Ovviamente, i burocrati scadenti hanno protestato, perché per la prima volta si assegnano direzioni per merito e non per clientelismo. Una svolta epocale, perché potrà essere utilizzata in tutte le mansioni dirigenziali della Pubblica amministrazione nazionale e di quelle regionali e locali.
I dirigenti, com’è noto, non possono avere contratti a tempo indeterminato, ma a scadenza fissa, eventualmente rinnovabili se hanno dimostrato capacità nel conseguire risultati.
I curricula dei dirigenti non vanno valutati prevalentemente per i titoli, spesso formali, spesso ottenuti per raccomandazione, spesso del tutto insignificanti. I curricula vanno valutati per i risultati che i richiedenti hanno ottenuto in precedenti incarichi. Per cui diventa evidente la possibilità di valutarne il merito, unico valore che da oggi in avanti deve essere utilizzato per le future selezioni.
Con la crisi finanziaria e con la necessità di dare efficienza alle Pubbliche amministrazioni, e quindi tagliare sperperi, sprechi e spese clientelari, bisogna voltare pagina. L’atto del ministro Franceschini testimonia come sia possibile passare dagli incompetenti e fannulloni a professionisti seri e preparati di qualunque nazionalità.
Fra i numerosi esempi del settore privato vi è quello dei direttori d’albergo, che girano in tutto il mondo e quando vengono selezionati devono presentare le credenziali, ovvero gli attestati rilasciati dai datori dei precendenti lavori. Solo in base alle credenziali un direttore d’albergo può aspirare a un nuovo lavoro e le compagnie lo selezionano se ha dimostrato di meritare in precedenza e quindi, verosimilmente, possiede le potenzialità per sviluppare positivamente l’attività del nuovo lavoro, ottenendo i risultati necessari.
Peraltro, molti validi dirigenti italiani sono assunti da compagnie internazionali e lavorano a Shangai, Pechino, Singapore, New York, Londra, Parigi, Berlino, Brasilia. Non si capisce per quale motivo non si debbano aprire le porte a dirigenti internazionali per venire a dirigere le Pa italiane e mettere a confronto capacità ed esperienze che facciano lievitare la qualità delle strutture pubbliche.
In questo modo si valorizzerebbero tanti dirigenti nazionali e locali molto bravi, che ci sono ma che in questo ultimo ventennio sono stati emarginati, per dare precedenza ad altri, incapaci ma fedeli a questo o a quel politico, a questo o a quel gruppo economico.
I dirigenti incapaci ma fedeli sono coloro che hanno portato alla rovina il sistema economico italiano, perché nell’evadere le richieste di provvedimenti amministrativi da parte di imprese e cittadini hanno dato precedenza agli interessi privati, dimenticando quelli generali.
Anche in Sicilia occorre una svolta nella dirigenza della Regione e in quella dei Comuni. Un presidente capace, che facesse gli interessi degli isolani, dovrebbe mettere a bando internazionale il posto di dirigente generale degli assessorati e di importanti uffici territoriali che, in un progetto di vera riforma, dovrebbero raggruppare tutte le funzioni della Regione, così come avverrà, in base alla Legge Madia, pubblicata in Guri 187 del 13 agosto, per le ex Prefetture, diventando Uffici territoriali del Governo, con funzioni accentrate.
Basta dirigenti incapaci, basta sovrintentendi che continuano a scaldare le sedie senza cercare gli sponsor. Ci vuole aria nuova per ribaltare la situazione di asfissia in cui si trova la Sicilia.