Rapporto fra banche ed imprese sempre più difficile per quanto riguarda l’erogazione di finanziamenti e fidi. Le garanzie sui prestiti erogati nel 2009 in Sicilia sono aumentate del 2,6% rispetto al 2008
PALERMO – La crisi stenta ad allontanarsi malgrado tutti i proclami di ripresa.
Il Fondo monetario internazionale per bocca del suo direttore esecutivo, ci incoraggia dicendo che: “siamo pronti ad agganciare la ripresa”.
Secondo i dati forniti dal Fmi, il Pil italiano tornerà positivo già entro quest’anno, probabilmente sin dal terzo trimestre. A supporto, però, sono necessari interventi coordinati ed incentivi, in mancanza la nostra economia resta al palo.
Uno dei problemi più gravi che frenano la nostra ripresa è senza alcun dubbio la situazione del credito. Vero è che i tassi di interesse a breve termine applicati alle aziende vanno via via scendendo, ma bisogna notare che restano sempre i più alti in Europa (4,06%) il tasso per i prestiti superiori ad un anno. (3,72% la media europea).
Al contrario, i tassi di interesse a lungo termine sono i più convenienti rispetto a quelli applicati negli altri Paesi Ue. Una elaborazione dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre ci dà ora un quadro abbastanza chiaro sul rapporto tra le banche e le imprese nel periodo tra gennaio e luglio 2009, soprattutto se guardiamo alla gravissima situazione che emerge dai dati a livello territoriale.
Si evidenzia che sono proprie le imprese e le famiglie del Sud ad essere quelle più penalizzate. Al 31 marzo del 2009 fa notare la Cgia di Mestre “per ogni 100 euro di prestiti erogati dalle banche sono stati richiesti in Sicilia 43,2 euro di garanzie reali (+2,6% rispetto al 31 dicembre 2008), in Lombardia al contrario 25,0 euro. In questa speciale classifica, la Sicilia si colloca al 3° posto, dopo Sardegna 49,3 e Puglia 44,5. Meglio di noi Calabria 42,7, Basilicata e Campania. Vero è quanto affermato da Bortolussi della Cgia di Mestre che “le maggiori coperture richieste dalle banche del Sud sono dovute ai maggiori tassi di insolvenza presenti in questi territori. Tuttavia, con il perdurare della crisi, questo comportamento sta aumentando le difficoltà di accesso al credito con il pericolo di far scivolare molte piccole aziende e famiglie del Sud nelle mani degli usurai.”
Oltre alle banche, come rileva la Cgia di Mestre, bisogna fare attenzione anche alle finanziarie le quali peggiorano ancor più la crisi se si tiene in conto che per loro per ogni 100 euro di finanziamenti erogati, le garanzie reali richieste alla clientela sull’accordo operativo sono stati pari a 46,8% (banche 29,6%). “è il segno inequivocabile della crisi economica in atto – commenta Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre – di fronte alle difficoltà che i piccoli imprenditori, i lavoratori autonomi e le famiglie italiane si sono trovate ad affrontare in questi ultimi mesi, sia le banche sia le società finanziarie hanno cercato di tutelarsi sempre di più chiedendo maggiori garanzie agli affidatari. Bisogna pensare che quasi l’80% dei nuovi posti di lavoro viene creato dalle microimprese che in questa situazione per non affossare stanno scoprendo un modo alternativo di finanziarsi.
“Cioè rinviano il pagamento delle imposte – conclude Bortolussi – e grazie al decreto anticrisi le sanzioni previste per i ravvedimenti operosi sono state notevolmente ridotte e così pagare in ritardo le tasse conviene a certi piccoli imprenditori.
Studio BankItalia, prestiti al Sud più rigidi rispetto al Nord Italia
PALERMO – Secondo Bankitalia, in uno studio recente sulle “Economie regionali” nel I trimestre 2009, le banche hanno intensificato l’irrigidimento delle condizioni applicate nei prestiti alle imprese “con l’aumento degli spread praticati sui prestiti più rischiosi e di quelli applicati in media al portafoglio crediti con un aumento delle richieste di garanzie e un innalzamento dei rating minimi”.
La stessa Banca d’Italia evidenzia che la “maggior selettività delle banche ha caratterizzato nel Sud e nelle Isole le imprese dei servizi, al contrario del Nord e del Centro dove le più colpite sono state le imprese dell’industria e delle costruzioni. Un comportamento comprensibile, ma non sempre giustificabile viste le misure messe in campo in questi ultimi mesi sia dalla Banca Centrale Europea, sia dal Governo italiano proprio a sostegno del sistema bancario e finanziario italiano. Lo Stato dà una mano, ma la situazione è paradossale perché dovrebbero essere le banche a prestare i soldi”. è evidente che il sistema bancario italiano deve fare un ulteriore sforzo di riduzione del “costo del denaro” per sostenere le piccole realtà produttive.