In Italia 200 mila asmatici esagerano con le dosi per controllare i sintomi, ma il rischio di incorrere in altri problemi è alto
in collaborazione con ITALPRESS
ROMA – L’impiego delle pillole di cortisone nella cura dell’asma grave per almeno sei mesi va di pari passo con una cattiva salute e costi astronomici di gestione degli effetti collaterali: ogni anno in Italia si spendono ben 243 milioni per far fronte a problemi come ad esempio ipertensione, osteoporosi e fratture, cataratta e glaucoma, diabete e insufficienza renale, molto più frequenti nei 124.000 italiani con asma grave in terapia con corticosteroidi orali.
Un costo che supera addirittura la spesa delle terapie con inalatori e con farmaci biologici: per gli spray, secondo i dati Osmed, si spendono infatti ogni anno 138,5 milioni, per i biologici si stimano costi per circa 50 milioni. Lo rivela il primo studio mai realizzato nel nostro Paese per valutare l’impatto clinico ed economico dei cortisonici nell’asma grave, condotto dal progetto SaniI (Severe Asthma Network Italy), promosso da Siaaic in collaborazione con la Società italiana di pneumologia (Sip). I dati mostrano un abuso di cortisonici che ha un impatto considerevole sulle spese per la gestione degli eventi avversi, pari a circa 2000 euro l’anno per ogni paziente con asma grave: il doppio rispetto alla popolazione generale senza asma.
“La maggior parte dei 4 milioni di italiani con asma raggiunge un buon controllo della malattia usando basse dosi di cortisonici inalatori ma una piccola parte, pari al 3,5-10% di tutti i casi, richiede dosaggi maggiori o non riesce ad avere comunque un buon controllo dei sintomi. In Italia, secondo i dati del registro Sami, si tratta di circa 200.000 pazienti con asma grave non controllato – spiega Giorgio Walter Canonica, past-presidente Siaaic -. Il cortisone però è gravato da un elevato rischio di eventi avversi, in particolare se utilizzato per via sistemica (orale o parenterale), che cresce all’aumentare del dosaggio e della durata della cura e diventa perciò consistente nei soggetti con asma grave: abbiamo perciò cercato di valutarne l’impatto economico, utilizzando i dati del registro Sani e del Sistema Sanitario Nazionale, in collaborazione con i farmacoeconomisti dell’Università di Pavia”.
“I risultati, appena pubblicati sul Waoj (World allergy organization journal), ottenuti valutando il costo di ogni evento avverso correlato al tasso di probabilità che questo si manifesti, mostrano chiaramente un incremento nella spesa all’aumentare dell’impiego dei cortisonici per via orale: per un soggetto non asmatico si parla di circa 1000 euro l’anno, in chi soffre di asma grave l’esborso raddoppia arrivando a circa 2000 euro a paziente all’anno”, prosegue Canonica.
“Soldi – conclude – spesi per gestire per esempio l’osteoporosi, che colpisce il 16% di questi pazienti contro il 3% della popolazione generale; i disturbi della digestione, che riguardano il 65% contro il 24% di chi non ha asma grave; l’insufficienza renale, che dal 7% sale al 14%; il diabete, che arriva al 10% contro il 6% di chi non ha asma grave; l’obesità, che sale al 42% contro il 23% della popolazione generale”.