La pandemia ha messo in ginocchio l’economia dell’Isola e il turismo è il settore più colpito. Per ripartire bisogna che il presidente Musumeci e gli assessori Messina e Samonà facciano appello ai siciliani affinché tornino a viaggiare nell’Isola. Promuovere i tesori dell’Isola, incentivare il turismo interno da Est a Ovest, da Nord a Sud, aprire i musei sino a mezzanotte
CATANIA – Se la pandemia, che da marzo è diventata la minaccia numero uno per la salute di milioni di cittadini, sta mettendo a dura prova l’economia mondiale, il turismo è senza ombra di dubbio il settore che più di tutti sta pagando le conseguenze peggiori. E la Sicilia – che in gran parte vive di turismo, che è isola ed “isolata” (per la carenza di infrastrutture, per la mancanza del Ponte sullo Stretto) -, se da una parte è riuscita a contenere l’emergenza sanitaria, dall’altra sta facendo i conti con una crisi che mette a repentaglio la sua “salute” economica da qui ai prossimi due/tre anni.
Ma la Sicilia può e deve ripartire dalle sue ricchezze (inesauribili), prime tra tutte il turismo e i beni culturali.
VIAGGI ALLA (RI)SCOPERTA DELLA SICILIA
Nei siciliani la voglia di tornare alla normalità c’è, eccome; è più che mai viva la voglia di viaggiare, di dimenticare, almeno per un paio di settimane, la minaccia che è ancora incombente. I tesori dell’Isola, spesso dimenticati (molte volte sconosciuti) dagli stessi siciliani, possono ritornare i protagonisti dell’estate (una lunga estate, che da noi andrà avanti sino ad ottobre).
Per questo però occorre anche la “spinta” della Regione, del presidente Musumeci prima, degli assessori al Turismo (Messina) e ai Beni culturali (Samonà) poi, che indirizzino (e invoglino con delle misure ad hoc) i siciliani a viaggiare all’interno dei propri confini.
Quanti catanesi, ragusani, siracusani, messinesi conoscono borghi come Castellamare del Golfo, Erice, Paceco, Sambuca di Sicilia – solo per citarne alcuni -, quanti hanno assistito ad un tramonto sulle saline di Trapani o Marsala? Quanti hanno potuto passeggiare nella kasbah di Mazara del Vallo e ammirare il Satiro danzante ospitato nel museo cittadino?
E quanti palermitani, trapanesi, agrigentini hanno avuto la fortuna di bere un cocktail sotto le stelle del cielo di Marzamemi, ascoltando musica dal vivo, ballando al lato delle tonnare e degustando delle fritture di pesce appena pescato? Quanti hanno ammirato, oltre lo schermo televisivo, i luoghi di Montalbano? Puntasecca, Scicli, Modica (tutte rappresentate dalla città immaginaria di Vigata)… Quanti hanno passeggiato nelle strade barocche di Noto e Palazzolo Acreide? Quanti hanno potuto riconoscere i contorni del volto della Madonna guardando dall’alto del Santuario di Tindari verso i “laghetti” di Marinello? La Sicilia è una continua scoperta, ed è un peccato che la maggior parte dei siciliani la conoscano così poco.
Ecco che la Regione dovrebbe incentivare il turismo interno (in attesa del voucher che regala una notte a chi ne acquista tre; voucher impantanato ancora nella rete della burocrazia, ma che l’assessore Messina, in occasione del forum realizzato da noi, garantisce che sarà pronto e spendibile entro agosto), magari rimborsando parte del prezzo degli spostamenti con i mezzi pubblici (autobus, treni, navi e aliscafi) per tutti i residenti in Sicilia. In questa maniera si ridarebbe fiato all’economia: dalle strutture ricettive più grandi ai B&B e agli agriturismi. La Regione ti paga il tragitto (magari “scontandoti” il disagio di arterie non proprio all’avanguardia), e tu, turista, ripaghi la Sicilia, dando una mano all’economia disastrata e sostenendo (godendoti una vacanza) gli albergatori, i ristoratori, gli artigiani, i negozianti, gli artisti intrattenitori e via enumerando.
MUSEI E BENI CULTURALI PER TUTTI
E che dire dei musei? In una stagione in cui non tutti si sentono (a ragione) o hanno la possibilità (per via dei posti limitati) di andare a ballare, di fare festa, di andare a teatro, al cinema, nelle arene, nei teatri di pietra, perché non dare più spazio ai musei e all’arte? Perché non rendere una regola l’apertura dei musei sino a mezzanotte? Perché non scontare il loro ingresso per i residenti in Sicilia? E se è vero che la coperta potrebbe essere troppo corta (personale insufficiente per queste aperture), perché non rimodulare gli orari di apertura degli stessi? Quanti musei restano tristemente vuoti nelle ore centrali del giorno a causa del caldo opprimente? Facciamo gli esempi dei parchi archeologici (Valle dei Templi, Selinunte, Segesta, Siracusa, Giardini Naxos) “impossibili” da visitare alle 15 del mese di luglio e agosto, sotto il solleone, ma chiusi dopo le 19, quando magari ci sarebbero le file ai botteghini per godersi lo spettacolo al tramonto o al chiaro di luna.
Si potrebbero prevedere spettacoli e intrattenimenti vari al loro interno (musica folkloristica, recite di attori, cantastorie, giocolieri, figuranti) dando così possibilità agli artisti di lavorare e ai turisti di essere intrattenuti. Senza dimenticare la presenza di guide turistiche riconosciute che dovrebbero raccontare la storia millenaria della nostra Isola.
La Sicilia deve puntare su questo per rilanciarsi. Oggi guardando ai turisti domestici, domani a quelli nazionali, in futuro agli stranieri. Questo deve diventare un modello di organizzazione e programmazione turistica. Poi serve la promozione, essenziale. Le materie prime ci sono.
RESPONSABILITA’ E SENSO CIVICO
Terzo e ultimo punto di quella che dovrebbe essere una campagna di sensibilizzazione della Regione volta alla ripartenza e al ripopolamento turistico della Sicilia da parte dei siciliani è il richiamo al senso civico.
I siciliani hanno dimostrato in questi mesi di essere un popolo responsabile, hanno seguito le indicazioni sanitarie, quelle del presidente Musumeci attraverso le sue ordinanze e del presidente del Consiglio Conte attraverso i Dpcm che via via sono stati firmati. Come detto, questo ha limitato i contagi. Ora però bisogna andare oltre. Continuando sulla strada della prudenza e del rispetto degli altri, bisogna riappropriarsi della propria terra imparando a considerarla quello che è: casa nostra. Rispettando le strade e il verde pubblico, facendo la raccolta differenziata, riciclando i rifiuti, evitando gli sprechi di ogni tipo, puntando sull’energia sostenibile, segnalando gli incivili alle Forze dell’ordine, rialzando la testa per godere di una terra che ha pochi eguali al mondo.