Insegnare a scuola Etica e Civismo - QdS

Insegnare a scuola Etica e Civismo

Carlo Alberto Tregua

Insegnare a scuola Etica e Civismo

giovedì 06 Maggio 2010
C’è da chiedersi come i bambini possano imparare quali siano le regole di convivenza della nostra comunità, se non sono loro spiegate dagli insegnanti. Quando diventano grandicelli e passano alle medie o alle superiori, ancora nessuno gli spiega niente della Costituzione, dei doveri, prima ancora dei diritti. La scuola italiana non forma i cittadini del futuro. Che vale essere arca di  scienza se nel rapporto con il prossimo siamo maleducati, egoisti e non servizievoli?
Il ministro della Pubblica istruzione ha fatto una riforma con la quale  ha introdotto un’ora di educazione civica. Ma di fatto essa viene depennata dagli orari, per cui bambini e adolescenti rimangono senza alcun insegnamento al riguardo. Discuto con la mia nipotina di dieci anni, con la quale anzichè parlare di storia o di geografia, parlo dei rapporti che un cittadino deve tenere con un altro cittadino. E i buoni fumetti mi aiutano in questa direzione. Sono raccomandabili quelli di Topolino e Tex Willer.

Un altro versante ignorato dalla scuola, soprattutto dalle università, è quello dell’Etica.
Nella scuola italiana vi è un’anomalia e, cioè, l’insegnamento della religione cattolica, che ogni giovane può rifiutare. Ma egli non ha l’opportunità di scegliere insegnamenti di altre religioni. Il peggio della questione è che gli insegnanti vengano nominati dall’arcivescovo territoriale e non seguono il processo di reclutamento della Repubblica italiana. Cosicchè, con i nostri soldi si finanziano decine di migliaia di insegnanti cattolici, con ciò adottando un comportamento contrario all’articolo 3 della Costituzione, che ci vede tutti uguali di fronte alla legge. Come si sa, invece, la parzialità è contraria dell’equità.
La scuola italiana è laica e non dovrebbe insegnare la religione cattolica, nè nessun altra religione. Per questo bisogno vi sono le diverse Chiese che correttamente fanno il loro mestiere di addottrinare tutti coloro che si sentano attratti.
La libertà di ogni cittadino non deve essere coartata, fermo restando che ognuno possa rivolgersi al prete che più gradisce.

 
A scuola bisognerebbe insegnare l’Etica, quel termine introdotto da Aristotele per designare le sue trattazioni di filosofia della pratica,che talora è più spesso identificata con quella di morale.
L’universale etico, scoperto da Socrate, serve per giudicare le azioni, in modo da trovare il vero bene che è quello generale. Chi conosce il bene lo fa, ma chi non lo fa è ignorante o in malafede. In ogni caso il moralismo rigoroso di Socrate, riportato da  Platone, è un insegnamento fondamentale dal quale non si dovrebbe prescindere.
L’Etica non nasce con la filosofia greca, è ben più antica. Un punto di riferimento è Salomone, re di Israele e figlio di David (961-922 a.C.). Famosa è la sua decisione fra due donne che assumevano di essere madri dello stesso figlio. Salomone ordinò di tagliarlo in due e darne un pezzo per una. Una delle due rinunziò per non vedere ucciso il bambino e Salomone  riconobbe lei essere la vera madre. Con Proverbi, Ecclesiaste, Cantico dei cantici e Sapienza contribuì alla letteratura ebraica.

I principi di Salomone si tramandano da tremila anni e, se tutti li seguissimo, la nostra Comunità funzionerebbe molto meglio. Peraltro, i valori morali risalgono a tempi ancora più remoti, quando gli uomini avevano bisogno di deità per giustificare le proprie azioni, nel bene e nel male. Mentre è facile essere cattivi, egoisti e prepotenti è molto difficile essere bravi, altruisti e servizievoli.
La forza di gravità ci attira verso il basso. Dobbiamo contrastarla e fare ogni sforzo per camminare, correre, saltare e volare con macchine meccaniche. Ma appena una di queste si guasta precipitiamo al suolo.
Allo stesso modo dobbiamo fare ogni sforzo per generare il bene. Ma appena il nostro sforzo cessa facciamo il male o, nel migliore dei casi, non facciamo niente.
Queste sono alcune delle cose che i giovani dovrebbero imparare a scuola da insegnati dedicati, accorti e sensibili. Non avviene costantemente. Questo è male. Dispiace scriverlo, ma è così.

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