La crisi economica non affievolisce la voglia di imprenditorialità, società di capitale in crescita. Nei primi 11 mesi dell’anno saldo positivo di 842 unità, nonostante 23.411 cessazioni di attività
PALERMO – La crisi economica in atto non affievolisce la voglia di fare impresa e le società di capitale sono in rapida crescita. Questo è quanto rilevato dalle elaborazioni condotte dal centro studi Unioncamere sul Registro delle imprese con riferimento al periodo gennaio – novembre 2009.
A livello nazionale, il numero delle imprese è cresciuto di oltre 26 mila unità e le regioni che hanno presentato le dinamiche più positive sono Lombardia e Lazio, trainate rispettivamente da Milano e Roma. A guidare il sistema imprenditoriale italiano sono sempre più le società di capitale che con oltre 22 mila unità in più nei primi 11 mesi del 2009, hanno ampiamente superato il milione. In sofferenza, per contro, le ditte individuali, soprattutto per quanto riguarda i comparti di agricoltura e artigianato entrambi indeboliti dalla congiuntura economica.
Il sentimento di fiducia manifestato da buona parte degli imprenditori appositamente intervistati da Unioncamere è da ricondursi alla competitività, vale a dire credere nell’innovazione e in una politica dei prezzi che non scoraggi il consumatore, ma che anzi lo incentivi al consumo. Il settore più ‘ottimista’ sembra essere quello dell’industria, per il quale si prevede un andamento positivo già dai primi mesi del 2010.
E che dire delle imprese siciliane? Sebbene l’Isola stia risentendo delle difficoltà del periodo, i dati Unioncamere rilevano che i primi 11 mesi del 2009 si sono caratterizzati per una buona dose di ottimismo imprenditoriale che ha portato a un discreto numero di aperture (24.253) nonostante l’ancora elevato numero di cessazioni (23.411).
Nel complesso, il numero delle aziende siciliane è cresciuto di 842 unità. Passando all’analisi provinciale, Catania è prima in classifica con un saldo di 703 unità e 5.855 nuove iscritte. Segue Palermo con un saldo di 697, e bene anche per Siracusa, Ragusa, Enna, Caltanissetta. Resiste appena Messina, mentre Agrigento e Trapani si collocano all’ultimo posto con saldi rispettivamente di -570 e -647 unità.
Così ha commentato i dati il presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace: “Il bilancio complessivo della regione è positivo. Ciò dimostra che i siciliani sono riusciti a fare impresa nonostante il periodo di crisi. Non solo. La performance di questi ultimi mesi dell’anno continua ad essere in crescita e questo fa ben sperare per le sorti dell’economia regionale nel 2010. La fine del tunnel è vicina”.
Ottimismo e fiducia nel futuro anche in Sicilia anche se a pagare le conseguenze della crisi sono principalmente le ditte individuali. A tal proposito, il segretario generale di Uniocamere Sicilia, Alessandro Alfano, ha così spiegato la situazione attuale: “Dai dati Infocamere risulta che il settore che ha risentito di più della crisi è stato quello agricolo che ha perso complessivamente oltre 4 mila imprese. In base all’analisi della demografica delle imprese, emerge poi che hanno tenuto meglio le attività alberghiere, immobiliari e di informatica. Il 2009 è stato un anno duro per l’economia di tutto il paese. La Sicilia ha saputo reagire mettendo in piedi nuove imprese”.
Pare dunque che tra le risorse su cui possa fare leva l’Isola ci sia proprio il turismo e, nel particolare, la ricettività alberghiera. Una panoramica confortante anche se rimangono gli ostacoli, sia a livello regionale che nazionale, dovuti alla difficoltà di accesso al credito.
Tra i fattori più critici si segnalano: l’incremento delle garanzie reali richieste dalle banche per concedere il finanziamento, l’imposizione di limiti al volume dei crediti e l’aumento dei tassi.