Termini Imerese, per ora solo ipotesi - QdS

Termini Imerese, per ora solo ipotesi

Termini Imerese, per ora solo ipotesi

giovedì 01 Agosto 2013

Ieri ennesima riunione al ministero dello Sviluppo economico sul futuro dell’area ex Fiat, le parti si rivedranno a settembre. Biocarburanti, accumulatori d’idrogeno, bus verdi: almeno non si parla più di auto

TERMINI IMERESE (PA) – Si riaccende una fiammella di speranza per gli oltre 2.000 lavoratori che erano impegnati nelle fabbriche della Fiat e dell’indotto. Il 31 dicembre, quando finirà la cassa integrazione, si avvicina a grandi passi, ma dall’incontro di ieri a Roma tra Governo regionale, Governo nazionale, parti sociali e Fiat si iniziano a configurare almeno due possibilità concrete per riprendere l’attività e ridare il pane a molte famiglie locali.
 
Predicano prudenza i sindacati, si lascia andare a qualche promessa il governatore Rosario Crocetta, presente all’incontro che si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico. “L’incontro – ha esordito il presidente – è andato come pensavamo, è stato positivo. A settembre ci rivediamo per definire i termini dell’aggiornamento dell’accordo di programma sapendo che questa volta abbiamo un piano di investimenti certi”.
 
A questo punto va fatta una frenata. Il “piano di investimenti certi” di cui parla Crocetta è in realtà una serie di trattative con quattro diversi gruppi imprenditoriali. Ovviamente tra di loro non c’è la Fiat. Le dichiarazioni dell’ad Sergio Marchionne sono state fin troppo chiare: “Le condizioni industriali in Italia rimangono impossibili”. Figurarsi a Termini Imerese, dove il Lingotto ha recuperato armi e bagagli e ha lasciato il polo industriale 17 mesi fa. È stato il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, ad aver assicurato che quattro trattative sono in corso, di cui due in dirittura d’arrivo: Newcoop, Biogen (le due proposte più vecchie per la riconversione del sito), Landi (che si occupa di trasformazione di autobus da normali ad ibridi e avrebbe 100 occupati diretti) e delle aziende che producono carburanti di seconda generazione (con il coinvolgimento di 250 lavoratori). Altra azienda che già la prossima settimana dovrebbe visitare gli impianti è la Radiomarelli (con sede in Svizzera, si occupa di elettronica di consumo), che coinvolgerebbe 600 lavoratori e produrrebbe anche accumulatori d’idrogeno. La proposta, per il governatore, “è concretissima”.
 
Per quanto riguarda i biocarburanti, i posti di lavoro potrebbero arrivare fino a 500, anche se Crocetta vi vorrebbe dirottare nell’indotto i forestali in esubero. Considerando tutte le promesse e le false speranze del passato, la prudenza non è mai troppa. I sindacati puntano, per cominciare, a dare una prima sicurezza ai 1.300 lavoratori che erano impiegati dalla Fiat, attraverso il prolungamento della Cassa integrazione anche per il 2014: “C’è la disponibilità della Fiat a un altro anno di cassa, ma ancora nessuna certezza”, ha affermato il segretario della Fiom, Maurizio Landini. “La priorità nell’immediato – gli ha fatto eco Antonio D’Anolfo, segretario dell’Ugl – è quella di prorogare la cassa integrazione, la cui scadenza si avvicina in modo pericoloso, perché i lavoratori non possono essere lasciati senza un sostegno al reddito. Per il futuro si cominciano ad aprire spiragli positivi dopo un periodo di incertezza insostenibile, ma l’auspicio è che si passi dalle parole ai fatti”.
 
Il problema rimarrebbe salvaguardare i livelli occupazionali pre-abbandono del Lingotto, anche perché molti dei lavoratori dell’indotto non godono dello stesso supporto degli altri. La richiesta di massima concretezza è quella che è emersa maggiormente dalle parti sociali: altri tira-e-molla non possono essere più ammessi. Roberto Quartarone Twitter: @rojoazul86

 
Salvaguardare anche i lavoratori dell’indotto
TERMINI IMERESE (PA) – La questione dei lavoratori dell’indotto è stata presa a cuore: “È chiaro – ha dichiarato il segretario provinciale della Fiom di Palermo Roberto Mastrosimone – che evitare i licenziamenti e tutelare i livelli occupazionali degli operai diretti e dell’indotto per noi è una priorità, anzi un passaggio fondamentale. Chiediamo un incontro immediato con le ditte dell’indotto per definire la cassa integrazione per tutti i loro dipendenti anche per il prossimo anno. Su questo i rappresentanti del governo nazionale e regionale si sono impegnati a convocarli urgentemente”.
Qualche dubbio è venuto dal segretario nazionale della Fim, Ferdinando Uiliano, che ha parlato di “novità positive” ma ha commentato negativamente “che ci hanno fatto aspettare sei mesi questo incontro: sembra che hanno soluzioni per tutti i mali di Termini. Speriamo che si concretizzino”.
La questione s’intreccia con il piano di investimenti (oltre 63 milioni di euro sbloccati dalla Commissione europea a giugno) per realizzare l’interporto di Termini Imerese. Si attende di completare l’infrastruttura, che servirà a dare una spinta decisa al sistema dei trasporti nell’Isola, soprattutto nel settore del commercio. Anche questo sarà un volàno indispensabile per risollevare una città che è stata illusa troppe volte.

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