Vinti, vincitori e dispersi - QdS

Vinti, vincitori e dispersi

Vinti, vincitori e dispersi

sabato 23 Ottobre 2021

Tutto è accaduto nell’eco del silenzio elettorale del giorno precedente interrotto da schiamazzi vari e nella successiva indifferenza espressa da una debacle della affluenza al voto che in certe parti ha toccato il 74% di astensioni con gli elettori senza maschera e senza certificato di immunità che ha dato a tanti la gioia, han detto, d’esser liberi: prosit.
Noi in Sicilia non coinvolti; ma il “continente”, con le sue maggiori Città, capitale in testa -ben 62 – e cinque milioni di elettori, ha fatto sì che ora abbiamo tre Italie: una Comunale divisa paritariamente tra destra e sinistra, una Regionale con maggioranza destra (16 a 5) ed una parlamentare politica a maggioranza 5Stelle/sinistra: alla Camera ed al Senato. Perfetto.

Ed allora il “meno male che Mario c’è” diventa il mantra di un Paese che non ha identità se non quella di un governo di unità nazionale (pietosa bugia) i cui componenti ben mascherati (solo ragioni igieniche?) ubbidiscono al capo, che ha idee chiare e che procede come un bulldozer sapendo che se qualcuno tentenna chiude bottega e se ne torna al suo paesello. Fin quando questa anomalia storica potrà durare è nelle mani del Padreterno nel quale ciascuno, credente o no, confida perche nessuno ha la soluzione e pertanto si abbarbica su fatti ed avvenimenti che hanno la polvere della storia – fascismi, antisemitismi e similari – per dimostrare quanto abbia a cuore il paese, ma soprattutto la poltrona sulla quale siede consapevole che al 70% o più, non ritornerà dopo una elezione per 400 deputati e 200 senatori. Tutto qua.

Poi si può discettare quanto si vuole; ma è un fatto che a sinistra s’ode lo squillo dell’incertezza,a destra rimbomba quello di una destra una e trina (fatto politico-religioso?) ed ovunque il pianto disperato – che Giuseppi cerca di asciugare con lenzuola di blablablà – degli stellati di fatto dispersi e in viaggio verso lidi che li utilizzano, come ha fatto la sinistra, ad usum delphini. In questo baillame l’utilizzo dei fondi del Pnrr – arrivati i primi 25 miliardi- doverli utilizzare subito, pena la scomparsa di essi ed una burocrazia che da quella degli interni (flop mai visto) a quella di Brunetta – piccolo ma sincero- rende difficile anche l’uso del pallottoliere,batte banco. Se non è cabaret, lo si dica al popolo di una Repubblica fondata sul lavoro.

Che ci sarebbe se le leggi sugli appalti non tenessero lontani gli imprenditori onesti che non possono impazzire, tante e contraddittorie, e gli stranieri ben lungi dal venire per intraprendere. Ma anche per questo la politica ha la terapia: distrarre il popolo. Occuparsi di chi deve andare sul Colle dopo l’espressa volontà di Mattarella di non replicare e Draghi iposemico e sordo.

Ed ecco la destra pensare a Berlusconi, la sinistra (escluso Renzi per motivi”personali”) a Franceschini o Letta – eletto alla Camera e past Presidente del Consiglio (yes!) – ed i Conte- Grillini a Di Maio o, chiedendogli un grande sacrificio, a Giuseppi medesimo.
In locandina: domani si replica. Da una vita.

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