“Sono stati presentati moltissimi emendamenti, che sono un arricchimento: attraverso i compromessi siamo arrivati a un testo in larga parte condivisibile. Non credo ci saranno resistenze sul testo finale, la prima fase è passata bene, le previsioni sono ottimistiche. Il rapporto di medio termine ha visto accettate e approvate una serie di misure che noi avevamo auspicato. Sono ottimista da questo punto di vista”.
“È una commissione speciale, quindi prepariamo delle raccomandazioni, non un rapporto legislativo. Sono una serie di suggerimenti piuttosto avanzati rispetto all’attuale legislazione dei Paesi Ue. Ci proponiamo di dare un ‘minimo’ comune che permetta agli Stati europei di avere una legislazione omogenea. C’è un grande passo avanti, quello del riconoscimento del problema della criminalità organizzata e delle mafie in tutt’Europa, tant’è vero che si è arrivati a una commissione speciale e di un testo largamente condiviso. Questa è la base fondamentale su cui si costruisce il testo. Le raccomandazioni derivano dal riconoscimento di buone prassi, spesso di leggi italiane che hanno dovuto affrontare il problema prima di altri Paesi”.
“Le minacce sono state di una gravità enorme, e con la presidente Alfano abbiamo ritenuto di sottoporre la questione all’attenzione della commissione, che è stata fatta per cercare di affrontare i problemi e trovare le soluzioni. Le reazioni contrarie alla sua audizione sono rientrate, ora si dovranno riunire i coordinatori dei gruppi e decidere quando programmare l’incontro. Il problema è che il programma è già stabilito ed è serrato, bisogna rispettare i termini per la presentazione del rapporto”.
“Stiamo ancora lavorando su questo rapporto, cercando di accelerare i tempi. Ci sono stati diversi intoppi, non ultimo la richiesta di un parere giuridico: il riutilizzo sociale non viene infatti riconosciuto per la base giuridica del rapporto stesso. Cerchiamo comunque di mantenere il punto come raccomandazione per i Paesi membri, chiedendo che sia inserita nei regolamenti nazionali, perché il rapporto non può interferire con alcune leggi. Per noi è un messaggio politico che vogliamo lanciare. Lunedì c’è stato il primo trilogo con il Consiglio. Non sarà facile, il rapporto non ha avuto un percorso facile e non ci aspettavamo lo avesse. È un lavoro importante e complesso che interessa l’ordinamento giudiziario dei vari Stati. Con la relatrice, Monica Macovei, abbiamo avuto un buon colloquio martedì, in cui abbiamo sottolineato i punti irrinunciabili e abbiamo trovato una buona collaborazione”.
“Il Parlamento, come colegislatore, può adoperarsi affinché vengano approvate delle misure che i magistrati italiani possano utilizzare nella loro attività per agire di conseguenza. È un aiuto indiretto, ma il Parlamento può avere un ruolo. A livello europeo c’è molta attenzione: in questa legislatura ci si è mossi, con il rapporto sulla confisca e la commissione Crim. Siamo riusciti a suscitare un’attenzione su certi argomenti che prima sembravano assolutamente ignorati”.