Acitrezza trasformata prima in scena del crimine poi nel tempio del dolore. Nel luogo del delitto tanti fiori e messaggi per ricordare Vanessa, ecco le foto
Sono trascorse poco più di 24 ore dalla notizia dalla scomparsa di Vanessa
Zappalà, uccisa a colpi di pistola dal suo ex, trovato qualche ora dopo impiccato.
Una tragica storia di femminicidio, un’altra che si aggiunge e che purtroppo deve essere raccontata.
Acitrezza, da luogo di villeggiatura e spensieratezza si è trasformato in una scena del crimine a cielo aperto.
Il borgo marinaro, famoso per i suoi faraglioni “I Ciclopi”, i ristoranti di mare e gli ultimi maestri d’ascia, si è divisa tra l’indifferenza dei turisti
e il cordoglio dei tanti residenti che hanno voluto ricordare Vanessa.
Molti stranieri di passaggio ad Acitrezza non hanno ben compreso cosa fosse successo a pochi metri da loro. E tra uno spritz e un altro hanno proseguito la loro vacanza. Insieme a loro tanti giovani camminavano e si divertivano come se nulla fosse successo.
Altri, residenti del luogo soprattutto, commentavano l’epilogo della vicenda di fronte i faraglioni, “si poteva impiccare anche senza ammazzarla quella povera ragazza” oppure “un’altra ammazzata, e lo Stato dov’è?”. Ogni tanto qualcuno in motorino notava i mazzi di fiori, si fermava, scattava una foto e poi andava via-
Il luogo del delitto si è trasformato, nel pomeriggio, in un tempio del dolore. Tanti mazzi di fiori posti dove Vanessa è caduta e non si più rialzata. Molte persone si sono fermate a recitare una preghiera, ad inginocchiarsi per leggere i bigliettini lasciati insieme ai fiori.
Uno di questi, firmato dai proprietari di un noto ristorante di Acitrezza. Solo poche parole “Piccolo Angelo riposa in pace“. In un altro è scritto “Che la tua anima e i tuoi cari possano trovare pace“.
Gli ultimi istanti di Vanessa sono stati li, in una notte d’estate come tante, tra le risate con gli amici e la speranza di aver ritrovato quella serenità che aveva da tempo aveva perso e che il suo ex ha cancellato, per sempre, dopo aver premuto il grilletto di una pistola.
In mezzo ai fiori, ancora i segni dei rilievi della scientifica, a tracciare la caduta dei bossoli di quei proiettili, chiodi di bara che Antonino Sciuto ha piantato nella bara di Vanessa, un progetto di vendetta già elaborato nella sua mente, portato a termine e concluso con la sua morte.
Marco Panasia