Il burocratese vanifica la trasparenza - QdS

Il burocratese vanifica la trasparenza

Giusy Rubino

Il burocratese vanifica la trasparenza

venerdì 14 Maggio 2010

Un viaggio nel nuovo portale della Regione siciliana rivela un’informazione autoreferenziale e l’assenza di comunicazione usabile. Solo se il messaggio è compreso da parte del cittadino può attivare meccanismi di risposta

PALERMO – E il burocratese ritorna a far capolino nel sito della Regione Siciliana.
Siamo ancora in una fase embrionale del processo di rinnovamento del sito web e già il tanto detestato burocratese riappare. “Facilitare l’accesso dei cittadini alle informazioni e ai servizi”, è questo l’obiettivo finale del lodevole sforzo di rinnovamento che, prima ancora di interessare il sito web ha interessato la riorganizzazione della struttura amministrativa regionale. Obiettivo che rischia di essere disatteso se si continua a trascurare l’aspetto linguistico delle comunicazioni.
L’assessorato del Territorio e dell’Ambiente, nel rendere noto che su alcuni beni di proprietà privata sono stati posti vincoli finalizzati all’esproprio, redige un avviso, in perfetto burocratese, il cui “oggetto” viene riportato ipso facto nell’area notizie della homepage del sito della regione Siciliana. Un “oggetto” composto da un’unica lunghissima frase di 59 parole, tra nominalizzazioni e termini non usati nel linguaggio comune e, pertanto, familiari solo agli addetti ai lavori.
 
Un’unica frase intercalata da vari incisi contenenti riferimenti di legge che, se pur indispensabili per la legittimità dell’atto, ne rallentano la comprensione al cittadino. (Avviso di avvio del procedimento per la sottoposizione di beni al vincolo preordinato all’esproprio ex art. 11 comma 1 dpr 08/06/2001 n. 327 e successive modifiche di cui al D.Lgs 27/12/2002 n. 302 progetto preliminare relativo alla realizzazione della strada intercomunale di collegamento tra la S.S. 113 e la litoranea  Milazzo-Barcellona pg inserita nel programma Prusst Valdemone al n.62/..http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE).
Gli esempi di burocratese si contraddistinguono per frasi in cui spesso si fatica a individuare il “che cosa”, in cui non si esplicitano informazioni, erroneamente, considerate patrimonio di tutti e, pertanto, facili da dedurre, così come gli acronimi che, per lo più, restano inesplosi. Frasi in cui i tanti riferimenti normativi fanno perdere il filo logico e il lessico è costituito da espressioni desuete. Frasi, insomma, che tradiscono l’inerzia della PA nel voler tener conto dell’esistenza di una forte asimmetria linguistica, contenutistica ed esperienziale tra se e i cittadini.
È evidente, dunque che fino a che l’Informazione autoreferenziale fatica a far posto alla Comunicazione usabile o, per meglio dire, utile e comprensibile a tutti i cittadini, l’incapacità comunicativa continuerà a persistere e ogni sforzo di rinnovamento dei siti web risulterà una semplice azione di maquillage volta in buona parte dei casi a creare suggestione o forse inganno, non certo un cotesto di democrazia sostanziale.
Siamo ormai lontano dal periodo in cui la Pa si preoccupava solo di dare l’informazione. Oggi bisogna preoccuparsi che essa sia compresa e sia in grado di stabilire interazione attivando comportamenti di risposta.
La direttiva 27/7/2005 sulla “qualità dei servizi on line e misurazione della soddisfazione degli utenti” ribadisce che chi progetta e implementa il sito deve riuscire ad andare oltre la dimensione puramente informativa e soddisfare criteri di qualità che semplificano realmente l’accesso ai servizi. Deve riuscire ad adottare modalità comunicative e di classificazione che tengano in considerazione l’ottica dell’utente, i sui bisogni, le diverse competenze linguistiche e contenutistiche in modo da agevolarne la consultazione e il reperimento. Se il cittadino non comprende, la Pa ha fallito l’obiettivo “trasparenza” tanto declamato.

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