Borsellino: "Lotta alla criminalità organizzata due testi per renderla efficace in tutta l’Ue" - QdS

Borsellino: “Lotta alla criminalità organizzata due testi per renderla efficace in tutta l’Ue”

Borsellino: “Lotta alla criminalità organizzata due testi per renderla efficace in tutta l’Ue”

martedì 04 Giugno 2013

Intervista del Quotidiano di Sicilia a Rita Borsellino, membro commissioni speciale Antimafia e Libertà civili. Confische dei beni: il Parlamento europeo sta lavorando ad una legislazione omogenea

PALERMO – Il Parlamento europeo tenta di affrontare la mafia e lo sta facendo con la relazione sulla direttiva sulla confisca dei beni, approvata dalla commissione Libertà civili, e con il lavoro della commissione speciale Antimafia. Membro di entrambi gli organi, l’europarlamentare Rita Borsellino traccia un bilancio dei due testi che mirano a rendere efficace in tutti gli Stati Ue la lotta al crimine organizzato.
Il rapporto di medio termine della commissione Crim è stato approvato. Come giudica il testo?
“Sono stati presentati moltissimi emendamenti, che sono un arricchimento: attraverso i compromessi siamo arrivati a un testo in larga parte condivisibile. Non credo ci saranno resistenze sul testo finale, la prima fase è passata bene, le previsioni sono ottimistiche. Il rapporto di medio termine ha visto accettate e approvate una serie di misure che noi avevamo auspicato. Sono ottimista da questo punto di vista”.
Quali sono gli elementi che considera più innovativi?
“È una commissione speciale, quindi prepariamo delle raccomandazioni, non un rapporto legislativo. Sono una serie di suggerimenti piuttosto avanzati rispetto all’attuale legislazione dei Paesi Ue. Ci proponiamo di dare un ‘minimo’ comune che permetta agli Stati europei di avere una legislazione omogenea. C’è un grande passo avanti, quello del riconoscimento del problema della criminalità organizzata e delle mafie in tutt’Europa, tant’è vero che si è arrivati a una commissione speciale e di un testo largamente condiviso. Questa è la base fondamentale su cui si costruisce il testo. Le raccomandazioni derivano dal riconoscimento di buone prassi, spesso di leggi italiane che hanno dovuto affrontare il problema prima di altri Paesi”.
Di recente si è parlato del caso del pm Nino Di Matteo.
“Le minacce sono state di una gravità enorme, e con la presidente Alfano abbiamo ritenuto di sottoporre la questione all’attenzione della commissione, che è stata fatta per cercare di affrontare i problemi e trovare le soluzioni. Le reazioni contrarie alla sua audizione sono rientrate, ora si dovranno riunire i coordinatori dei gruppi e decidere quando programmare l’incontro. Il problema è che il programma è già stabilito ed è serrato, bisogna rispettare i termini per la presentazione del rapporto”.
È soddisfatta del testo sulla direttiva sulla confisca? Soprattutto considerando che l’emendamento sul riutilizzo sociale è stato approvato?
“Stiamo ancora lavorando su questo rapporto, cercando di accelerare i tempi. Ci sono stati diversi intoppi, non ultimo la richiesta di un parere giuridico: il riutilizzo sociale non viene infatti riconosciuto per la base giuridica del rapporto stesso. Cerchiamo comunque di mantenere il punto come raccomandazione per i Paesi membri, chiedendo che sia inserita nei regolamenti nazionali, perché il rapporto non può interferire con alcune leggi. Per noi è un messaggio politico che vogliamo lanciare. Lunedì c’è stato il primo trilogo con il Consiglio. Non sarà facile, il rapporto non ha avuto un percorso facile e non ci aspettavamo lo avesse. È un lavoro importante e complesso che interessa l’ordinamento giudiziario dei vari Stati. Con la relatrice, Monica Macovei, abbiamo avuto un buon colloquio martedì, in cui abbiamo sottolineato i punti irrinunciabili e abbiamo trovato una buona collaborazione”.
Le istituzioni europee possono davvero aiutare i giudici e i pm nella lotta alla mafia?
“Il Parlamento, come colegislatore, può adoperarsi affinché vengano approvate delle misure che i magistrati italiani possano utilizzare nella loro attività per agire di conseguenza. È un aiuto indiretto, ma il Parlamento può avere un ruolo. A livello europeo c’è molta attenzione: in questa legislatura ci si è mossi, con il rapporto sulla confisca e la commissione Crim. Siamo riusciti a suscitare un’attenzione su certi argomenti che prima sembravano assolutamente ignorati”.
 


Crim, il primo testo europeo antimafia
 
BRUXELLES  – La commissione speciale sulla Criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro (Crim) del Parlamento europeo è stata istituita nel marzo 2012. Ne è presidente la siciliana Sonia Alfano (Alde), relatore Salvatore Iacolino (Ppe) e membro Rita Borsellino (S&D), oltre a deputati di tutti gli altri Stati Ue. Sta realizzando una relazione che rappresenta il primo testo europeo antimafia, una serie di raccomandazioni che potranno essere recepite dalla Commissione europea e dagli Stati membri. Dopo la presentazione del rapporto di metà mandato, il 18 giugno sarà discussa la relazione finale che dovrà essere pronta entro la conclusione del mandato, a settembre. La commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (Libe, da cui è nata Crim) ha invece approvato di recente la relazione di Monica Macovei (Ppe) sulla confisca dei beni alla criminalità organizzata. Il testo è al vaglio del trilogo, ovvero dell’incontro dei rappresentanti di Parlamento, Commissione e Consiglio.

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