Ma la risposta è insufficiente perché se una classe dirigente non fa il proprio dovere è indispensabile che i cittadini che l’hanno eletta regiscano, mettendo in atto azioni che costringano i responsabili istituzionali a rettificare il proprio comportamento, avvicinandoli così al compito loro affidato.
Il rapporto tra mandanti e mandatari deve essere sempre vivo ed efficace, secondo il principio per cui quando i mandatari non assolvono il compito loro affidato, i mandanti li sanzionano nel modo opportuno. è proprio la mancanza di controllo e azione, da parte dei cittadini verso i propri eletti, la vera causa della disamministrazione della Cosa pubblica e della ignavia del ceto politico.
Ai siciliani, mandanti dei politici, è venuta quasi una sorta di rigor mortis sociale. Subiscono angherie di ogni tipo, ingiustizie, senza reagire. Si accorgono del sistema del favore, secondo il quale i responsabili agiscono senza curarsi dei siciliani.
Insomma, assistono inerti a quello che accade senza muovere un dito, salvo le chiacchiere al bar, dal barbiere, davanti a una pizza o in qualche cucina.
I britannici, i tedeschi, i francesi, quando le istituzioni non funzionano, scendono in piazza, non perché organizzati da sindacati o associazioni costituiti, ma perché i cittadini semplici vogliono fare sentire la loro voce contro le iniquità commesse da responsabili istituzionali.
Il nostro popolo è immobile. Invece, bisognerebbe che si svegliasse dal torpore, scrivesse in massa ai giornali e formasse cortei di protesta, non per tutelare questo o quell’interessse corporativo, bensì a sostegno dell’interesse generale. Con questa sorta di apatia, che sconfina nell’accidia (negligenza nell’esercizio delle virtù), il tessuto sociale siciliano non può che retrocedere continuamente.
Il turismo è in grave difficoltà, gli arrivi di stranieri sono diminuiti di 400 mila unità nel 2016 (Bankitalia), i pernottamenti sono in picchiata, i musei ricevono sempre meno visitatori, distanti anni luce dai numeri dei musei del Centro e del Nord-Italia.
Come si fa a restare impassibili di fronte a questo scenario incontrovertibile e documentato? Eppure è così. Ecco perché notiamo quella sorta di rigor mortis che ha preso la maggioranza dei siciliani.
È possibile che nessuno più veda, senta o parli come le tre scimmiette? è possibile che di fronte a questo enorme disagio economico e sociale tutti stiano proni come i pecoroni? Che fanno i mass media per stimolare una protesta generale contro i parrucconi?
Se non vi fossero risorse finanziarie, si potrebbe affermare che quanto descriviamo deriva dalla loro carenza, ma, per fortuna, le risorse ci sono e cospicue, nell’ordine di molti miliardi, ma la Regione non spende perché non riesce a cofinanziare i fondi europei e gli Fsc, i Comuni non redigono i progetti necessari per farseli finanziare e non chiedono finanziamenti alla Cassa depositi e prestiti a costo zero per investimenti.
Perché accade tutto questo ? Perché Regioni e Comuni continuano a finanziare la spesa corrente piena di sprechi e di corruzione. Vi è anche una seconda causa: l’enorme morosità perché gli enti, per non alienarsi il consenso politico, non fanno nulla contro i contribuenti morosi.
È ridicola perché tardiva l’iniziativa del Comune di Taormina che finalmente ha deciso di staccare la fornitura dell’acqua a molti alberghi anche di prestigio che non l’avevano pagata. Ma non dovevano pensarci prima?
Basta siciliani-morti viventi: è ora di svegliarsi, usando anche il mezzo che il QdS mette a disposizione: Risorgimentosicilia.it.