Uno strumento che promuove i combustibili alternativi per ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas naturale, che l’Europa per una quota importante compra dai paesi oltreconfine, attenuando anche il sempre crescente impatto ambientale dei trasporti terrestri, marini e aerei.
E’ in tale contesto che, lo scorso 19 giugno, nell’ambito della Sustainable Energy Week, si è svolto in Campidoglio a Roma il workshop “Towards 2030: Hydrogen and Fuel Cell Technologies for Sustainable Growth”.
Un confronto tra qualificati esperti italiani ed europei per fare il punto sullo stato dell’arte della ricerca sull’idrogeno come combustibile alternativo e pulito per una mobilità sostenibile.
Un incontro che ha visto nascere l’Iniziativa Italiana Mobilità a Idrogeno (In.I.M.I), promossa dall’Associazione Italiana dell’Idrogeno e delle celle a combustibile.
In particolare, la direttiva europea chiede a ciascuno Stato membro la redazione di un Quadro strategico nazionale per lo sviluppo dei combustibili alternativi nel settore dei trasporti, da trasmettere a Bruxelles entro il 18 novembre 2016, lasciando intendere che solo quei Paesi che avranno approntato tale quadro saranno ammessi a beneficiare di misure di sostegno europee. Mentre Germania, Regno Unito, Svezia, Danimarca, Norvegia, Svizzera, Austria, Paesi Bassi, Polonia, Belgio, Finlandia e Lettonia hanno già cominciato a redigere tale quadro strategico per lo sviluppo delle infrastrutture di rifornimento a idrogeno, l’Italia, purtroppo, dovrà modificare e integrare il proprio Piano nazionale per le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, già approvato dal Governo, perché il vettore energetico idrogeno non è contemplato.
Bisogna rimboccarsi le maniche se non si vuole che siano i soliti tedeschi a primeggiare. I segni premonitori ci sono già: la Germania ha già elaborato un piano che prevede, entro il 2030, la circolazione sul proprio territorio di 1.800.000 vetture a idrogeno alimentate con celle a combustibile, che potranno usufruire di circa 1000 stazioni di rifornimento. Un piano che aprirà all’industria automobilistica tedesca (Bmw) un mercato consistente di vetture a idrogeno a beneficio dell’ambiente e dell’occupazione.
Ricordiamo che i motori delle vetture a idrogeno e pile a combustibile sono azionate dall’elettricità accumulata nelle batterie. In questo caso, però, l’elettricità è prodotta direttamente a bordo tramite una reazione elettrochimica, che avviene nella cella a combustibile, tra idrogeno compresso e ossigeno atmosferico, con la sola produzione di vapore acqueo che è rilasciato in atmosfera.
Registriamo, infine, che anche il Giappone prevede la costruzione di 1000 stazioni di rifornimento entro il 2025, stimando per tale data un parco di autovetture a idrogeno e celle a combustibile circolanti di quasi un milione di unità.
Le prime autovetture, come la Toyota Mirai e Hyunday ix35, già percorrono le strade nipponiche.