"Il nostro primo dovere è quello di essere una Chiesa che, in nome di Cristo, sta in mezzo alla vita sofferta del popolo", ha detto Bergoglio
“Tendere le mani, rialzare i fratelli, ricordare loro che Dio è fedele alle sue promesse, esortarli ad andare avanti. Le nostre mani sono state ‘unte di Spirito’ non solo per i sacri riti, ma per incoraggiare, aiutare, accompagnare le persone ad uscire da ciò che le paralizza, le chiude, le rende timorose”. Così Papa Francesco incontrando Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose nella cattedrale di Giuba in Sud Sudan.
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“Sostenere con la preghiera davanti a Dio le lotte del popolo, attirare il perdono, amministrare la riconciliazione come canali della misericordia di Dio che rimette i peccati: è il nostro compito di intercessori!”, dice il Papa. “Ai Pastori – sottolinea Bergoglio – è richiesto di sviluppare l’arte di ‘camminare in mezzo’: in mezzo alle sofferenze e alle lacrime, in mezzo alla fame di Dio e alla sete di amore dei fratelli e delle sorelle. Il nostro primo dovere non è quello di essere una Chiesa perfettamente organizzata, ma una Chiesa che, in nome di Cristo, sta in mezzo alla vita sofferta del popolo e si sporca le mani per la gente“.