Lo conferma il presidente del Sib, Ignazio Ragusa: “Speriamo nel mese di settembre”
CATANIA – Un calo del 40%. In media è questa la percentuale registrata dagli stabilimenti balneari catanesi sin dal mese di giugno e che rappresenta il calo di ingressi – e di affari – del settore per quanto riguarda l’estate 2020.
Come conferma il presidente del sindacato italiano dei balneari, il Sib, Ignazio Ragusa, che illustra la situazione a metà agosto, periodo in cui normalmente si registrano i numeri più alti. Non quest’anno però, a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al contagio da Covid-19 che di fatto ha compromesso la stagione. Per cui è stato necessario fare più di un sacrificio, come ad esempio rinunciare alle serate di Ferragosto: troppo alto il rischio, soprattutto in seguito alle notizie degli ultimi giorni e all’inasprimento dei controlli. “La nostra prima necessità è garantire la massima sicurezza – conferma Ragusa. Abbiamo intessuto un fitto dialogo per settimane con i colleghi, per valutare la situazione – prosegue – e abbiamo convenuto, nostro malgrado, che occorre tutelare in tutti i modi la salute pubblica, per cui abbiamo stabilito di evitare il “Capodanno d’estate”, cioè le serate di Ferragosto”. Non farlo significherebbe rischiare di vanificare gli sforzi enormi fatti in questi mesi per permettere alla popolazione di godere del mare in assoluta sicurezza.
“Il nostro lavoro è stato ed è arduo quest’anno, con i distanziamenti, le sanificazioni che effettuiamo regolarmente, e con i dispositivi di sicurezza individuale che indossiamo ogni giorno, nonostante il caldo – continua Ragusa – ma, ripeto, dobbiamo salvaguardare la salute di tutti”. D’altronde, è saltata anche Sant’Agata d’agosto tanta la preoccupazione di assembramenti. “A tutto questo – aggiunge Ragusa – si sono aggiunte le difficoltà del meteo, le allerte che sono state diramate negli ultimi giorni e che non hanno aiutato”.
Quella di quest’anno, dunque, resta un’estate sotto tono anche per i balneari, che, come tante altre categorie, scontano una crisi profonda dal punto di vista economico, con presenze diminuite appunto del 40% e con picchi registrati solo nella fine settimana. “Attendiamo le prossime due settimane – sottolinea ancora Ragusa – e speriamo nel mese di settembre, per questo abbiamo stabilito di chiudere il 13 settembre, un po’ dopo rispetto agli anni passati. Ci auguriamo che l’utenza approfitti”. Una situazione delicata che non impedisce, però, di pensare al futuro, per il quale occorrerà il sostegno delle istituzioni.
“La Regione Siciliana, devo dargliene merito, ci ha aiutati concretamente, stabilendo di sospendere i canoni – spiega ancora. Certo, i nostri problemi sono tanti, e di certo questo non è stato risolutivo, ma è stato sicuramente un aiuto concreto. Ma occorrono ancora politiche a sostegno del lavoro, degli stagionali in particolare, e delle imprese, per cui – conclude – restano i costi fissi, Imu, Tari, su cui speriamo si intervenga”.