La riforma della formazione si fa in 7 e guarda al mercato - QdS

La riforma della formazione si fa in 7 e guarda al mercato

La riforma della formazione si fa in 7 e guarda al mercato

giovedì 01 Ottobre 2009

Regione e sindacati hanno stilato sette punti chiave per il riordino del sistema formativo. Parola d’ordine: riqualificare il personale per corsi più utili per trovare il lavoro

PALERMO – D’intesa con le parti sociali la Regione si avvia verso un processo di rinnovamento e sviluppo del sistema formativo. L’imperativo categorico è rafforzare il sistema della formazione professionale per rispondere alle necessità di un mondo del lavoro in continua trasformazione.
Da qui un’azione straordinaria di riordino e di rilancio dell’intero sistema formativo regionale, che sia un effettivo strumento di politica attiva del lavoro. Una vera rivoluzione che, partendo dai principi dettati dall’Unione Europea per la programmazione dei Fondi strutturali e dalla legislazione regionale in materia di formazione professionale e ripresi dalle organizzazioni sindacali ( a seguito della concertazione avviata lo scorso 5 marzo) individua sette linee chiave.
Certezza delle regole e dei tempi, promozione di maggiore efficienza delle procedure gestionali, qualità dei percorsi formativi, centralità dell’utenza, risposta ai fabbisogni della domanda di lavoro, valorizzazione delle professionalità (più docenti e meno amministrativi) impiegate nelle strutture formative nel rispetto e nella salvaguardia delle condizioni lavorative previste dal Contatto collettivo nazionale del lavoro (Ccnl) di categoria e nella contrattazione di secondo livello, infine attuazione degli interventi formativi programmati negli ambiti territoriali individuati in fase di pianificazione.
“Un riordino che non poteva più aspettare- ha spiegato il presidente Raffaele Lombardo ai giornalisti, nel corso della conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche l’assessore alla Lavoro e alla formazione, Luigi Gentile, il dirigente generale Patrizia Monterosso e i rappresentanti dei sindacati- per avere un’idea di come il sistema era “evoluto” fino a quando lo abbiamo ereditato noi, sia noto che esistevano ben 1700 enti di formazione professionale. Lo scorso anno abbiamo avuto un passaggio molto drammatico relativo al ritocco del Prof, che bloccato ci ha portato tra mille polemiche a ripristinare il Consolidato 2008, che ci ha permesso di non dilatare la spesa per la formazione della legge 24 di un’altra settantina di milioni”.
Una patologia quella del sistema formativo, che ha sfornato complessivamente oltre 6000 persone assunte a tempo indeterminato, di cui più della metà, 3200, sono amministrativi. Nessun processo al personale già in organico, che comunque continuerà a lavorare nei corsi finanziati coi fondi strutturali dove vi saranno però regole di qualificazione più ferree, così da alleggerire un bilancio della Regione già abbastanza appesantito dalle spese per il personale.
“I fondi strutturali dureranno fino al 2013 e – assicura Lombardo – nel frattempo cercheremo di riqualificare questo personale, aspetteremo che fisiologicamente tanta gente andrà in pensione e faremo in modo che vi siano anche dei prepensionamenti. Se avessimo consentito che il Prof 2009 fosse andato avanti – prosegue sardonico – per come programmato, come invece ci hanno chiesto di non fare i sindacati con i quali ci siamo trovati in piena sintonia, saremmo andati avanti lungo questa strada e questo precipizio”.
 

 
L’approfondimento. Necessaria revisione dei sistemi di accreditamento
 
L’accordo siglato a Palazzo D’Orleans fra la Regione ed i sindacati per il riordino del sistema formativo prevede fra le altre cose l’istituzione di un Osservatorio regionale per la formazione composto dal partenariato economico e sociale. Le finalità sono la predisposizione di piani formativi di settore, territoriali e di impresa, assicurare una capillare informazione delle opportunità di finanziamento disponibili per la formazione, rivolta alle imprese e agli operatori della formazione professionale, sostenendone la progettazione. L’Osservatorio sarà guidato da un board di direzione, partecipato dai rappresentanti economico e sociali, dall’amministrazione regionale e da esperti.
Sulla revisione dei sistemi di accreditamento Patrizia Monterosso, dirigente generale dell’assessorato al Lavoro ed alla Formazione professionale mette subito le cose in chiaro: “ Possesso del Documento unico di regolarità contributiva, rispetto del Contratto collettivo nazionale del lavoro, ma anche e soprattutto rispetto dell’utenza saranno rigidamente osservati. Pena la revoca immediata dell’accreditamento e il mancato accesso ai fondi per il mancato rispetto di questi requisiti”.

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