Dalla Commissione speciale antimafia del Parlamento europeo 4 documenti su corruzione tra privati, negli appalti, nella Pa e sui fondi Ue. Solo nel 2010 oltre 13.600 casi di uso irregolare dei fondi europei sono stati scoperti dall’ufficio lotta antifrode (Olaf)
BRUXELLES (Belgio) – C’è molta carne al fuoco nella commissione speciale antimafia del Parlamento europeo, che in pochi giorni ha visto sfilare esperti ed eurodeputati che hanno discusso di confisca e riutilizzo sociale dei beni della criminalità organizzata, di riciclaggio di denaro sporco e di corruzione. Proprio sulla corruzione si è concentrata l’attenzione di molti parlamentari, che hanno anche presentato alla stampa le conclusioni di quattro documenti sulla corruzione tra privati, sugli appalti, sulla pubblica amministrazione e sui fondi europei.
Barbara Weiler, in particolare, si è occupata della criminalità organizzata e dello sperpero di fondi dell’Unione europea. “Sono necessarie – ha dichiarato presentando alla commissione il suo lavoro – nuove metodologie per sfruttare meglio i fondi strutturali”. Ciò che emerge dal documento firmato dall’eurodeputata tedesca è infatti che nel solo 2010 oltre 13.600 casi di uso irregolare dei fondi europei sono stati scoperti dall’Ufficio per la lotta antifrode (Olaf), per un danno totale di oltre 2 miliardi di euro. “Il crimine organizzato – si legge nel documento firmato dalla deputata socialista – è coinvolto nei casi di frode all’Ue e sta usando i proventi per finanziare altre attività criminali”. Tra le soluzioni proposte dalla Weiler, c’è anche quella di analizzare il progetto del ministero degli Interni italiano, “Capaci”, per il controllo finanziario degli appalti pubblici.
Oggi torneranno sull’argomento l’eurodeputato siciliano Salvatore Iacolino e la collega francese Véronique Mathieu, entrambi del Partito popolare, che terranno una conferenza sulla relazione tra sistema criminale e corruzione da una prospettiva europea.
Infine, pochi giorni fa è arrivata la conferma che la conferenza dei presidenti ha approvato la richiesta di estensione del mandato da marzo a settembre 2013. Manca quindi solo la ratifica della plenaria della prossima settimana a Strasburgo perché la commissione possa lavorare quei sei mesi in più che contribuiranno ad arricchire la relazione, cui sta lavorando proprio Salvatore Iacolino.