Nella tarda serata di ieri è stata dichiarata la morte celebrale del figlio minore e del vicino di casa 69enne.
Mercoledì mattina a Nuoro, in Sardegna, un uomo di 52 anni ha compiuto una strage in famiglia uccidendo a colpi di pistola la moglie, due figli e un vicino di casa.
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Poi è andato a casa di sua madre e ha sparato anche a lei, ferendola. Infine si è ucciso. L’uomo si chiamava Roberto Gleboni, era dipendente di Forestas, l’agenzia forestale della regione Sardegna, ed era incensurato. Faceva parte di un sindacato del suo settore, il Fai CISL.
Strage in famiglia a Nuoro, la ricostruzione
Secondo le ricostruzioni degli investigatori, intorno alle 7 di mercoledì Gleboni avrebbe prima sparato in casa alla moglie Giuseppina Massetti. Poi sarebbe andato nella camera da letto della figlia Martina, di 25 anni, sparando e uccidendo anche lei. In seguito avrebbe sparato anche agli altri due figli, di 9 e 14 anni: il primo è stato inizialmente ricoverato in gravi condizioni in ospedale, il secondo è stato ferito in modo grave. In serata purtroppo, per il piccolo è stata dichiarata la morte celebrale. Dopo aver sparato alla moglie e ai figli, Gleboni sarebbe uscito di casa e sul pianerottolo avrebbe incrociato il vicino Paolo Sanna, di 69 anni. Ha sparato anche a lui, ferendolo gravemente: anche per Sanna è stata dichiarata la morte cerebrale in ospedale.
In seguito l’autore della strage a Nuoro avrebbe preso l’auto per recarsi a casa di sua madre, Maria Esterina Riccardi, di 84 anni. Sarebbe entrato e le avrebbe sparato, ferendola al collo (ma non è in pericolo di vita). Poi, in base alle ricostruzioni degli investigatori, si sarebbe ucciso davanti a lei con la pistola con cui aveva compiuto gli omicidi. Gleboni deteneva legalmente la pistola per uso sportivo e da poco gli era stato rinnovato il porto d’armi.
Per il momento non sono state avanzate ipotesi sul movente della strage a Nuoro e le indagini sono ancora in corso. Vicini e conoscenti hanno raccontato che Gleboni e la moglie si stavano separando, ma nei suoi confronti non c’erano state segnalazioni o denunce di violenze in famiglia. L’unico figlio sopravvissuto ha raccontato agli investigatori che poco prima della strage sua madre e suo padre avevano litigato.