Visitatori spaesati e senza punti di riferimento. Servizi carenti e scarse informazioni li inducono a scegliere altri lidi. Scarsa la specializzazione degli addetti, accogliere il turista diventa difficile nell’Isola
PALERMO – Se ci fosse in ogni capoluogo di provincia siciliana c’è da pensare che probabilmente verrebbe fuori un’immagine disastrata del turismo e del suo modo di essere gestito dagli enti pubblici. Il punto nodale però sta proprio qua: nel territorio siciliano, o quantomeno nei Comuni a più alta vocazione turistica, mancano gli info point.
Se ne registra uno attivo a Trapani nel periodo estivo e ogni qual volta che si raccolgono i pareri dei turisti è sempre un disastro. Nell’ultima relazione è emerso che molti turisti hanno lamentato la mancanza di ostelli dove poter alloggiare spendendo un massimo di 20 euro a notte. Le maggiori delusioni continuano a riguardare la carenza dei collegamenti pubblici, della segnaletica, la difficoltà a muoversi con auto e treni, gli orari di alcuni musei molto restrittivi (il museo Pepoli in primis aperto solo la mattina, ndr), l’impossibilità di poter visitare gran parte delle chiese.
Molte lamentele si sono registrate da parte dei croceristi che hanno evidenziato di essere stati costretti per raggiungere il centro storico a fare diversi chilometri in mezzo ad anguste recinzioni sulla banchina del porto. Lamentele anche perché molte imprese ricettive cittadine non hanno personale alla reception che sappia parlare bene in inglese.
In pratica problemi che ci sono ovunque in Sicilia. Vedasi Palermo nelle festività pasquali appena terminate: migliaia i turisti che sono sbarcati ma si è registrata la difficoltà a dialogare proprio per l’assenza di info point all’altezza e allocati diffusamente nel vasto centro storico. Chiedere informazioni sui percorsi degli autobus o sulle indicazione di attività ristorative per celiaci è un’impresa nel senso che non vi sono abbastanza addetti alla ricezione turistica che sanno parlare l’inglese.
Una soluzione, anche se parziale, può arrivare dai 10 milioni di euro che il governo nazionale ha messo a disposizione per sostenere la realizzazione e la diffusione di modelli innovativi in favore del turismo organizzato. Alcuni dei progetti finanziabili sono ad esempio info point che offrono servizi innovativi, formazione professionale per nuclei di polizia turistica, portali web che garantiscono l’assistenza continua ai visitatori. La suddivisione stabilita dall’Esecutivo prevede una quota di 7 milioni destinata al cofinanziamento di nuovi progetti e la restante parte (3 milioni di euro) per la realizzazione di piani che sono già stati approvati. Possono essere presentati progetti di miglioramento dei servizi di informazione al turista (ad esempio segnaletica, service point tourist, informazioni sulle attrazioni del territorio, itinerari) o potenziamento dei servizi di assistenza al turista come le centrali di informazione e prenotazione dell’offerta turistica (centralino telefonico, sito web).
Via libera per la formazione specializzata per il personale a contatto con il visitatore che nella fattispecie è costituito da polizia turistica (riconoscibile e in grado di intervenire per dare immediata assistenza anche all’utente straniero) e operatori turistici che possano contribuire alla promozione del territorio e alla fruibilità dell’offerta.
10 mln dal Governo. Finanziabili modelli innovativi per il turismo
Ad essere finanziabili i servizi di fruizione dell’offerta turistica (ad esempio integrazione dei trasporti mediante reti di collegamento dedicate verso le destinazioni di interesse, card integrate anche a carattere interregionale, applicazioni tecnologiche per gli itinerari del territorio, interventi per l’accessibilità della destinazione) o ancora i servizi attuativi di politiche sociali e sostenibili a favore di nuclei familiari a basso reddito, dei giovani, degli anziani e dei soggetti diversamente abili. In generale tutti i progetti devono essere replicabili in altri contesti. Enti locali e aziende che possono accedere ai contributi devono presentare domanda entro il 30 luglio prossimo e illustrare nel dettaglio i contenuti del progetto che si intende attuare. Ogni domanda dovrà comunque essere corredata da apposita scheda che indica gli obiettivi da raggiungere e il piano finanziario con esplicita indicazione dei costi che saranno sostenuti dal bilancio dell’ente e le modalità di realizzazione delle diverse azioni. Indipendentemente dalla somma richiesta l’entità del contributo dello Stato non potrà eccedere il 50 per cento della quota finanziaria dell’ente pubblico territoriale responsabile per l’attuazione del progetto e non potrà essere superiore, per ciascun programma, a 700 mila euro.