Una crisi che si sta ripercuotendo su tutte le attività ridimensionando gli obiettivi di crescita. Il presidente Mario Mega: priorità alla ricostruzione della fiducia verso il prodotto Italia
MESSINA – Solo alcune settimane prima che esplodesse l’emergenza Coronavirus, l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto presentava i suoi piani di sviluppo per tutta l’area, partendo dai dati in crescita negli scali messinesi con un movimento passeggeri aumentato dell’8,4% e un incremento di croceristi di oltre il 13%. E per il 2020 si prevedeva un incremento di navi del 6,5% e di passeggeri del 15%.
Purtroppo, l’attuale situazione fa pensare che nulla del genere accadrà. In tutti i porti mondiali il traffico crocieristico è bloccato e le principali compagnie di navigazione hanno fermato per sessanta giorni tutte le crociere con disdette per partenza da maggio e giugno in poi.
“Già a fine mese avevamo un paio di grosse navi. Abbiamo ricevuto finora cancellazioni fino a metà maggio di una quindicina di toccate. Vediamo quanto durerà questa emergenza e come il mercato tornerà a rispondere subito dopo. In ogni caso, la stagione è compromessa”. Mario Mega, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto comincia proprio da qui per parlarci degli effetti, immediati e a più lungo termine, di questa crisi globale. Ma guarda anche oltre questa congiuntura, indicando da dove l’intera area dello Stretto può ripartire.
“Ci ritroveremo – sottolinea – all’interno di una crisi che avrà conseguenze fino al 2021. Di tutto questo ne risentirà il traffico crocieristico, ma provocherà anche il crollo degli spostamenti di persone e merci e, nel nostro porto, del traghettamento”.
Quindi i programmi di sviluppo su cui stavate lavorando dovranno essere rivisti…
“È chiaro che rischiano di essere condizionati. Dovremo capire i primi effetti del Decreto ‘Cura Italia’ appena approvato. Sembrerebbe che le nostre entrate non subiranno riduzioni, però è chiaro che nel momento in cui gli operatori portuali cominciano ad avere problemi economici poi tutto questo rischia di scaricarsi anche sulla loro possibilità di rispettare i pagamenti nei nostri confronti. Avranno anche loro difficoltà a investire. Ci sono degli effetti a cascata di cui è difficile vedere adesso la portata. Forse alla fine avremo meno problemi di altri, perché il nostro asset principale tra Messina, Villa San Giovanni e Reggio Calabria è il traghettamento, quindi è difficile che non si torni a regime dopo questo blocco. Adesso siamo alla riduzione del traffico dei tir del 30% ed è quasi azzerato quello delle auto. Transitano solo pendolari e autorizzati”.
Quali azioni metterete in campo?
“Per fare ripartire il settore del crocierismo, legato al turismo internazionale, ci vorranno degli anni. Intanto deve finire l’emergenza e occorre trovare la fiducia per ricominciare a spostarsi. Lavoreremo da subito, non tanto e solo come Autorità dello Stretto, ma insieme ai colleghi degli altri porti per lanciare un importante campagna di marketing per fare superare l’idea di una Italia come uno dei focolai più importanti della malattia. Dovremo riproporre il prodotto Italia con tutti i suoi territori e i nostri sistemi turistici sui mercati del mondo e recuperare la posizione che avevamo”.
La vostra operatività ha subito dei cambiamenti?
“Puntiamo ai miglioramenti strutturali e dei servizi e a un potenziamento delle modalità di lavoro utilizzando le migliori tecnologie informatiche. Da una settimana stiamo lavorando con tutto il personale in smart working. Siamo impegnati sui programmi avviati e stiamo procedendo con tutte le gare che erano in corso. Non abbiamo nessun cantiere aperto, ci sono procedure in corso con criticità che stiamo risolvendo in modo da essere pronti per partire”.
A quali opere si potrà dare il via?
“Entro l’estate dovrebbero partire i lavori del nuovo terminal crocieristico e potrebbe essere questo il primo appalto dopo la crisi. Ci sarà quindi la demolizione del vecchio teatro nel quartiere fieristico e la costruzione del nuovo complesso multifunzionale. Saranno di rilievo gli interventi di riqualificazione della Zona Falcata con le caratterizzazioni e, dopo la sentenza favorevole del Cga, l’eliminazione dell’ecomostro di Eurobunker”.