Ambiente e appalti qui è sempre festa - QdS

Ambiente e appalti qui è sempre festa

Carlo Alberto Tregua

Ambiente e appalti qui è sempre festa

martedì 15 Giugno 2010

Ricatto dei licenziamenti per non bonificare

In questi giorni ho assistito all’Aiace, una Tragedia di Sofocle, nella quale viene riportato l’eterno problema del rapporto tra il potere e i cittadini comuni. Siccome i filosofi e i letterati dell’epoca greca non volevano e non potevano identificare il potere sull’oligarchia che governava, spostavano il campo sugli dèi cui peraltro molti di loro non credevano.
Mai l’uomo doveva opporsi al volere delle divinità, perché sarebbe stato miserabilmente punito, quasi come si fa con un giocattolo disobbediente. Aiace fu punito perché urlava che anche il più vile degli uomini avrebbe vinto con l’aiuto degli dèi, mentre lui, che era un eroe, vinceva anche senza aiuto. Cosa che è avvenuta. Riflettevo, durante le due ore di spettacolo, come a duemilaquattrocento anni di distanza, mi trovavo nello stesso luogo calpestato da chi allora viveva e sul rapporto non mutato tra potere e cittadini.

Infatti, oggi possiamo riportare la questione prima indicata su due filoni: quello dell’ambiente e quello degli appalti.
La retata di imprenditori-prestanome che è stata fatta in questi giorni, può essere spiegata con il giro di vite che il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha impresso alla Polizia. Giro di vite peraltro adottato dalla Guardia di finanza e dai Carabinieri che hanno stretto le maglie attorno agli appalti vinti sempre dalle stesse dodici ditte su centinaia di partecipanti alle gare pubbliche.
La profonda corruzione che collega dipendenti pubblici infedeli e imprenditori disonesti danneggia fortemente i siciliani, perché l’esclusiva sugli appalti fa lievitare i prezzi, impedisce di scoprire le forniture di cemento depotenziato e agevola le infiltrazioni mafiose nell’economia e nella costruzione di infrastrutture. Fra quest’ultime, erano previsti quattro termovalorizzatori dal Governo Cuffaro, non solo tecnicamente superati, ma eccessivi rispetto al fabbisogno. Infatti, non è necessario bruciare tutti i rifiuti indistintamente, ma solo una parte di essi, stimata intorno al 10%, avendo precedentemente suddiviso la raccolta per i diversi generi (legno, vetro, plastica, umido, eccetera).

 
La soluzione del problema dei rifiuti è la loro trasformazione in risorse economiche. Quando i rifiuti sono disaggregati per tipi, vi sono le aziende che li comprano per utilizzarli come materia prima. Mentre, quando i rifiuti si portano in modo indifferenziato agli inceneritori, le amministrazioni devono pagare per poterli consegnare. Come non accorgersi di questa abissale differenza, che comporta da un canto l’enorme inquinamento per la saturazione delle discariche, mentre dall’altro attiverebbe imprese, posti di lavoro ed attività produttive. In assenza della raccolta differenziata, vi sono attività illecite che approfittano per smaltire. Inoltre, rifiuti tossici e pericolosi, anche per la quasi assenza dei controlli vengono smaltiti malamente. Segnaliamo che, secondo i dati del ministero dell’Ambiente, nel 2009, in Lombardia sono stati eseguiti oltre 43 mila controlli ambientali, mentre in Sicilia stati circa 9 mila. Se l’assessorato quintuiplicasse i controlli, ne vedremmo delle belle.

Andando a Siracusa, per assistere alla Tragedia, nei pressi di Melilli è entrato nell’auto un odore nauseabondo. Mi sono chiesto come i cittadini del Triangolo della morte possano vivere in quelle condizioni. A Siracusa, mi ha assalito lo stesso fetore. Comprendiamo che i petrolieri esercitino il ricatto dei licenziamenti per non effettuare gli investimenti necessari ad abbattere l’inquinamento. Mi spiegavo come la soglia di inquinamento da polveri sottili di 35 volte all’anno sia stata superata anche per 321 giorni.
Sorprende come il ministro siracusano dell’Ambiente, Prestigiacomo, sostenga che tali polveri siano conseguenza della sabbia del Sahara, come se essa potesse passare sopra Ragusa senza inquinarla, per colpire soltanto Siracusa.
Prima dell’inizio della Tragedia un gruppo di lavoratori ha detto che la loro messa in cassa integrazione era colpa della Regione, dopo il blocco alle autorizzazioni sull’eolico. Non hanno detto che l’eolico  subisce infiltrazioni mafiose né che la loro azienda, se fosse stata competitiva, avrebbe potuto vendere gli aerogeneratori sul mercato internazionale. Il solito ricatto.

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