Mobilità sostenibile a idrogeno in Ue - QdS

Mobilità sostenibile a idrogeno in Ue

Bartolomeo Buscema

Mobilità sostenibile a idrogeno in Ue

martedì 28 Luglio 2015

Direttiva sui combustivili alternativi: la “solita” Germania è già avanti: ne godrà soprattutto la propria industria automobilistica. L’Italia “costretta” a modificare il proprio Piano per le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici

CATANIA – L’Unione europea da anni spinge verso un’economia green specialmente per il settore degli edifici residenziali e pubblici che costituiscono una quota rilevante, circa il 40%, del fabbisogno energetico. Anche il settore dei trasporti che assorbe quote non trascurabili di energia ha bisogno di risparmiare. In tale direzione si muove la direttiva 2014/94 del 22 ottobre scorso (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea del 28 ottobre) sulla realizzazione di un’infrastruttura comune per i combustibili alternativi tra cui l’idrogeno.

Uno strumento che promuove i combustibili alternativi per ridurre la dipendenza dal petrolio e dal gas naturale, che l’Europa per una quota importante compra dai paesi oltreconfine, attenuando anche il sempre crescente impatto ambientale dei trasporti terrestri, marini e aerei.

E’ in tale contesto che, lo scorso 19 giugno, nell’ambito della Sustainable Energy Week, si è svolto in Campidoglio a Roma il workshop “Towards 2030: Hydrogen and Fuel Cell Technologies for Sustainable Growth”.
Un confronto tra qualificati esperti italiani ed europei per fare il punto sullo stato dell’arte della ricerca sull’idrogeno come combustibile alternativo e pulito per una mobilità sostenibile.
Un incontro che ha visto nascere l’Iniziativa Italiana Mobilità a Idrogeno (In.I.M.I), promossa dall’Associazione Italiana dell’Idrogeno e delle celle a combustibile.

In particolare, la direttiva europea chiede a ciascuno Stato membro la redazione di un Quadro strategico nazionale per lo sviluppo dei combustibili alternativi nel settore dei trasporti, da trasmettere a Bruxelles entro il 18 novembre 2016, lasciando intendere che solo quei Paesi che avranno approntato tale quadro saranno ammessi a beneficiare di misure di sostegno europee. Mentre Germania, Regno Unito, Svezia, Danimarca, Norvegia, Svizzera, Austria, Paesi Bassi, Polonia, Belgio, Finlandia e Lettonia hanno già cominciato a redigere tale quadro strategico per lo sviluppo delle infrastrutture di rifornimento a idrogeno, l’Italia, purtroppo, dovrà modificare e integrare il proprio Piano nazionale per le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, già approvato dal Governo, perché il vettore energetico idrogeno non è contemplato.

Bisogna rimboccarsi le maniche se non si vuole che siano i soliti tedeschi a primeggiare. I segni premonitori ci sono già: la Germania ha già elaborato un piano che prevede, entro il 2030, la circolazione sul proprio territorio di 1.800.000 vetture a idrogeno alimentate con celle a combustibile, che potranno usufruire di circa 1000 stazioni di rifornimento. Un piano che aprirà all’industria automobilistica tedesca (Bmw) un mercato consistente di vetture a idrogeno a beneficio dell’ambiente e dell’occupazione.

Ricordiamo che i motori delle vetture a idrogeno e pile a combustibile sono azionate dall’elettricità accumulata nelle batterie. In questo caso, però, l’elettricità è prodotta direttamente a bordo tramite una reazione elettrochimica, che avviene nella cella a combustibile, tra idrogeno compresso e ossigeno atmosferico, con la sola produzione di vapore acqueo che è rilasciato in atmosfera.

Registriamo, infine, che anche il Giappone prevede la costruzione di 1000 stazioni di rifornimento entro il 2025, stimando per tale data un parco di autovetture a idrogeno e celle a combustibile circolanti di quasi un milione di unità.
Le prime autovetture, come la Toyota Mirai e Hyunday ix35, già percorrono le strade nipponiche.
 


 
Gpl e metano, parco circolante a +117% in dieci anni
 
ROMA – In Italia continua a crescere il parco circolante autovetture a Gpl e metano, con una percentuale sul totale che si attesta, al 31 dicembre 2014, al 7,76% contro il 7,35 dello stesso periodo del 2013. Si tratta di 2.875.788 mezzi, di cui 833.668 a metano e 2.042.120 a Gpl, comprendendo sia le auto di primo impianto, sia quelle trasformare in after market (su un totale autovetture Italia di 37.080.753), serviti da circa 1.050 distributori stradali di metano e 3.650 di Gpl. Esaminando l’andamento negli ultimi 10 anni, rispetto al 2005, che poteva contare su un circolante di 1.322.078 unità, l’incremento è stato del 117,52%.  è quanto emerge da un’elaborazione del Centro Studi del Consorzio Ecogas su dati Aci al 31 dicembre 2014. I dati vedono l’Emilia Romagna al primo posto sia in termini assoluti, con 476.185 auto a gas, sia per percentuale sul circolante, che è del 17,29%. A doppia cifra anche le Marche, in seconda posizione a quota 16,73, in Umbria, terza con il 10,95 e in Veneto, quarta in classifica con il 10,17%. Seguono Toscana (8,73), Abruzzo (8,64), Piemonte (8,62) e Campania (8,25). Gli ultimi posti della classifica, sotto il 4%, Sicilia, Trentino Alto Adige, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Valle d’Aosta.

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