Stop petrolio russo, Turano: "Disparità nel trattamento della Sicilia" - QdS

Stop al petrolio russo, niente deroghe per la raffineria di Priolo. Turano: “Disparità di trattamento per la Sicilia”

Stop al petrolio russo, niente deroghe per la raffineria di Priolo. Turano: “Disparità di trattamento per la Sicilia”

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mercoledì 01 Giugno 2022

L'assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Mimmo Turano, commenta le sanzioni Ue contro la Russia, le deroghe e la "disparità di trattamento oche danneggia la Sicilia".

“Risulta francamente incomprensibile la mancata richiesta da parte del governo italiano di inserire la raffineria di Priolo tra le deroghe previste nel nuovo pacchetto di sanzioni sul petrolio russo. Siamo davanti ad una abnorme disparità di trattamento che danneggia la Sicilia”.

Lo afferma l’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Mimmo Turano, commentando le decisioni del Consiglio europeo sullo stop al petrolio greggio russo via mare che scatterà il prossimo febbraio e la posizione di svantaggio della Sicilia in questa questione.

Stop al petrolio russo e la posizione della Sicilia

L’assessore Turano, che ha seguito il dossier sul petrolchimico siracusano per conto del governo Musumeci, sottolinea che “le raffinerie di Priolo come quelle di Burgas in Bulgaria vengono approvvigionate con greggio russo. Soltanto quest’ultima, però, ha ottenuto il permesso di continuare ad acquistare petrolio dalla Russia fino al 2024″.

“È evidente la disparità di trattamento nei confronti della Sicilia, soprattutto se consideriamo che in sede di Consiglio europeo sono state concesse deroghe anche a Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia – con l’esclusione dell’oleodotto Druzhba – dal sesto pacchetto di sanzioni Ue”.

La raffineria di Priolo si approvvigiona al 100 per cento di petrolio russo da quando il sistema creditizio le ha voltato le spalle. Mi aspetto, a meno che il Governo non riesca a strappare una deroga in extremis, che l’esecutivo nazionale individui un percorso per salvare il petrolchimico siracusano e i suoi oltre diecimila lavoratori”, conclude Turano.

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