Occupati imprese estere: briciole in Sicilia - QdS

Occupati imprese estere: briciole in Sicilia

Serena Giovanna Grasso

Occupati imprese estere: briciole in Sicilia

venerdì 30 Ottobre 2015

Secondo il rapporto Ice, solo lo 0,3% degli addetti complessivi lavora in aziende ubicate nell’Isola (il 15° valore in Italia). Il Mezzogiorno concentra solo il 5,5% degli occupati nelle imprese estere, il Nord - Ovest il 57,2%

PALERMO – Purtroppo per noi, la nostra Sicilia continua sistematicamente e ripetutamente a perdere il treno dello sviluppo. Così, mentre l’Italia settentrionale, con particolare riferimento alla Lombardia, continua a crescere, il Mezzogiorno e specialmente l’Isola rimane saldamente ancorato ai bassi piani di ogni sorta di classifica a carattere economico.
Ahinoi, pare proprio che questa nostra cattiva fama si sia diffusa anche all’estero: proprio in questi termini ci è più naturale spiegare la causa che nella nostra regione e in tutta l’Italia meridionale più in generale determina una tanto ridotta presenza di imprese estere, con tutto quel che naturalmente ne deriverà dal punto di vista lavorativo ed occupazionale.
 
Infatti, in Sicilia una maggior presenza di imprese, anche a carattere estero, avrebbe giovato non poco nel ridurre il numero di disoccupati. Ma così, purtroppo non è. A confermarcelo sono proprio i dati contenuti all’interno del rapporto.
“L’Italia nell’economia internazionale – Rapporto Ice 2014 – 2015” pubblicato dall’Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane). Complessivamente, nel Mezzogiorno è possibile intercettare solo il 5,5% degli occupati in imprese estere su base nazionale.
All’interno del suddetto contesto, naturalmente ancor peggio fa la Sicilia: infatti, solo lo 0,3% degli impiegati nelle imprese estere lavora in un’azienda ubicata nell’Isola (si tratta del quindicesimo valore su scala nazionale ordinata in senso decrescente). Oltretutto, è necessario rilevare che questo nostro siciliano è un valore in leggero peggioramento rispetto a quello riscontrato nel 2013 (0,4%).
A far di peggio è possibile ritrovare solo la Calabria e la Valle d’Aosta (0,2%), mentre Basilicata e Molise non occupano neppure un dipendente a causa dell’assenza di imprese estere. Dopo il Mezzogiorno, la concentrazione più contenuta di impiegati in imprese estere la si riscontra nell’Italia Nord – orientale, circoscrizione che ad ogni modo fa registrare un valore triplo rispetto a quello meridionale (16,3%). A seguire, troviamo il Centro (21%) ed infine l’Italia Nord – occidentale che concentra più della metà degli occupati nelle imprese estere (57,2%).
 

 
In testa rimane la regione lombarda, secondo il Lazio e terzo il Piemonte
 
Una tale predominanza dell’Italia Nord – occidentale è dovuta ad una sola regione, ovvero la Lombardia, che da sola assorbe il 44,1% degli addetti totali (circa otto volte il valore complessivo registrato dal Mezzogiorno ed esattamente 147 volte quello rilevato in Sicilia). In minor parte, si deve ringraziare il Piemonte, terza regione a livello nazionale ed occupa ben il 10,6% delle unità lavorative complessive. Mentre al secondo posto, su base nazionale, è possibile ritrovare il Lazio, le cui imprese estere occupano il 14,8% degli impiegati complessivi operanti nella suddetta tipologia di imprese.
A collocarsi in quarta posizione è proprio l’Emilia Romagna (6,8%) ed in quinta il Veneto (5,7%). Al di sotto della suddetta posizione rintracciamo esclusivamente regioni che occupano pochissimi dipendenti, con percentuali pari all’uno o al due per cento e talvolta anche inferiori all’un per cento (le regioni meridionali ne sono l’esatta conferma).
Rimandiamo al prossimo 3 novembre la trattazione del fatturato delle imprese estere a partecipazione italiana.

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