Sanità siciliana, il risanamento parta dalla razionalizzazione della spesa - QdS

Sanità siciliana, il risanamento parta dalla razionalizzazione della spesa

Patrizia Penna

Sanità siciliana, il risanamento parta dalla razionalizzazione della spesa

giovedì 01 Novembre 2012

Pubblichiamo un campione di beni di largo consumo da parte della sanità pubblica con i relativi prezzi. Mercato elettronico della Pa (Mepa): ecco come evitare gli sprechi nell’acquisto di beni e servizi

PALERMO – La sanità è la nota dolens per antonomasia della Sicilia. Nonostante la presenza innegabile di alcune punte di eccellenza, nel settore sanitario isolano disservizi e sprechi giocano ancora un ruolo da indiscussi protagonisti e costituiscono il vero ostacolo al risanamento. La riforma sanitaria, attuata dall’assessore regionale alla Salute Massimo Russo, ha destato non poche perplessità sul fronte del contenimento della spesa e a parlare, come sempre, sono i numeri: 9 miliardi e 421 milioni di euro la spesa per la sanità in Sicilia nel 2011, con un incremento rispetto all’anno precedente di ben 519 milioni, quando si era attestata a 8 miliardi e 902 milioni di euro.
Il dato è contenuto nella requisitoria del procuratore generale d’Appello della Corte dei conti per la Regione siciliana, Giovanni Coppola, durante l’udienza pubblica del giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio 2011.
Dall’urgenza di un risanamento vero del settore e di una razionalizzazione della spesa, scaturisce la volontà di incentrare proprio sull’acquisto di beni e servizi in ambito sanitario l’ultima delle sei puntate che il Qds ha dedicato all’approfondimento del metodo Consip come strumento efficace di risparmio, trasparenza ed efficacia della spesa.
Un lavoro certosino ma anche estremamente utile sotto il profilo giornalistico ed informativo che, a detta della Consip, “fino ad oggi nessun quotidiano ci aveva mai richiesto”.
Nella scorsa puntata, abbiamo pubblicato un piccolo ma significativo campione di beni e servizi di largo consumo (e relativi prezzi), acquistabili sul Mepa, ovvero il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione.
Il Mepa non va visto come un grande catalogo elettronico dove ad un prodotto corrisponde uno ed un solo prezzo unitario: “Un prezzo unitario -ci spiegano dalla Consip –, non è estraibile Il Mepa funziona come un vero negozio elettronico al quale possono accedere direttamente le Pa o le imprese dotate di firma digitale. I fornitori delle singole categorie merceologiche, che ammontano a più di un milione, sono più di uno ed i prezzi sono relativi a ciascun fornitore”.
Nella scorsa puntata abbiamo pubblicato i prezzi di un vasto range di prodotti: si va dalle scrivanie con cassettiera alle risme di fogli A4 in carta riciclata. Questa volta, come detto poc’anzi, il campione di beni e prezzi riguarda nello specifico il settore sanitario.
Nelle tabelle sotto, si legge che nella categoria arredi sanitari, ad esempio, per un letto, di altezza variabile, per la degenza dei pazienti, è possibile spendere dai 1.941 ai 2.860 euro. Per un defibrillatore esterno manuale o semiautomatico, si va dai 3.532 agli 8.961 euro.
Per l’acquisto di un’ambulanza, invece, il prezzo può variare a seconda di variabili tra cui la trasportabilità ed i rivestimenti interni: si va da un minimo di 48.884 ad un massimo di 61.375 euro.
Come già ampiamente illustrato, un prezzo unitario per ciascun prodotto non è estraibile ed il range di prezzo riportato si riferisce a prezzi minimi e massimi che comunque sono medi (cioè una media dei prezzi più bassi e più alti risultanti a catalogo dall’esame dei beni standardizzati, quindi presumibilmente simili per condizioni di fornitura e specifiche tecniche, anche se non perfettamente identici).
Ciò è stato fatto escludendo i prezzi estremi e concentrandosi sulle fasce di prezzo più ricorrenti, per dare una rappresentazione più realistica dei prezzi a disposizione.

VI ed ultima Puntata

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