Approvati in Finanziaria gli aumenti per le concessioni relative ai punti di ormeggio, ai porti e agli approdi turistici. In grave perdita il settore in Sicilia. La categoria preoccupata per gli aumenti dei canoni demaniali
PALERMO – Tempi duri si intravedono per diportisti e operatori turistici con gli aumenti approvati in Finanziaria dall’Ars per quel che concerne le concessioni relative ai punti di ormeggio, ai porti ed agli approdi turistici.
Di questo ne sono convinte anche le organizzazioni di categoria che gridano allo scandalo rispetto all’attuale situazione in cui versa il comparto, attraversato anch’esso da una profonda crisi.
“L’abnorme aumento dei canoni demaniali inserito nella Finanziaria della Regione siciliana, non solo rischia di rappresentare un’ulteriore mazzata sul settore del turismo nautico e della nautica da diporto nell’Isola, ma appare anche in stridente contrasto con la politica che, per altro verso, in questo momento di grave crisi internazionale, la stessa Regione ha messo in campo per il sostegno delle imprese operanti nello specifico settore e per lo sviluppo della portualità turistica”.
In una lettera indirizzata al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio denuncia l’assurdità di tale situazione: “Tutto il settore versa già in grave difficoltà a causa della crisi economico-finanziaria internazionale e della conseguente stretta dei consumi turistici”. Secondo quanto emerge dal rapporto 2010 dell’Osservatorio nautico nazionale, in Sicilia si registrano pesantissimi segno meno in tutto il comparto. A cominciare dal fatturato internazionale dei cantieri nautici che fa segnare un -60 per cento rispetto alla precedente annualità, un -26 per cento nella spesa giornaliera di ogni fascia di diportisti. Dal suo canto l’indagine congiunturale nazionale prodotta da Assomarinas nel 2010 evidenzia un calo dei consumi di carburante del 30 per cento ed un calo delle vendite di servizi accessori e attrezzature nautiche del 15 per cento.
Per quanto riguarda il mercato immobiliare, il decremento del 20 per cento registrato nel 2010 a livello nazionale si è riflesso anche negli investimenti in Sicilia relativi all’acquisto dei posti barca, incidendo pesantemente sull’avviamento commerciale delle nuove imprese portuali turistiche, senza contare che i costi promozionali di tutte le strutture si sono giocoforza incrementate per contrastare l’immagine negativa prodotta dalla crisi magrebina.
“È facile prevedere che assisteremo, inevitabilmente, – aggiunge il presidente del Distretto Nautico siciliano Antonio Di Monte – sia ad una ulteriore rarefazione di serie iniziative imprenditoriali, sia ad un doveroso ripensamento da parte delle imprese dei tanti progetti già presentati a valere sui bandi i cui termini sono recentemente scaduti, ed in molti casi pronti per essere avviati, i cui piani economici non potranno più essere attuati alla luce dei nuovi canoni demaniali. Poiché non si tratta soltanto di adeguamenti dei canoni demaniali agli indici Istat di riferimento, peraltro già previsti ed automaticamente operanti per legge, bensì di aumenti stratosferici, il risultato non potrà che essere quello dell’insostenibilità economica degli investimenti. Vi sarà anche un incremento delle tariffe dei servizi offerti”.
L’approfondimento. Possibili contenziosi per concessioni già rilasciate
Assomarinas parla poi anche delle concessioni demaniali già rilasciate e tuttora vigenti, per le quali, con tali incrementi applicati già a decorrere dall’entrata in vigore della Finanziaria, si potrebbe dare luogo ad un enorme contenzioso, il cui esito produrrebbe ulteriori danni per le casse della Regione, come è dimostrato da quanto è già avvenuto praticamente in tutte le altre regioni costiere del Paese in conseguenza dell’applicazione della legge finanziaria 2007. “Non sembra ragionevole, dunque, – aggiunge Di Monte – che la Regione, peraltro in un momento di crisi congiunturale che interessa tutti i settori produttivi, abbia dato vita ad una Finanziaria che costituisce un vero salasso per le imprese operanti nel campo del turismo nautico, nel quale, a conti fatti e diversamente da quanto talvolta si vuole far credere, i margini sono quasi inesistenti, in ragione della marcata stagionalità nell’uso delle strutture, del mancato conseguimento di un vero sistema in grado di attrarre flussi di diportisti di provenienza extra regionale ed estera e dei costi operativi drammaticamente crescenti. L’iniziativa della Regione appare, concludendo, inspiegabilmente contraddittoria per il rilancio dell’immagine del turismo nautico nella Regione. Si sta vanificando ogni azione con l’imposizione di canoni demaniali la cui misura è insostenibile”.