Intervista al rettore Fabrizio Micari: i punti di forza dell’Ateneo in un anno così complicato. “Abbiamo riconquistato attrattività. Contiamo di arrivare a un totale di 11 mila iscrizioni”
PALERMO – Informatizzazione, esoneri dalle tasse per studenti in disagio economico, master che puntano a una sanità efficiente che cerca di ripartire dall’esperienza della pandemia da Covid-19. Sono soltanto alcuni dei programmi dell’Università di Palermo per il prossimo futuro.
UniPa ha superato la prima fase di emergenza della pandemia e ha rafforzato gli strumenti messi in campo per affrontare il nuovo anno accademico in questa seconda ondata di contagi. “Dopo l’estate – dice il rettore Fabrizio Micari – abbiamo provato a far ripartire tutte le attività e a riaprire i laboratori. Con il Dpcm di novembre abbiamo dovuto fermare tutto perché la didattica è ritornata a distanza, a eccezione dell’attività connessa ai laboratori. Stiamo tornando sostanzialmente a chiudere tutto quello che avevamo aperto, ma l’obiettivo è quello di non lasciare indietro nessuno e di fare in modo che i ragazzi possano seguire i corsi. D’altra parte, siamo in una situazione in cui la Sicilia è sottoposta a un’ondata di contagi nettamente peggiore rispetto ad aprile e a marzo”.
La pandemia sta facendo emergere la necessità di una nuova organizzazione del sistema sanitario. L’Università come vive questo momento?
“È chiaro che la pandemia ci ha colpito non soltanto sul fronte della didattica, ma per quanto riguarda il Policlinico, che è il nostro ente strumentale, ed è in prima linea con i posti letto, i tamponi e altro ancora. Policlinico e Facoltà di Medicina sono fortemente coinvolti. Recentemente, inoltre, abbiamo firmato un accordo con la Regione siciliana che consente al sistema sanitario di avere risorse professionali e disciplina le modalità di svolgimento della formazione per l’assunzione a tempo determinato dei medici specializzandi. È un’iniziativa importante”.
All’università di Palermo ha preso il via il master di II livello in Organizzazione e management delle strutture e dei servizi sanitari. Qual è l’obiettivo?
“Il master è appena partito. La pandemia ha dimostrato che il sistema sanitario era rimasto indietro. Abbiamo vissuto decenni di tagli dai governi che si sono susseguiti nella sanità e nell’istruzione. Solo nell’ultimo anno abbiamo ricevuto maggiori risorse. Ci siamo così trovati con ospedali in difficoltà per organici sottodimensionati e pensionamenti. Il sistema va riformato immettendo nuove risorse umane e il master ha l’obiettivo di formare giovani ben preparati. Speriamo che questa pandemia possa essere anche l’occasione per capire gli errori fatti e per la ripartenza”.
Il vostro bilancio vi consente di guardare serenamente al futuro?
“Il bilancio è solido. Quest’anno abbiamo avuto un maggiore finanziamento dello Stato di circa otto milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. Il nostro bilancio è di 270-280 milioni di euro”.
Qual è oggi lo stato di salute dell’Università di Palermo?
“Abbiamo riconquistato attrattività. Grazie all’incremento di risorse economiche dell’ultimo anno, abbiamo anche un piano ricercatori e una no tax area. Covid a parte, che frena le iscrizioni fuori città o regione, sono convinto che la riformulazione completa dell’offerta formativa e la no tax area per studenti con un modello Isee uguale o inferiore a 25 mila euro abbiano fatto crescere il numero di immatricolazioni. Due studenti su tre non pagano tasse. Oggi abbiamo circa 10.600 studenti, l’anno scorso erano 10.200. Le iscrizioni sono ancora aperte e contiamo di arrivare a quota 11 mila. Siamo felici di questo risultato, al mio insediamento, nel 2015, erano 7.700. Il 92% degli studenti della provincia di Palermo sceglie la nostra Università”.
Quali azioni avete intrapreso per fare in modo che i ragazzi siano il più possibili agevolati nell’istruzione?
“Prevediamo di incrementare l’informatizzazione di tutte le procedure, di attrezzare meglio tutte le nostre aule per la trasmissione delle lezioni a distanza. Stiamo anche investendo nella manutenzione del nostro patrimonio immobiliare per migliorare i servizi. È un processo continuo che si può intraprendere con un bilancio solido”.