Agevolazioni fiscali, l’Uncat, “Utili solo se producono effetti immediati” - QdS

Agevolazioni fiscali, l’Uncat, “Utili solo se producono effetti immediati”

Agevolazioni fiscali, l’Uncat, “Utili solo se producono effetti immediati”

venerdì 30 Ottobre 2020

Convegno promosso a Palermo dalla Regione siciliana e dalla Camera tributaria di Palermo. Carico fiscale e contributivo pari al 59,1% (2018): tra i più alti a livello mondiale

ROMA – Gli avvocati tributaristi di Unione nazionale delle Camere degli Avvocati Tributaristi (Uncat) hanno fatto il punto sulla legislazione fiscale a vent’anni dello Statuto del contribuente.

L’occasione è stata un convegno promosso con la Camera Tributaria di Palermo, con la Regione Siciliana, al quale ha partecipato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Dal 2000 il legislatore ha letteralmente sommerso i contribuenti, imprese e privati, con una legislazione continuamente emergenziale. Con questi risultati, nel nostro Paese il carico fiscale e contributivo complessivo delle imprese è pari al 59,1%, (dato riferito al 2018) tra i più alti a livello mondiale.

Nel rapporto annuale predisposto sul tema dei costi della compliance dalla World Bank Group e dalla Pwc, l’Italia si colloca al 128° posto su 190 paesi del mondo analizzati. “È necessario dare rilievo costituzionale alle norme dello Statuto, il cui grande valore è stato quello di rompere col metodo casistico e introdurre principi generali nell’ordinamento fiscale”, ha detto il presidente Antonio Damascelli.

In ordine alle misure urgenti relative allo svolgimento del processo tributario “la bozza diffusa è assai deludente non solo per le farraginose e generiche precondizioni che dovrebbero autorizzare i singoli presidenti ad adottare il rito da ‘remoto’, con conseguenti provvedimenti a macchia di leopardo ma, soprattutto, perché è lo stesso legislatore a essere consapevole dell’impraticabilità allo stato attuale del processo da remoto per le deficienze degli strumenti di accesso da parte degli stessi uffici giudiziari. Sicché – ha aggiunto -, invece di spingere perché questa modalità sia concretamente applicabile, si reitera un impianto tecnico che non può funzionare nell’immediato ed è illusorio. L’opzione della trattazione scritta diventa, pertanto, non più una facoltà bensì l’unico sbocco nell’attuale momento.Tanto valeva pensare a una disciplina compiuta che salvaguardasse meglio, nell’emergenza, anche il diritto di difesa”.

Il vicepresidente Angelo Cuva ha evidenziato come il momento attuale impone riflessioni urgenti sulla legislazione emergenziale e successivamente la riforma tributaria. Sul primo punto, è emersa la sua inadeguatezza che non è stata in grado di produrre effetti immediati in termini di risorse finanziarie e di idonee agevolazioni fiscali e andrebbe “radicalmente rivista”.
“Si annunciano e ipotizzano interventi in una fase successiva, non dando così rilievo al fattore tempo che, invece, è fondamentale per i provvedimenti emergenziali, costituendo la condizione della loro efficacia e senza la quale essi rischiano di giungere come la medicina lungamente elaborata per un ammalato già morto”.

Con riguardo alla riforma tributaria, risulta pregiudiziale una riforma dell’amministrazione finanziaria: in Italia il costo della compliance è particolarmente elevato risentendo, anche, delle attuali criticità che toccano l’organizzazione dell’amministrazione finanziaria. In questo quadro di riforme attese, perno centrale deve essere la riforma della giustizia tributaria, sul quale Uncat si è gi spesa con un progetto articolato e organico. Progetto molto lontano da una eventuale migrazione della giurisdizione tributaria alla Corte dei conti, che registra in netto no da parte di Uncat. Per rilanciare la compliance, strumento utile sono la istituzionalizzazione dei Tavoli per la compliance, iniziativa già realizzata proficuamente in Sicilia dal Garante del contribuente, che chiama in causa la volontà dell’Agenzia delle Entrate.

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