Ma i miracoli neorealisti non avvengono solo a Milano, ma in politica anche in questa strana, disgraziata, struggente per Bellezza, terra di Sicilia
Non è un film con il Principe de Curtis, e nemmeno un episodio della serie che ha reso famoso “Ciro” Marco D’amore, non è una fiction ma è la realtà della politica siciliana. Salvatore Cuffaro, in arte politica Totò, è la vera sorpresa della politica siciliana. In tanti lo davano per morto e sepolto, per velleitario restauratore di catafalchi democristiani del ‘900, ma intanto lui ha preso la stessa percentuale della Lega di Salvini, e come Berlusconi chiede pari dignità alla Meloni, così Cuffaro potrebbe chiedere, e lo farà, a Schifani.
Cosa ha di sorprendente Cuffaro? Che senza una lira e sedi di partito, senza deputati portatori di robusto consenso, con un messaggio ideologico di valori e parole d’ordine che vengono dal passato, ormai remoto, della Prima Repubblica ha portato a votare quasi il 7 per cento dei siciliani che si sono recati alle urne. Che Totò era forte in Sicilia Occidentale era percepito, ma alcuni dubitavano che il suo appeal ce la facesse a fare strage di baci anche nell’altra parte dell’isola. Evidentemente è ormai immunizzato dal COVID ed il suo sangue dovrebbe essere studiato da un Crisanti, che invece si è infettato di politica. Invece, nonostante i dubbi di molti, ha fatto risultato pure a Catania, e a Ragusa ha fatto strike con il sindaco uscente di Modica, fregando il seggio a Lega e Forza Italia. Cosi ribadendo il detto che “se Ragusa si insonna Modica ritonna”.
Ha costruito con pazienza e determinazione, ed anche con rischio in questa terra, liste senza big di preferenze, realizzando una mobilità sociale politica, senza nessun vincitore a tavolino. Ha appassionato moltissimi giovani candidati, rendendoli protagonisti, dandogli una vera opportunità di partecipazione, come fossero elezioni universitarie in cui lui era maestro. Ha detto parole antiche, apostolico romane, in cui la romanità è legata alla centrale del sapere politico e non all’antico, sempre amico, dioscuro Saverio. Ed a Roma guarda Cuffaro, per capire i nuovi equilibri in cui può incardinare la Democrazia Cristiana Nuova. Ossia l’antica DC, di cui era l’ultimo forse dei Mohicani, e ne sono stato testimone, fatta di persone nuove, moltissime delle quali sono nate dopo la chiusura del partito di De Gasperi e Moro, di Alessi e Mannino. Chi ci credeva a questa scommessa? Ben pochi. Come poteva un condannato, che aveva espiato una colpa infame, interdetto alle elezioni, riuscire in questo miracolo?
Ma i miracoli neorealisti non avvengono solo a Milano, ma in politica anche in questa strana, disgraziata, struggente per Bellezza, terra di Sicilia. Il futuro? Per chi lo conosce, dopo l’ottenuta riabilitazione, è a Roma, magari vicino alla Domus Aurea, da suggeritore di qualche leader più giovane di lui, anche lui in cerca di riscatto. Di riscatto Totò se ne intende.
Cosi è se vi pare.
Giovanni Pizzo
A volte ritornano . . .ma, dedicarsi ad altro, no vero ? ? Portare per esempio, i nipotini ai giardinetti? Giocare alla bocciofila? Dedicarsi alla cucina?