L’agricoltura siciliana non è ancora uscita dal periodo nero che l’ha colpita in questi anni. La nuova legge regionale potrebbe dare una notevole mano d’aiuto al settore
PALERMO – Si prospetta un bilancio in chiaroscuro per gli agricoltori siciliani, che devono fronteggiare un pesante aumento dei carburanti. Infatti, l’uso di questi ultimi è vitale in agricoltura per muovere i mezzi meccanici quali i trattori, ma il suo peso si fa sentire indirettamente nei trasporti che sono per la gran parte basati su gomma.
Un aumento come quello previsto del carburante ridurrà i margini di guadagno per gli agricoltori, senza che i settori agricoli diano sostanziali segnali di miglioramento. A ciò, si aggiungono l’aumento degli estimi catastali e la reintroduzione dell’Ici che comporteranno dei costi onerosi per le imprese agricole in difficoltà. Non tutti i segnali, però, sono negativi, come quello della produzione del vino che ha registrato un aumento rilevante del prezzo rispetto agli anni precedenti. Infatti, la diminuzione del 30/40% della produzione e la domanda sostenuta dei mercati internazioni hanno favorito il mantenimento di un prezzo interessante, anche se è ben lontano da risultati ottimali. Al contrario, la produzione dell’olio ha subito una diminuzione anch’essa del 30/40% nella Sicilia occidentale che costituisce l’asse portante della stessa produzione siciliana.
Neanche la produzione agrumicola sta in condizioni migliori, poiché le scarse precipitazioni hanno creato arance di piccola taglia, che non sono apprezzate dalla G.D.O, la Grande Distribuzione Organizzata, seppur la produzione sia aumentata del 18%. Quest’aspetto riguarda il 60% della produzione di arance, la cui pezzatura è mediamente di 80 gr rispetto ai 160 gr richiesti dalla G.D.O.
Tuttavia, il settore che più ha sofferto è stato quello dell’ortofrutta, il cui 40% dei prodotti è rimasto invenduto, cosa che ha comportato una pesante crisi nel comparto. In realtà, la Regione Sicilia non è rimasta inerte, poiché ha approvato una legge regionale sull’agricoltura, ai primi di novembre, che introduce alcune novità. Alcune di queste misure sono lo stanziamento di fondi per 32 milioni di euro, recuperati da fondi inutilizzati accumulati negli anni precedenti, e la possibilità di favorire accordi tra i diversi attori della filiera. Il presidente della Cia Sicilia, Carmelo Gurrieri, ha dichiarato a questo proposito: “Questo elemento innescherebbe un processo di relazione tra i diversi attori della filiera, puntando alla quantificazione del prezzo. Ciò porterebbe l’intero settore ad un meccanismo virtuoso che porti tutta la filiera ad agire non in modo singolo ma in una logica di sistema che aiuti tutti gli attori coinvolti”.
Gurrieri (Cia). Una campagna per promuovere l’arancia siciliana
Il presidente della CIA Sicilia, Carmelo Gurrieri, ha affermato: “Di fronte alla crisi del settore agrumicolo, gli agricoltori chiedono al Governo regionale che sia fatta una campagna pubblicitaria sui mezzi di comunicazione nazionali per promuovere il consumo dell’arancia siciliana sui mercati nazionali. Si tratta di un’azione mirata al consumo di questo prodotto sia come frutto sia come succo. La produzione agrumicola ha un’eccedenza di prodotti di piccola pezzatura. Il vero problema è fare in modo che l’eccedenza della piccola pezzatura non possa danneggiare tutto il comparto. Promuovere, così, il consumo di queste arance significa evitare un aggravio di difficoltà per i produttori. Tuttavia, il settore che ha avuto minori difficoltà è quello vitivinicolo dove, a seguito della diminuzione della produzione del 30%, si è mantenuto un prezzo interessante. A contrario, il comparto che è andato peggio, è stato quello dell’ortofrutta che ha avuto un tracollo del 40% nel 2011 rispetto al 2010”.