UniPa lancia il progetto “Generazione resiliente” - QdS

UniPa lancia il progetto “Generazione resiliente”

redazione

UniPa lancia il progetto “Generazione resiliente”

giovedì 06 Giugno 2024

L’Ateneo ha deciso di porre sempre più in primo piano il benessere psico-fisico degli studenti universitari. Il rettore Midiri: “I giovani non devono essere seguiti solo in ambito accademico”

PALERMO – Le pagine della cronaca nera vedono periodicamente notizie di giovani studenti che compiono l’insano gesto di togliersi la vita. L’ultimo episodio è stato scoperto ieri mattina a Milano, dove sembra che un giovane studente venticinquenne si sia lanciato dal tetto dello studentato universitario del Politecnico.

All’Università di Palermo pare giunta la consapevolezza che l’estrazione sociale e il bagaglio culturale non proteggano i giovani universitari più di altri coetanei dotati di minori strumenti nella resistenza allo stress. Studenti che, esposti a pressione e frustrazioni, reagiscono manifestando la propria vulnerabilità. Un disagio psicologico la cui conseguenza è la manifesta “necessità di un interlocutore con il quale aprirsi”, come testimoniato dal professor Francesco Cappello, nominato dal rettore Massimo Midiri prorettore alla vita studentesca dell’Ateneo palermitano.

Il progetto “Generazione resiliente”

Su input della professoressa Carla Cannizzaro, docente ordinario del Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata, delegata per le iniziative di Ateneo in materia di prevenzione delle dipendenze patologiche e di promozione del benessere, l’Università di Palermo ha avviato il progetto di ricerca e studio “Generazione resiliente: stili di vita, abitudini e capacità di adattamento allo stress degli studenti UniPa”. Un progetto “self report”, ma con un ampio bacino di studenti volontari – sull’ordine delle migliaia di adesioni – e un monitoraggio di un triennio degli stessi soggetti. L’iniziativa, “importantissima e di cui si sente il bisogno”, come è stata definita dal vice prefetto Maria Baratta, presente in aula magna di palazzo Steri alla presentazione del progetto, è quindi stata accolta favorevolmente anche dalla Prefettura di Palermo.

Il 58% degli studenti insoddisfatto di sé stessi

La base di partenza per il progetto, che verrà curato dalla professoressa Cannizzaro, è tutt’altro che rassicurante. Il 58% degli studenti intervistati dal gruppo di ricerca si ritiene soddisfatto di sé stesso. Poco meno della metà degli studenti non ritiene quindi la propria persona all’altezza su qualcosa o in generale, ritiene cioè di non soddisfare le proprie o altrui aspettative. Le studentesse risultano inoltre meno resilienti dei loro colleghi di sesso maschile. Una soglia di vulnerabilità che pare slatentizzarsi nel periodo post pandemico, con un aumento di uso di droghe e alcol e con l’emergere di sempre più diffuso disturbo del sonno. Nelle abitudini sociali dei giovani emerge anche la tendenza al binge drinking, con oltre quattro drink a base superalcolica consumati in appena un paio di ore. Insoddisfazione e rifugio nell’alienazione, tra studenti di età compresa fra i 20 ed i 25 anni circa, sono un importante campanello d’allarme sociale su cui l’Università di Palermo lavorerà già a partire da questo primo progetto di durata triennale.

La visione del rettore du Unipa Massimo Midiri

La visione del rettore Massimo Midiri è chiara: “Noi siamo fermamente convinti che gli studenti universitari debbano essere seguiti a tutto tondo, non soltanto sull’aspetto meramente accademico. Dobbiamo fare uscire dal nostro Ateneo professionisti validi, ma con sensibilità ancor più grande in una fase difficilissima di un momento di transizione in cui da poco più che adolescenti si passa a diventare uomini più maturi, quindi abbiamo deciso di assistere e attenzionare fenomeni che si possono generare anche in relazione allo stress scolastico”.

Midiri, che ha accolto e sostenuto il progetto proposto dalla professoressa Carla Cannizzaro e ha sostenuto l’attenzione posta dall’Università verso gli studenti già dal post Covid, vista una “condizione psico-fisica degli studenti fortemente compromessa dal periodo della pandemia”.

In Ateneo, oltre al Cot, il Centro di orientamento e tutorato, nell’affiancamento agli studenti, “oggi ci sono delle figure, in un centro dedicato, che intervengono con dei meccanismi di intervista per rilevare immediatamente stati di malessere psicologico”, ha spiegato ancora Midiri.

In atto si stanno ponendo quindi una serie di iniziative che, ha evidenziato il rettore, puntano a “intervenire su quello che rappresenta il benessere lavorativo” degli studenti, incluse nuove strutture sportive all’interno del campus.

“Riteniamo – ha concluso il rettore Parlando al QdS – che vivere una parte del proprio tempo, della propria giornata, in un ambiente favorevole, quindi con condizioni climatiche, condizioni di luce, condizioni di benessere lavorativo, sia importante per avere il migliore risultato possibile”.

Infine, sul progetto “Generazione resiliente” ha aggiunto: “Questa attenzione alla vita delle persone e allo stress lavorativo indotto anche dallo studio, riteniamo sia un punto centrale del modo in cui intendiamo l’Università”.

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