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Tutti a votare per la nostra Europa

Carlo Alberto Tregua

Tutti a votare per la nostra Europa

sabato 25 Maggio 2019

I cittadini devono esprimersi

La possibilità che l’elettorato italiano, formato da 51 milioni di cittadini (ministero Interno), non vada a votare è elevata, a meno che molti di essi non si siano fatti abbindolare dalle argomentazioni dei vari esponenti di partito, le quali sono state incentrate quasi esclusivamente su questioni nazionali.
Non abbiamo sentito giornalisti, negli incontri radio-televisivi, né altri che scrivono sulla stampa nazionale e locale, confutare tali argomentazioni, sottolineandone la non pertinenza con l’attuale campagna elettorale.

Si tratta, infatti, di eleggere eurodeputati, per formare un Parlamento di 751 membri, di cui 73 italiani, che ha ancora poteri molto limitati, in quanto i provvedimenti che approva sono sempre soggetti alla definitiva ratifica del Consiglio europeo.
Si tratta quindi di un Parlamento a sovranità limitata. è questa forse la maggiore carenza democratica dell’Unione. Un Parlamento senza poteri effettivi vanifica la democrazia che obbliga a un rapporto di rappresentanza tra elettore ed eletto.


In ogni caso, occorre andare a votare perché chi si astiene ha sempre torto, anche se ampiamente giustificato per il disgusto che prova verso una Classe politica incompetente, ignorante e spesso corrotta.
Per chi votare? Non possiamo dare alcuna indicazione di voto per la semplice ragione che tutti gli elettori devono ragionare con la propria testa e fare una scelta oculata, sapendo che il proprio voto è sempre determinante, anche se rappresenta una goccia. Ma tante gocce fanno il mare.
Andare a votare è un dovere, oltre che un diritto. Chi non sceglie, di fatto fa scegliere gli altri e quindi si aggrega in quanto non esprime la propria volontà.
Non è vero che l’Europa è la causa dei mali del nostro Paese. Chi lo dice, si comporta come chi non è capace di risolvere i propri problemi e addebita alla sfortuna, alle circostanze avverse, ai nemici e ad altri tale incapacità.
Ogni elettore ha la responsabilità di esprimere il voto. Per cui non deve comportarsi da irresponsabile, non manifestando la propria volontà. Se vuole protestare, voti annullando la scheda.

Il Parlamento europeo, per quanto privo di poteri effettivi, è comunque indispensabile per rappresentare la volontà dei 508 milioni di europei (fonte Ue).
Va tenuto presente che proprio quest’anno deve essere varato il bilancio settennale 2021-27, che è lo strumento finanziario nel quale vengono allocate le entrate attraverso i pagamenti dei partners, mediante l’1% del loro Pil, e le uscite suddivise in: correnti e per investimenti. L’Italia partecipa alle spese correnti per 3 miliardi, mentre sono a disposizione degli investimenti 14 miliardi.
Il bilancio non è solo lo strumento per determinare le quantità delle masse finanziarie, ma anche per la loro qualità. Ciò significa indirizzare a un versante piuttosto che a un altro tali risorse. Ecco dove deve intervenire la scelta politica. Ecco dove interviene la capacità di un Paese, tessendo relazioni sia a livello politico che burocratico, in modo da coagulare consensi su importanti iniziative.


Il Parlamento europeo approva direttive e regolamenti, in via primaria. Gli stessi devono essere successivamente approvati, come abbiamo prima richiamato, dal Consiglio europeo. Le direttive non sono efficaci immediatamente perché devono essere recepite dai singoli parlamenti entro due anni: fino allo spirare di quel termine non hanno alcuna valenza. I regolamenti, invece, hanno valore di legge ed entrano in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
Ecco perché, su questi ultimi si concentra maggiormente l’attenzione sia del Parlamento che del Consiglio europeo, proprio perché sono cogenti.
Sono passati 62 anni dagli accordi del 1957 e ancora l’Ue è monca. L’unico vero tentativo di unione riguarda l’euro, al quale però partecipano solo 19 dei 28 partners. Proprio la mancanza di integrazione costituisce il maggior punto debole dell’Ue. La causa è l’egoismo di ogni Stato che non vuole perdere nessuna altra parte della propria sovranità, non comprendendo che l’unione fa la forza e che da soli si muore.

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