Associazioni dei consumatori, insieme per difendere salute e interessi - QdS

Associazioni dei consumatori, insieme per difendere salute e interessi

Giuliana Gambuzza

Associazioni dei consumatori, insieme per difendere salute e interessi

venerdì 27 Gennaio 2012

Per ricevere i finanziamenti statali, ci vuole il riconoscimento da parte della Regione

A.c.u., Adiconsum, Adoc, Aduc, Associazione Consumatori Siciliani, Assoconsum, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Confederazione Nazionale Nuovi Consumatori Europei, Consaambiente, Consumatori Associati, Federconsumatori. E ancora, Il Difensore Civico, La Casa del Consumatore, Legambiente, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Noi Consumatori, Sicilia Consumatori, U.Di.Con, Unione Nazionale Consumatori, Veroconsumo.
Ventisei associazioni, un unico obiettivo: difendere salute, sicurezza, interessi economici e giuridici dei consumatori siciliani. Ai loro presidenti il Qds darà voce nelle prossime settimane, per sapere quali risultati hanno raggiunto e cosa hanno in mente per il futuro.
Organizzazioni come Legambiente Sicilia sono la sede regionale di gruppi diffusi a livello nazionale; altre, invece, sono state pensate appositamente per la realtà siciliana.
La legge regionale 7/1994 garantisce la promozione di associazioni di questo tipo. Bisogna vedere in che cosa consiste, alla prova dei fatti, una simile promozione.
“La Regione non dà un centesimo, perché i contributi vengono dal Ministero dello Sviluppo Economico”, ammette Maria Castri, dirigente del Servizio 6° “Coordinamento Attività Economiche e Produttive – Tutela dei consumatori”, che prosegue: “Per quanto riguarda l’ammontare, dipende ogni volta da quello che il Ministero riconosce”.
Per ottenere i finanziamenti statali, occorre il riconoscimento da parte della Regione Sicilia, che è regolato dall’art. 5 della l.r. 7/1994. In pratica, perché il Presidente della Regione emani il decreto che qualifica questo riconoscimento, alle associazioni viene richiesto di dimostrare la loro effettiva azione da almeno un anno e di disporre di almeno cento soci a livello regionale.
Quindi, le associazioni dei consumatori, che nascono senza scopo di lucro, si sovvenzionano solo in parte con i contributi degli enti pubblici. Per il resto, coprono le spese di funzionamento con donazioni, 5 x mille dell’Irpef, eventuali ricerche condotte per conto di terzi, ma soprattutto quote versate dai soci.
E dire che la Regione se ne serve come di valide alleate nell’attuazione della normativa di tutela dei consumatori.
In ogni caso, “una volta che c’è il riconoscimento – aggiunge la Castri – se ci sono iniziative, ovviamente le associazioni partecipano”. Insomma, la Regione Sicilia fa da tramite tra le associazioni e il Ministero dello Sviluppo Economico che stanzia i fondi a esse destinate.
Inoltre, mette a loro disposizione tavoli tecnici e il C.R.C.U., un Consiglio di cui fanno parte anche dodici componenti designati dalle associazioni riconosciute e un delegato di ognuna di quelle considerate più rappresentative degli interessi di industriali, artigiani e commercianti.
Grazie a questa presenza più o meno diretta nel C.R.C.U., le organizzazioni possono suggerire come attuare le disposizioni nazionali ed europee in difesa dell’utente (eventualmente prendendo in considerazione le segnalazioni che sono abilitate a ricevere) ed esprimere pareri sugli interventi regionali realizzati in materia.

Associazioni in prima linea in proposte agli enti e consulenza

Proporre, rappresentare, assistere, informare, educare. Sono le parole più ricorrenti negli statuti che regolano l’attività delle associazioni dei consumatori siciliane. Esse propongono le soluzioni legislative – non solo a livello locale – più adatte a promuovere gli interessi dei cittadini. Inoltre, rappresentano gli interessi dei consumatori presso le istituzioni, perché eroghino servizi sicuri e di qualità, e offrono assistenza legale agli utenti singoli e/o organizzati, servendosi di vari strumenti processuali (come ricorso, denuncia, querela, intervento in giudizio, costituzione di parte civile nei processi penali, azione inibitoria, class action). Ancora, collaborano alla diffusione di un consumo responsabile non solo tra i giovani studenti, ma anche tra i loro genitori, organizzando conferenze e campagne informative. Si battono in favore di rapporti contrattuali più equi per chi acquista beni o servizi e intervengono a correggerne eventuali pubblicità scorrette o poco trasparenti. Se volete rivolgervi a una di queste associazioni per ricevere consulenza gratuita, il consiglio è quello di visitare il relativo sito Internet: alcune di esse, infatti, la forniscono soltanto ai loro iscritti.

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