Banca d’Italia: nel I semestre 2020 occupazione al -9% nel settore agricolo e -4% nell’industria. Nei primi 9 mesi decuplicato il numero di ore di Cig autorizzata (109 mln, contro i 10 del 2019)
PALERMO – Emergenza sanitaria, ma non solo. In Sicilia in particolare, e in tutto il Mezzogiorno più in generale, si gioca anche la sfida della disoccupazione. Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto “Economie regionali” della Banca d’Italia, sarebbero molti i settori a registrare una contrazione del numero degli occupati registrato durante il primo semestre dell’anno in corso, rispetto a quanto accadeva nello stesso periodo del 2019.
Addentrandoci maggiormente nel dettaglio, in Sicilia la contrazione maggiormente pesante grava sul settore agricolo (-9%): per comprendere la gravità della situazione basti considerare che il primo semestre del 2019 aveva, invece, fatto registrare un incremento del numero degli occupati pari al 2,6%, rispetto allo stesso periodo del 2018. Nell’Isola modesti decrementi hanno investito anche il settore industriale in senso stretto (-4%) e il settore dei servizi (-2,5%). Il settore delle costruzioni è stato, invece, l’unico ambito a non subire riduzioni, al contrario è riuscito a veder crescere il numero dei propri occupati del 10,4%.
Sicuramente l’emergenza sanitaria avrà contribuito a produrre queste vistose riduzioni, ma non può di certo essere considerata l’unica variabile responsabile, specie nel momento in cui regioni maggiormente coinvolte, come la Lombardia, hanno registrato notevoli incrementi o tutt’al più riduzioni molto meno marcate (+15% di occupati nel settore agricolo, +1% nelle costruzioni, -1% nell’industria in senso stretto e -1,8% nei servizi). Mediamente anche a livello nazionale è possibile rilevare una situazione meno critica rispetto a quella riscontrata nella nostra regione: infatti, si registra un +1,4% nel settore delle costruzioni, +0,7% nel settore agricolo, -0,2% nell’industria in senso stretto e -2,5% nei servizi.
In Sicilia il peggioramento è ulteriormente confermato dal notevole incremento delle ore autorizzate di cassa integrazione guadagni. Basti pensare che in tutto il 2019 sono state erogate 10 milioni di ore di cassa integrazione, contro i 108,8 milioni di ore erogate nell’arco temporale compreso tra gennaio e settembre (dunque, oltre dieci volte superiore su un periodo maggiormente ristretto). Riferendoci in particolare alle ore erogate nel corso del 2020, si compongono in modo prevalente da cassa integrazione guadagni ordinaria (35 milioni di ore) e cassa integrazione guadagni in deroga (30 milioni di ore).
Più in generale, la cassa integrazione guadagni fa registrare incrementi stratosferici in tutte le regioni italiane. Proprio nella regione simbolo della lotta al Covid-19 il numero di ore di cassa integrazione erogate nei primi nove mesi dell’anno è stato ben venti volte superiore rispetto a quanto accaduto nei dodici mesi del 2019 (nel dettaglio, si parla di 820 milioni di ore contro i 41,7 milioni registrati l’anno scorso). Colpisce particolarmente anche l’andamento registrato in Valle d’Aosta, regione che nel corso del 2019 aveva erogato 100 mila ore di cassa integrazione guadagni e che nel 2019 ha visto aumentare questa quota di ben 67 volte (6,7 milioni nei primi nove mesi 2020). Complessivamente a livello nazionale ammonta a 3,2 miliardi il numero di ore di cassa integrazione erogata.