Il nuovo logo e lo spot lanciati per incentivare gli arrivi internazionali nell’Isola, previsto anche fondo da 75 milioni. Musumeci: “In ritardo ma sono convinto che potremo allungare la stagione, stabilimenti aperti per tutto settembre”
Si chiama “Sicilia your happy Island” ed è il nuovo logo con i colori rappresentativi della nostra terra, corredato da uno spot e presentato dalla Regione per promuovere la ripartenza del settore turistico, da sempre punta di diamante dell’economia isolana.
L’intento dell’iniziativa, presentata in anticipo rispetto a quanto previsto (ovvero la Fiera internazionale di Rimini a ottobre) è di rilanciare il nostro “museo a cielo aperto” anche nel panorama internazionale e di scongiurare il rischio che l’Isola rimanga isolata. Come ha infatti dichiarato l’assessore regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, Manlio Messina si tratta di una preoccupazione fondata per gli operatori del settore e di “un tema fondamentale che stiamo affrontando. Il governo nazionale non può continuare su queste linee, lo stesso discorso vale per Alitalia. Siamo pronti a fare le barricata laddove ce ne fosse la necessità”.
E se, quasi di certo, per la Trinacria si prospetta un numero di presenze turistiche nella stagione 2020 ben lontano dagli oltre 15 milioni dell’anno precedente, tra le iniziative in programma per le prossime settimane vi è anche un nuovo fondo da 75 milioni che, come anticipato da Messina, prevede “delle agevolazioni per chi vorrà visitare la Sicilia, ma anche per gli stessi siciliani che si muoveranno nelle varie parti dell’isola”.
“Per quest’anno – ha aggiunto – punteremo molto anche sul turismo di prossimità”. Sul tema si è espresso anche il neo assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Alberto Samonà: “Pensiamo costantemente ai luoghi della Sicilia ed ai suoi visitatori. Il brand Sicilia conferma la sua forza, la sua grandezza. Noi non vendiamo un prodotto, ma offriamo a tutti la nostra storia e la nostra cultura, la nostra identità. Abbiamo il grande compito di fare in modo che tutti ricordino la Sicilia, non per la mafia, ma per la Valle dei Templi, il teatro antico di Taormina, Selinunte, Palermo, Catania, Messina ed Enna. La Sicilia è questo”, ha concluso.
Se, però, l’entusiasmo e l’ottimismo sembrano essere le basi da cui ripartire, sul tavolo rimangono ancora delle questioni irrisolte. Prima tra tutte la partenza in ritardo della stagione estiva che in Sicilia, complice il bel tempo, solitamente prende forma ad aprile per poi concludersi a novembre. Quasi tre mesi in cui le uniche informazioni ad essere registrate nel settore sono state quelle relative alle perdite. Un settore immobile, fino a qualchesettimana fa, che il presidente Musumeci si sente, per così dire, di rincuorare: “Sono convinto che potremo allungare la stagione, prevediamo di tenere aperti gli stabilimenti balneari per tutto il mese di settembre e oltre” ha infatti dichiarato. Altro grande nodo da sciogliere riguarda gli spostamenti per l’Isola, soprattutto alla luce della recente polemica sul caro voli, così come sottolineato dal governatore: “Per luglio e agosto gli operatori prevedono un incremento degli arrivi ma ora bisogna sostenere le compagnie minori, per questo ho chiesto e ho ottenuto un tavolo di confronto con l’Enac”. “L’Alitalia fa i capricci – ha aggiunto – e in questo momento il Governo ha il dovere di sostenere tutte le compagnie che sembrano marginali ma sul fronte del turismo possono dare un grande contributo”.
Nel frattempo, le imprese di categoria si trovano ad affrontare una sorta di “mese test” per capire se, dopo la riapertura delle frontiere dello scorso 8 giugno, ci siano i presupposti per il rilancio di un settore che, per circa il 70% del proprio fatturato, vive e si nutre di turismo in arrivo dall’estero.
Elettra Vitale