Un progetto di laboratorio sartoriale per ricominciare a vivere
RAGUSA – Una di quelle realtà di cui si dovrebbe parlare di più. Una realtà a favore dei più deboli, un impegno concreto verso il bene comune. Proxima, costituita nel 1999, ha iniziato la sua attività gestendo un servizio per minori presso l’ex base Nato di Comiso, rivolto ai figli minori a carico dei profughi kosovari accolti.
Successivamente, nell’aprile del 2003, la cooperativa realizza progetti rivolti a vittime di tratta ai sensi dell’art. 18 del T.U. sull’immigrazione e dall’art. 13 della legge 228/2003, mediante il finanziamento erogato dal Dipartimento per le pari opportunità ed il cofinanziamento di Enti Locali. In Italia ci sono circa 20 realtà simili, che realizzano dei progetti analoghi a Proxima: “Tutta l’Italia è coperta da un progetto anti tratta” dice Ausilia Cosentini, assistente sociale della Onlus che spiega l’esistenza di una piattaforma nazionale. Proxima, è stata coinvolta in progetti di gemellaggio insieme ad altre associazioni; quello che ricorda la Cosentini è il viaggio realizzato insieme all’associazione Lule di Milano verso la Romania, paese di provenienza di buona parte delle beneficiarie di entrambe le cooperative: un viaggio per andare a visitare i luoghi di provenienza delle vittime con lo scopo di fare una informativa di prevenzione ai giovani che in fase di adolescenza pensano di migrare verso l’Italia per migliorare le loro condizioni di vita e tramite questa campagna di sensibilizzazione si mettono in guardia da eventuali pericoli da rete di sfruttamento.
Proxima è l’unico ente no profit nella Sicilia orientale che copre le province di Ragusa (dove ha la sede), Siracusa, Caltanissetta, Enna e Agrigento. Obiettivo principale è quello di offrire opportunità di fuga, cambiamento e crescita a coloro i quali intendono sottrarsi all’assoggettamento e al condizionamento legati a situazioni di sfruttamento e di tratta. Trenta le figure professionali inserite all’interno di Proxima, tra operatori generici, educatori, mediatori linguistici, psicologi, legali e una figura sanitaria da quest’anno.
Ciascuno di essi ha un compito ben preciso per aiutare queste vittime di tratta, mettendo a loro disposizione un luogo sicuro e adeguato a soddisfare bisogni di protezione e sicurezza, fornendo sostegno finalizzato alla maturazione di competenze personali necessarie per il percorso di crescita e autonomia.
Proprio per questo sono nati dei laboratori, in particolare quello della sartoria, un ago e filo per “ri-cucire” le ferite: fondato nel 2017, la responsabile Letizia Blandino spiega come le partecipanti due volte a settimana hanno la possibilità di confrontarsi, condividere idee e soprattutto crescere insieme, sostenendo la cultura del riuso, infatti cercano quasi sempre, dove sia possibile, di utilizzare scarti tessili per dare nuova vita attraverso la lavorazione artigianale.
Di recente, in concomitanza con la giornata europea contro la tratta, si è tenuto l’evento “la moda che lotta” presso i locali culturali di via Matteotti a Ragusa. L’iniziativa è stata ideata sia per sensibilizzare la comunità sulle tematiche dello sfruttamento, sia per mostrare i lavori che le ragazze hanno ideato. “È la prima volta che organizziamo una sfilata la quale ha avuto molto successo e riscontrato più adesioni rispetto quelle previste” dice la responsabile del laboratorio sartoriale, aggiungendo come le ragazze si siano meravigliate di come si possa modificare un abito.
Le beneficiarie, provenienti la maggior parte dalla Nigeria e Romania, sono inserite all’interno di un percorso formativo che le aiuta a integrarsi nella nostra società e adattarsi alla nostra cultura. Dal 1 di luglio Proxima ospita 30 persone di cui 20 donne e 4 bambini.
Vanessa Amico