Malvagna, piccolo centro messinese tra il vulcano Etna e il Monte Mojo - QdS

Malvagna, piccolo centro messinese tra il vulcano Etna e il Monte Mojo

Malvagna, piccolo centro messinese tra il vulcano Etna e il Monte Mojo

martedì 26 Maggio 2015

La Chiesa Madre intitolata a Sant’Anna, patrona del paese, è di epoca moderna

La dominazione bizantina in Sicilia ha lasciato significative tracce del suo passaggio, soprattutto nell’architettura. Nelle campagne della valle dell’Alcantara, ad esempio, si possono scorgere delle tipiche costruzioni denominate cube, dall’arabo qubba, termine con il quale si designano gli edifici a cupola. Una delle più suggestive e meglio conservate  si trova nel territorio di Malvagna, piccolo centro messinese che sorge di fronte al vulcano Etna e al Monte Mojo.
La cuba di Malvagna  risale al VII secolo, prima dell’arrivo degli Arabi nell’isola, e rappresenta un importante esempio di cella trichora, ossia a pianta quadrangolare, con tre absidi disposti ai tre lati della costruzione. Il piccolo edificio, un tempo adibito a scopi religiosi, presenta alcune singolarità che lo contraddistinguono dalle altre cube della zona dell’Etna, tra cui la posizione della porta d’ingresso che non si trova di fronte all’altare dell’abside centrale, come generalmente avviene nelle architetture dello stesso tipo. Secondo alcuni studiosi questa cuba ricopriva il ruolo di cappella di una piccola borgata, poi scomparsa, descritta nell’Ottocento anche da Vito Amico nel “Dizionario Topografico della Sicilia”, nel quale parla di un luogo in cui si potevano vedere "monumenti di antichità, ruderi di edifizii, e pareti semidirute in lungo tratto ancora esistenti, ed una fabbrica quasi intera appellata Cuba dai terrazzani”.
Dallo storico catanese si apprende anche che all’epoca Malvagna apparteneva alla comarca di Randazzo, ed era “decorata dell’onore di Principato impartitolo per un rescritto dal re Filippo IV nel 1627, impetrato da Francesco Lancia col pieno potere”. Ed in effetti il paese fu fondato in quegli anni dalla nobile famiglia dei Lanza, per poi passare a quella dei Migliaccio. A Ignazio Migliaccio, principe di Malvagna che sposò Felicia Lanza, si deve la realizzazione nei primi del Settecento del convento dei frati minori di San Giuseppe, che comprende una chiesa ed un chiostro. Oggi la costruzione versa in stato di abbandono, ma un tempo vi si potevano ammirare diversi affreschi posti a decoro delle mura del chiostro e della chiesa ed un pregevole altare in legno.
Anche la chiesa di San Marco, che si scorge in cima alla collina che sovrasta il paese, è ridotta ad un rudere. Fu realizzata probabilmente nel XVII secolo e in passato era meta di pellegrinaggio in occasione della novena dell’Assunta che si svolgeva nel mese di agosto. La chiesa Madre, intitolata a Sant’Anna patrona del paese, è di epoca moderna, essendo stata realizzata lo scorso secolo, sul sito dove sorgeva la chiesa del palazzo baronale dei Lanza, che presentava prospetti in pietra lavica, merlature e finestre con le inferriate che le facevano assumere l’aspetto di una fortezza. Al suo interno custodisce un’antica statua della Santa patrona, molto venerata dalla popolazione. In particolare, fede e devozione si rinnovano ogni anno l’ultima domenica di luglio, per la festa patronale, quando il simulacro viene sistemato sopra un fercolo adorno di fiori, per essere portato in processione per le vie del paese, seguito dai fedeli e dalla banda musicale.

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