Stupro a Palermo: intercettazioni e i nomi degli indagati

L’orrore dello stupro di gruppo e le intercettazioni, Sicilia sotto shock: “Dai, che finiamo sui giornali”

L’orrore dello stupro di gruppo e le intercettazioni, Sicilia sotto shock: “Dai, che finiamo sui giornali”

Redazione  |
venerdì 18 Agosto 2023

I NOMI degli indagati, il commento sconvolto del presidente Schifani, le intercettazioni e la rabbia di cittadini e associazioni di fronte a un atto di violenza atroce nel capoluogo siciliano.

“La violenza non va in vacanza“. Una riflessione amara quella di Telefono Rosa in seguito alla diffusione della notizia che ha sconvolto Palermo nelle scorse ore: l’arresto di ben 7 persone accusate dell’atroce stupro di gruppo ai danni di una 20enne.

Una notizia che sconvolge non per la sua singolarità – purtroppo non è il primo caso di questa natura – quanto per l’indifferenza degli indagati (uno, ricordiamolo, è perfino minorenne) di fronte alle suppliche di una ragazza chiaramente non consenziente e terrorizzata. E per la brutalità di filmare l’orrore con il cellulare, come se conservare un ricordo di quella sofferenza fosse una sorta di “premio” da concedersi dopo una serata a base di festini e alcol. “Dai, che finiamo nel telegiornale“, avrebbe detto uno degli indagati in una delle intercettazioni in mano agli inquirenti.

Lo stupro di gruppo a Palermo, chi sono gli arrestati

I nomi dei presunti autori della violenza sessuale hanno iniziato a girare poco dopo gli arresti, avvenuti tra il 3 agosto scorso e le scorse ore. Gli indagati sono: Angelo Flores, 22 anni, Gabriele Di Trapani, 19 anni, Cristian Barone, 18 anni, Christian Maronia, 19 anni, Samuele La Grassa, 20 anni, Elio Arnao, 20 anni. A questi si aggiunge quello del minore indagato (iniziali R.P.), in carcere come gli altri ma il cui nome non è stato al momento divulgato.

Sono nomi che rimarranno ben impressi nella mente dei palermitani, che nelle scorse ore sono venuti a conoscenza di una storia orribile che però merita di essere ascoltata e che si spera abbia la possibilità di risvegliare le coscienze su una violenza sempre più diffusa anche tra i giovanissimi.

La storia

La dinamica dello stupro di gruppo è ancora al vaglio dei carabinieri di Palermo, che indagano sul caso. Secondo una prima ricostruzione, gli indagati avrebbero approfittato dello stato di ebbrezza della giovane vittima per condurla in un’area isolata e violentarla a turno. Come se fossero legittimati dal fatto che la ragazza fosse ubriaca, inconsapevoli – o probabilmente incuranti – del fatto che il sesso senza consenso è reato. Sempre.

“Dicevo ‘Basta, aiuto’, ma alle mie urla di dolore mi ridevano in faccia“. Questo è solo parte del racconto della 20enne vittima dello stupro agli inquirenti. Il resto, la parte peggiore, sarebbe stato ripreso in un video del cellulare di Flores. Al termine dell’incubo, i sette avrebbero lasciato la 20enne a terra, incapace di muoversi. Poi due ragazze l’avrebbero notata e soccorsa, permettendole di chiamare il fidanzato e denunciare quanto subìto.

Come sempre in questi casi di violenza, il filmato purtroppo è finito online. Pare che in un messaggio con il video dell’orrore, Flores abbia scritto: “Ieri sera se ci penso un po’ mi viene lo schifo perché eravamo cento cani sopra una gatta. Una cosa così solo nei film porno l’avevo vista. Eravamo troppi, sinceramente mi sono schifiato un po’, ma che dovevo fare? La carne è carne”. Flores poi avrebbe avuto anche la “lucidità” di cancellare i video per evitare che si venisse a scoprire dello stupro.

Schifani: “Sono sgomento”

La vicenda dello stupro di gruppo a Palermo è arrivata perfino alle massime autorità regionali. In una nota, il governatore Schifani commenta: “Profondo dispiacere per la gravità inaudita dell’episodio e totale solidarietà alla giovane vittima: auspico che i colpevoli paghino senza sconti la loro bestialità di fronte alla giustizia”.

“Sono sgomento – sottolinea il governatore – per quanto sta emergendo dalle indagini degli inquirenti. Lo sono come presidente, ma ancora prima come padre, e mi stringo a questa ragazza e alla sua famiglia. La Regione farà tutto ciò che è nelle sue possibilità per essere al loro fianco. A partire dalla decisione di costituirsi parte civile nell’ambito del procedimento penale relativo allo stupro di gruppo di cui è rimasta vittima. Crediamo si tratti di un gesto ineludibile di fronte a casi di efferata violenza e di particolare impatto e rilevanza sociale nella vita della nostra comunità. Lo dobbiamo alla giovane vittima e a tutte le donne che subiscono violenza”.

“Ma quello che serve – conclude Schifani – è prima di tutto un cambio di passo culturale, in una società che deve mettersi alle spalle logiche di violenza inaccettabili, per affrancarsi definitivamente da modelli sociali ed educativi nei quali la prevaricazione maschile verso le donne è ritenuta normale, o quasi, a partire dai piccoli gesti quotidiani”.

Immagine di repertorio

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