Fermi nel mezzo della Sicilia, con 37 gradi all'ombra, il racconto di una testimone: "Pieno di turisti, mi sono vergognata".
Fermi nel mezzo della Sicilia, con 37 gradi all’ombra, all’interno di un treno senza aria condizionata. Sembrerebbe la trama di un romanzo, ma è storia vera quella che è accaduta a Donatella domenica pomeriggio. “L’ennesimo viaggio della speranza” – ci dice. “Alluccinante”.
Treno fermo senza aria condizionata
La sua avventura per raggiungere Palermo da Catania è quella di tantissimi siciliani di fatto divisi, non tanto dalla distanza, si tratta di meno di 200 km, ma dall’assenza di infrastrutture e di collegamenti efficaci. Ovvero che permettano di percorrere un tratto di strada che nel resto d’Italia si fa in meno di 2 ore, in un tempo ragionevole. E invece no, meno di 3 ore non si impiega, né su treno né su gomma. Ma, domenica scorsa, Donatella ne ha impiegate 4 e mezza. Una grande sudata e tanta collera per poter tornare a casa.
Aria soffocante: le proteste dei passeggeri
Donatella lo racconta al Quotidiano di Sicilia, evidentemente infastidita ma quasi rassegnata a uno stato di cose che non sembra migliorare. “Siamo partiti da Catania alle 15:20 – racconta al QdS, riferendo che il treno, inizialmente, era diretto a Messina. “Sul “Minuetto” già in partenza l’aria condizionata non funziona va bene, ma è stato fatto partire lo stesso”. Salvo poi fermarsi al centro della Sicilia, a Caltanissetta Xirbi perché proprio l’aria condizionata non funzionava più. “Qualcuno si è lamentato – continua la donna – fino a quando una ragazza, visibilmente angosciata e agitata non ha deciso di fermare il treno e chiamare la Protezione civile”.
Il treno fermo a Caltanissetta-Xirbi: arriva la protezione civile
Il treno senza aria condizionata, d’altronde, era diventato un forno. “Eravamo in tanti -prosegue Donatella – e non si respirava. In molti hanno dovuto levare la mascherina, mettendo a rischio tutti. Ci siamo fermati a Xirbi e siamo restati lì per molto tempo. Qualcuno è sceso per aspettare il Freccia bianca delle 18, noi abbiamo deciso di proseguire sempre in condizioni catastrofiche e siamo arrivati a Palermo poco prima delle 20, quando saremmo dovuti arrivare alle 18,30”.
“Un inferno: mi sono vergognata per i turisti”
Un inferno per tutti i passeggeri, un ricordo indelebile per i turisti presenti sul treno. “Ce n’erano numerosi – prosegue la donna – sia italiani che stranieri. Mi sono vergognata per l’immagine che abbiamo mostrato. E’ una condizione assurda: ormai per fare Palermo – Catania io mi faccio il segno della croce”. Non cambia se, anziché il treno si preferisce l’autobus – cosa che per i prossimi tre mese sarà obbligatoria, come confermato dal sottosegretario Cancelleri: i numerosi cantieri infatti rallentano la corsa del mezzo su gomma, che potrebbe essere bloccati anche a causa di incidenti. “Mentre il Nord progredisce e vede investimenti importanti, noi siamo abbandonati a noi stessi – conclude – con collegamenti fatiscenti e condizioni inaccettabili”.