Un fiume di persone in piazza per chiedere l’apertura dell’ospedale San Marco. Dall’Irfis arrivano 6 mln per accelerare l’apertura del San Marco. L'assessore Ruggeto Razza: “Nuovo impulso ai collaudi”
CATANIA – Un fiume di persone in piazza per chiedere l’apertura dell’ospedale San Marco. Sabato scorso, di fronte al nosocomio chiuso ancora nonostante gli annunci, si è svolta la manifestazione organizzata dalla Piattaforma di Librino e dalla Rete sociale, insieme ad altre realtà del territorio, per sollecitare la Regione ad attivare almeno il presidio di emergenza del nascente ospedale che, una volta operativo, servirà Catania sud.
Una richiesta che ha avuto un’accelerazione negli ultimi tempi, considerata la chiusura del pronto soccorso del Vittorio Emanuele di via Plebiscito dove, da ieri, è rimasto attivo solo il pronto soccorso pediatrico. “Librino: due passi dal cimitero, due ore dal Pronto Soccorso” – recitavano alcuni cartelli indossati dai manifestanti, un popolo variegato all’interno del quale vi sono anche esponenti del consiglio di quartiere e del consiglio comunale.
“Più volte, anche in occasione di tavoli istituzionali, uomini politici hanno affermato che il Pronto Soccorso del Vittorio Emanuele non sarebbe stato chiuso prima dell’apertura di quello del San Marco – ha sottolineato Sara Fagone, esponente della Cgil e una delle animatrici della protesta. Non hanno mantenuto la parola ed è grave – ha aggiunto: la zona sud del circondario catanese è oggi scoperta per dimensioni e numero di abitanti”.
L’apertura del nosocomio si attende da anni: l’ultimo annuncio da parte dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, parlava di aprile 2019, ma la popolazione resta scettica. E preoccupata. Come ha evidenziato Saro Portale della Cisl. “Noi abbiamo aderito a questa manifestazione che apprezziamo tanto perché viene dalla base, dai lavoratori, dai cittadini, per avere una apertura celere – ha detto. Non è possibile che una struttura così importante rimanga ancora chiusa – ha proseguito e stiamo lavorando a livello regionale e provinciale per dare risposte ai cittadini. Ieri mi trovavo al pronto soccorso del Garibaldi, e la situazione non è sostenibile – ha continuato – per questo, chiediamo al governo regionale e all’assessore Razza di aprire il pronto soccorso del San Marco”.
Da parte sua, Ruggero Razza ha rassicurato gli animi. In una nota diffusa alla stampa ha fatto sapere di aver accelerato l’iter. “Nei giorni scorsi è stato effettuato il collaudo statico dell’intero stabile per testarne la tenuta antisismica – si legge. Si tratta di una complessa operazione che rientra, comunque, nei canoni previsti nelle fasi conclusive di un cantiere di un’opera pubblica innovativa come il costruendo ospedale”.
Razza, in occasione dell’inaugurazione del pronto soccorso del Policlinico di venerdì scorso, ha poi spiegato come si sia reso necessario “l’intervento della Regione mediante l’Irfis, determinante per imprimere una nuova accelerazione ai lavori del cantiere del ‘San Marco’ e per evitare nuove lungaggini”.
Irfis ha attivato una linea di credito pari a circa sei milioni di euro finalizzato esclusivamente al completamento dell’ospedale San Marco. “L’intervento che ha dato nuova energia al cantiere è stato possibile grazie alla sinergia istituzionale fra il governo regionale, l’azienda sanitaria Ove Policlinico San Marco e l’Irfis – ha affermato l’assessore Razza. Così questo prestito ha consentito di rassicurare i fornitori dell’azienda che sta realizzando il San Marco, dando certamente un nuovo impulso conclusivo alla fase dei collaudi”.