantissimi invasi – si legge – Negli invasi artificiali, in particolare, dove la presenza dei pesci è considerata una conseguenza diretta di introduzioni, più o meno recenti, ad opera dell’uomo e in mancanza o nell’impossibilità di effettuare controlli di accesso, si procede periodicamente ad interventi di controllo e, se è il caso, di riduzione delle biomasse”.

La proposta al vaglio della Regione prevede l’utilizzo di diversi metodi di pesca: dalle reti alle trappole fisse, fino all’elettropesca. In merito a quest’ultima tecnica viene specificato che “è un metodo rapido e relativamente innocuo, basato sull’effetto provocato dai campi elettrici sul pesce” e viene assicurato che “se correttamente praticata, è in genere innocua”.
Il progetto prevede che “all’arrivo del pescato si procederà a una immediata valutazione tassonomica, conseguentemente ad una selezione tra organismi da abbattere (alloctoni) ed esemplari da conservare vivi (specie autoctone, piccole taglie, catture accidentali)” per poi essere reimmessi nel lago. 

Impatto ambientale

Per Siciliacque, il monitoraggio e l’intervento sulla fauna acquatica sarà compatibile dal punto di vista ambientale, in quanto “coerente con quanto previsto nei piani di gestione in merito alla necessaria e periodica attività di monitoraggio e analisi della biodiversità dei siti Natura 2000 e, nello specifico, della valutazione, della composizione specifica delle biomasse presenti nei laghi, in funzione soprattutto della dimensione numerica degli organismi alloctoni”. E per questo motivo – secondo la società proponente – non sarà necessario sottoporre gli interventi alla Vinca.

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